05/05/2022

SANITÀ/2– RETI DI PROSSIMITÀ E INNOVAZIONE FILONI D’INTERVENTO

“La sanità pubblica profondamente trasformata dall’emergenza, serve più prevenzione e appropriatezza nell’accesso alle prestazioni”: il direttore dell’Ausl Antonio Brambilla

Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza territoriale, da un lato e, dall’altro, innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. Sono questi i due filoni di finanziamento della “Missione 6” dedicata alla sanità del Pnrr presentati dal direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla, nella seduta del Consiglio comunale di Modena di giovedì 5 maggio.

Il finanziamento complessivo Pnrr per Modena è di 45,5 milioni di euro per l’Ausl e 16,6 per l’Aou, cui si aggiungono 10,8 milioni per l’Aou dal Piano Nazionale Complementare. Dopo una fase di lavoro che ha coinvolto tutti i distretti della provincia, l’Ausl ha definito il piano che destina 19,8 milioni di euro per le Case della comunità, 10,8 milioni per gli Ospedali di Comunità, 6,3 per il rinnovo di grandi tecnologie diagnostiche, 6,2 per tecnologie informatiche finalizzate alla completa digitalizzazione dei processi clinici negli ospedali, 2,4 milioni per le Centrali operative territoriali (Cot).

Il direttore Brambilla ha illustrato le principali tappe percorse nei mesi scorsi, dall’assegnazione delle risorse alla definizione della struttura organizzativa aziendale per l’attuazione degli interventi, fino al completamento delle singole schede di progetto con il caricamento sulla piattaforma Agenas per l’approvazione. dopo aver presentato alla Regione le relazioni tecniche-sanitarie degli interventi approvati, il prossimo passo sarà la definizione del cosiddetto Contratto istituzionale di Sviluppo e del Piano Operativo Regionale. Dopo l’estate e fino al mese di dicembre si passerà quindi alla realizzazione degli interventi, a partire dalle Centrali operative territoriali; mentre dal 2023 si dovrebbe giungere anche alla progettazione dei lavori per Osco e Case della Comunità (già note come Case della Salute) e, gradualmente, alle installazioni delle varie tecnologie mediche e informatiche.

“Salvo ulteriori indicazioni nazionali – ha affermato - il quadriennio 2023-2026 vedrà dunque la progressiva concretizzazione dei diversi progetti, ma già da ora siamo al lavoro, non solo sul versante tecnico, ma per condividere con i diversi soggetti istituzionali gli obiettivi e le funzioni di queste nuove strutture e progettualità. Ci troviamo infatti davanti a importanti sfide: potenziare le cure intermedie, migliorare l’accesso ai servizi e la risposta ai bisogni assistenziali e sociali, aumentare la prossimità al cittadino, rafforzare la connessione tra professionisti territoriali e ospedalieri, per un’offerta sanitaria rinnovata, in linea con le esigenze di presa in carico che anche la pandemia ha reso più urgenti ed evidenti”.

Il direttore generale dell’Ausl si è anche soffermato sulle progettualità che riguardano Modena città che vedrà la realizzazione, con altre risorse, di due nuove Case della Comunità (Modena Centro presso l’ex Ospedale Estense e Polo Sud-Ovest in via Panni presso l’ex Charitas) e dell’Hospice di Villa Montecuccoli. Grazie al finanziamento del Pnrr la città avrà infine un nuovo Ospedale di Comunità a Baggiovara e la Cot Hub provinciale.

Infine, rispetto al momento attuale, Brambilla ha sottolineato che “la sanità territoriale esce dall’emergenza, se così si può dire tenuto conto che ancora osserviamo molte positività al covid e ci occupiamo dei pazienti ricoverati, profondamente trasformata. I professionisti hanno dato tutto sé stessi in questi due anni e ci troviamo ora con un grande affaticamento dell’intero sistema sanitario che si somma alle difficoltà in termini di organico, non dovute al covid ma alla mancanza di risorse reclutabili sull’intero territorio nazionale, in particolare in aree sensibili come l’Emergenza-urgenza, o il Materno-infantile. Stiamo lavorando senza sosta – ha continuato - per recuperare gli interventi chirurgici e per ricalibrare l’offerta di prestazioni specialistiche, ma dobbiamo tenere conto che non sarà più possibile ritornare ai livelli pre-covid caratterizzati da una richiesta molto alta di visite ed esami: serve più appropriatezza nell’accesso alle prestazioni, limitandosi a quelle effettivamente necessarie per non privarne chi ne ha davvero bisogno; occorre aderire puntualmente agli screening oncologici che sono la via primaria per individuare lesioni pre-cancerose e tumori in fase iniziale ed essere inseriti nei corretti percorsi di presa in carico; bisogna infine educare i cittadini ai sani stili di vita con l’obiettivo di ridurre l’incidenza delle patologie correlate al fumo, all’alcol, a una cattiva alimentazione che sono quelle più diffuse nei paesi occidentali. A lungo abbiamo sottovalutato l’importanza della prevenzione, ma il covid ci ha fatto capire che i comportamenti individuali sono fondamentali per avere una popolazione sana e in salute”.

Azioni sul documento