Sono numerosi i consiglieri intervenuti nel dibattito che ha preceduto la votazione dei due ordini del giorno sugli investimenti previsti dal Pnrr nella sanità post-Covid discussi nella seduta di giovedì 5 maggio del Consiglio comunale di Modena.
Aprendo il dibattito per Sinistra per Modena, Federico Trianni ha sottolineato come, nonostante il valore che potrà scaturire dal potenziamento delle strutture sanitarie, “oggi numericamente inadeguate, siamo ancora lontani dall’obiettivo di una sanità pubblica adeguata in termini di efficienza e prossimità”. Occorre, quindi, migliorare “qualità e quantità, affinché le nuove strutture non restino scatole vuote e possano rispondere ai bisogni della comunità” anche sfruttando gli strumenti del Pug per valutarne la collocazione. Il processo verso la sanità di prossimità, ha dichiarato Camilla Scarpa, dovrà essere accompagnato “da investimenti nazionali sul personale sanitario e a favore dell’integrazione con i servizi di carattere socio-sanitario”. Il sistema sanitario regionale “è di qualità e il Pnrr potrà contribuire a migliorarlo, grazie in particolare alla nascita degli ospedali di comunità e delle case della salute in cui vengono sviluppati i percorsi di cittadinanza attiva fondamentali per la diffusione di stili di vita positivi per la salute”.
Per il Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha sottolineato che oltre a investire nelle strutture, “bisogna aumentare la spesa nazionale per la sanità, in cui l’Italia investe meno degli altri Paesi europei, per assicurare la sostenibilità del servizio e mettere i sanitari nelle condizioni migliori per lavorare e affrontare nuove sfide della sanità, come quelle legate alla telemedicina”. Il consigliere ha richiamato poi l’attenzione “verso il sostegno alle pratiche ambientali, in funzione del loro valore preventivo a favore della salute”. A questo proposito, Enrica Manenti si è concentrata “sulla manutenzione della qualità della vita” mettendo l’accento sul “benessere, per tutta la comunità”, come elemento da incentivare per anticipare e prevenire il ricorso al sistema sanitario. Per la consigliera bisogna anche affrontare il tema della medicina di genere “alla luce del disequilibrio sulla speranza di vita tra uomo e donna”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha ricordato “l’attenzione e il consenso” del Consiglio comunale sui temi della sanità, facendo però presente “la preoccupazione sulla sostenibilità delle strutture, sul fronte della spesa corrente e del personale”. La consigliera ha auspicato anche “una maggiore integrazione tra i medici di medicina generale, che costituiscono un valore aggiunto, e la rete sanitaria per rendere un servizio migliore ai cittadini”, a vantaggio dei quali, tra l’altro, andranno “l’ammodernamento dei dispositivi tecnologici e il maggior dialogo, pure ‘digitale’, tra le strutture pubbliche”.
Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha definito il Pnrr “un’opportunità irripetibile”, con investimenti sulla digitalizzazione” e sul personale, “riequilibrando i carichi di lavoro tra i reparti” e con gli interventi al Policlinico “che permetteranno di dare nuova vita a una struttura superata”, ma pure “più integrazione tra l’azione sanitaria e quella assistenziale”. Il consigliere ha suggerito, poi, di investire sulla ricerca medica e biomedica “sfruttando l’hub di Mirandola: sostenerla significa dare un incentivo anche all’economia”. Barbara Moretti ha ricordato “le criticità emerse durante la pandemia sul fronte dell’assistenza socio-sanitaria agli anziani e ai disabili, solo attenuate dall’eccezionale lavoro degli operatori”. Per il futuro, ha specificato, occorre investire “a partire dall’individuazione di luoghi più adeguati”. La pandemia ha fatto emergere “il vuoto tra l’assistenza socio-sanitaria e quella ospedaliera: è necessario, dunque, mettere maggiormente in rete tutti i soggetti coinvolti in queste azioni per i cittadini più fragili”.
