L’invito all’Amministrazione a istituire anche a Modena la figura del “Vigile di quartiere”, contenuto nell’ordine del giorno presentato da Alberto Bosi per Lega Modena, è stato respinto dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 9 giugno con i voti contrari dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica ed Europa Verde – Verdi) ricordando come il servizio di presidio del territorio e di confronto con i cittadini sia già assicurato dalla Polizia locale, anche grazie al contributo dei cittadini. I Gruppi di vicinato, attivi all’interno del progetto di sicurezza partecipata sviluppata dal Controllo di vicinato, rappresentano infatti “sentinelle della comunità” coordinate proprio dal Comando di via Galilei con ispettori di riferimento dedicati alle specifiche zone della città. L’ordine del giorno, sottoscritto pure da Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia e Forza Italia, aveva ricevuto il voto a favore anche del Movimento 5 stelle; astenuta Modena sociale.
Presentando il documento in aula, il consigliere Bosi ha ricordato come la sicurezza costituisca una delle maggiori fonti “di preoccupazione per i modenesi, il cui grado di allerta è al limite”, aggiungendo che in città sono presenti “alcune zone degradate in cui residenti e turisti non possono passeggiare tranquillamente di notte”. Il parco XXII aprile viene definito, per esempio, “come uno dei principali luoghi di spaccio di Modena”. La mozione richiama poi il contributo dei gruppi di Controllo del vicinato, “ma quest’iniziativa non è sufficiente”.
L’ordine del giorno suggerisce dunque l’istituzione del Vigile di quartiere, ovvero un agente di Polizia locale presente nei quattro quartieri di Modena “con l’obiettivo di migliorare la vivibilità degli spazi pubblici, lavorando a diretto e quotidiano contatto con i cittadini”. Questa figura, inquadrata come “Polizia di comunità”, dovrebbe “presidiare la zona e vigilare sul traffico, sul commercio locale e sui parchi pubblici”, ma anche collocarsi come “intermediario tra il quartiere e istituzioni”. Un ruolo di fiducia di cittadini e attività economiche, dunque, “già sperimentato alcuni anni fa con esito soddisfacente”.
Nel dibattito prima del voto, per Lega Modena sono intervenuti Barbara Moretti e Giovanni Bertoldi, che hanno invocato maggior impegno da parte dell’Amministrazione sul fronte della sicurezza: “Aumentano le telecamere, è vero, però non il controllo del territorio. Servono poi, tra la Polizia locale, più punti di riferimento sul territorio”.
Per il Pd sono intervenuti Mara Bergonzoni, Stefano Manicardi e Antonio Carpentieri, che hanno sottolineato la presenza sul territorio della Polizia locale, “anche col servizio di pattugliamento dei parchi in bicicletta”. Inoltre, è stato ricordato il progetto del Controllo del vicinato grazie a cui i cittadini segnalano le possibili criticità agli ispettori di zona del Comando di via Galilei.
Per il Movimento 5 stelle, Andrea Giordani e Giovanni Silingardi hanno sollecitato il Comune ad attivarsi per risolvere “le problematiche di degrado dei quartieri, come, ad esempio, nella zona di via Gramsci”. Oltre all’azione di presidio che prende spunto spesso dalle segnalazioni del territorio, infatti, “occorrono interventi mirati”.
Per Europa verde – Verdi, Paola Aime ha osservato che la proposta della mozione “è più di forma che di sostanza”: considerata la necessità di organico e l’ampiezza dei quartieri, infatti, per accogliere le sollecitazioni del documento “occorrerebbe un numero elevatissimo di personale per garantire un servizio così capillare”.
Per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Elisa Rossini ha messo l’accento sull’attenzione verso i temi della sicurezza espressa dalla mozione “in maniera chiara”, così come era stato fatto in passato, dai gruppi di centro-destra, anche “per sostenere la richiesta di elevazione della questura in fascia A”.
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