12/05/2022

POVERTÀ / 2 - MODENA SPERIMENTA LA COMUNITÀ DI TRANSITO

A giugno l’inaugurazione della struttura che ha già avviato i primi inserimenti. Ottenuti inoltre fondi Pnrr per la ristrutturazione di 5 alloggi per dell’housing first

Contro la povertà estrema Modena sperimenta anche la Comunità di transito che inaugurerà il prossimo mese ma che ha già avviato i primi inserimenti, come ha sottolineato l’assessora Roberta Pinelli rispondendo in Consiglio comunale a due interrogazioni sul tema delle fragilità.

La Comunità di transito, dedicata appunto a persone in condizioni di povertà estrema, che a regime accoglierà 14 adulti senza fissa dimora in difficoltà, sarà utilizzata per inserimenti brevi a favore di persone che non reggono il collocamento in comunità se non per periodi limitati. L’accoglienza nella comunità di transito può rappresentare una tappa all’interno di un progetto di vita individuale oppure il risultato di una biografia ‘in discesa’, ma in tutti i casi comporta l’emergere di bisogni prioritari, legati alla sussistenza - come il riparo, il cibo, il vestiario, la salute - e la necessità di uno spazio per riappropriarsi della propria autonomia e ridefinire il proprio progetto di vita. Gli inserimenti in comunità potranno avvenire sia in relazione a particolari situazioni di salute dei senza fissa dimora sia in relazione a situazioni di grave degrado segnalate dai cittadini.

“Il progetto – ha spiegato l’assessora - è realizzato grazie a un finanziamento ottenuto, anche con l’interessamento della prefetta Camporota, dal Ministero dell’Interno-Dipartimento libertà civili e immigrazione all’interno della candidatura “Modena città sicura ed inclusiva”. Il finanziamento è biennale, se la sperimentazione risultasse positiva rispetto ai risultati attesi e si volesse proseguire l’attività, bisognerà trovare i fondi, oggi non previsti nel bilancio del settore”.  

“All’interno dei fondi Pnrr – ha concluso l’assessora - è stato anche ottenuto un finanziamento (la notizia è delle ultime ore) per la ristrutturazione di cinque piccoli appartamenti di proprietà del Comune dove sperimentare la convivenza a piccoli gruppi (2-3 per alloggio) di persone senza fissa dimora all’interno della filosofia dell’housing first che ritiene la stabilità abitativa il punto di partenza di ogni percorso evolutivo”.

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