Katia Parisi (Modena civica) ha sollecitato investimenti per le case della salute e gli ospedali di comunità, “per avvicinare il servizio ai cittadini”, ma anche azioni per “accorciare le liste d’attesa di visite specialistiche ed esami diagnostici, ristabilendo un maggiore equilibrio tra le prestazioni svolte in regime pubblico e quelle in regime privato con costi a carico dei cittadini”. Per la consigliera, inoltre, “c’è un bisogno crescente di medici che non può essere ignorato. Gli aumenti degli ultimi anni non possono coprire le nuove esigenze”.
“Favorire la prevenzione primaria che abbassa il bisogno di cure” è un tema centrale per Paola Aime (Europa verde – Verdi), che ha ricordato i fattori di rischio alla base dell’insorgenza delle malattie, “dall’alimentazione all’ambiente, all’aria e all’acqua passando per la qualità delle relazioni umane e la situazione socio-economica”. C’è anche bisogno, quindi, di un approccio globale, come quello offerto dalla “medicina personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa”. In questo percorso riveste “un ruolo fondamentale il medico di medicina generale”, una figura da recuperare pure “alla luce della perdita di migliaia di specialisti negli ultimi anni”.
Per il Pd, Tommaso Fasano ha spiegato che nel percorso di “riallineamento tra sanità e salute” il Pnrr consentirà di costruire “un’offerta sanitaria flessibile, resiliente e tempestiva”. L’obiettivo è “rispondere alle nuove emergenze sanitarie”, e perseguire “la presa in carico complessiva del cittadino-paziente, per affrontarne i bisogni sanitari con progetti individuali integrati per fornire la migliore risposta possibile”. Decisivo, in questo percorso, sarà il contributo delle nuove tecnologie, “dalla formazione dei professionisti all’interazione da remoto tra operatori e pazienti”. Antonio Carpentieri ha richiamato l’importanza di “stabilizzare i contratti degli operatori sanitari che nella fase della pandemia hanno rinforzato il sistema sanitario caratterizzato da tempo da carenza di personale”. Motivando il voto contrario alla mozione di Lega Modena, il consigliere ha definito “inaccettabile il giudizio sulla sanità locale” e ha espresso perplessità sull’ipotesi di riorganizzazione del servizio “secondo cui il calo delle risorse e di personale dovrebbe portare alla perdita di valore del servizio pubblico”. Vittorio Reggiani ha trattato il tema dell’integrazione tra la sanità e i servizi socio-sanitari, “cioè il sistema del welfare territoriale, da sviluppare con grande responsabilità”. Il consigliere ha ricordato che le sinergie operative sono al centro anche del documento “Prendiamoci cura” sul welfare comunale, “come peraltro emerge in maniera concreta nel protocollo firmato da Amministrazione, Ausl e Aou per la presa in carico, da parte di equipe multidisciplinari, delle donne in gravidanza e dei loro nuclei familiari con fragilità”. I fondi del Pnrr potranno garantire innovazione “e consentiranno, perciò, di guardare al futuro”, ha osservato Vincenza Carriero. “Grazie alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie non solo potremo far comunicare meglio tra loro strutture nuove e già esistenti – ha osservato – ma si potranno anche sviluppare sinergie in tutta Italia e potenziare la ricerca scientifica, con l’obiettivo di far crescere ulteriormente il servizio sanitario regionale, che già rappresenta un’eccellenza”. “Finanziare e rilanciare il servizio sanitario pubblico” deve essere l’obiettivo da perseguire utilizzando i fondi del Pnrr, ha precisato Federica Venturelli, suggerendo a questo proposito due azioni: “La valorizzazione del personale sanitario e lo sviluppo di una medicina territoriale che assicuri velocità, domiciliarità e prossimità”. La pandemia, ha sostenuto, ha confermato che “le risorse spese in prevenzione e in salute non sono un costo ma un investimento. Non bisogna, quindi, perdere l’occasione di investire strategicamente”.
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