14/03/2022

EX FONDERIE/4 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

L’approvazione definitiva del Programma di riqualificazione urbana del comparto è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri

L’approvazione definitiva del Programma di riqualificazione urbana del comparto delle ex Fonderie è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

Stefano Prampolini (Lega Modena) ha aperto il dibattito esprimendo parere favorevole “alla rigenerazione di zone della città abbandonate da anni come questa. È un progetto molto ambizioso – ha aggiunto – a cui va data massima fiducia e confidiamo che venga utilizzato al meglio”.

Diego Lenzini (Pd) ha sottolineato che il progetto non riguarda solo la rigenerazione: “Qui il contenuto è più importante del contenitore. Creare un polo che mette in relazione università, aziende e start up per far fronte alla grande rivoluzione dei motori vuol dire lavorare per il futuro. In questo progetto l’amministrazione ha svolto il suo compito: essere terreno fertile per rendere concreta una visione di città proiettata nel futuro”. Il consigliere ha ricordato anche la capacità “di catalizzare risorse” e la creazione “di un nuovo varco per connettere le aree verdi della città, una delle cose più complicate in una città già costruita”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), pur riconoscendo “il pregio di aver ottenuto finanziamenti per riqualificare l’area”, ha affermato di continuare ad avere dubbi “su cosa entrerà in questo contenitore: non vorremmo che diventasse una scatola vuota, visto che manifestazioni di interesse per il comparto ancora non ci sono. Avremmo preferito – ha proseguito – fosse destinato alla sanità pubblica o agli uffici di via Santi, sarebbe stato un progetto concreto e già chiaro anche in questa prima fase”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha ribadito il parere favorevole per la riqualificazione dell’area e per i lavori “iniziati nel blocco che ospiterà l’Istituto storico e che ci auguriamo siano completati nei tempi previsti, per dare il segnale che si fa sul serio”. Il consigliere, per il quale è “fondamentale eseguire l’intervento completo di bonifica senza attendere la partenza di ogni stralcio”, ha chiesto, infine, all’Amministrazione di “aggiornare il Consiglio e la cittadinanza dell’avanzamento del progetto, vista l’importanza e la valenza storico-culturale del comparto”.

Dichiarando il voto di astensione del Movimento 5 stelle, Enrica Manenti si è detta d’accordo sulla rigenerazione del comparto: “È una vittoria, anche se arriva molto in ritardo”, ha evidenziato, ma si è detta perplessa per il fatto che “si continua a lavorare di più sulla parte restauro e cemento che sui contenuti. Le attività che dovrebbero essere il core business del comparto non ci sono ancora chiare e per noi rimane il rischio che la parte di rigenerazione, pur fondamentale, abbia più successo di quella che riguarda il contenuto. Rimaniamo, quindi, in attesa di sviluppi più convincenti”.

Anche Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha espresso apprezzamento per la “riqualificazione e il recupero di una parte di città che era morta”. Sottolineando l’importanza della bonifica dell’intero sito, la consigliera ha detto che “il progetto guarda avanti e propone qualcosa di nuovo e per questo è delicato e va seguito con molta cura. Speriamo non sia troppo ambizioso per le spalle di questa città”, ha aggiunto, chiedendo, infine, che il Consiglio possa essere informato “per tempo” sullo stato di avanzamento.

Intervenendo a chiusura del dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, ha ricordato che il progetto per le ex Fonderie si concentra su due elementi: il lavoro del Novecento e il lavoro del futuro. “Da qui nascono il rettangolo del Novecento, con il primo lotto dei lavori dedicato all’Istituto storico che sta andando avanti – ha proseguito – e il progetto a cui stiamo lavorando per accogliere le start up innovative sui motori, non solo sull’Automotive. La transizione ecologica porterà a trasformazioni anche sul fronte del lavoro e noi vogliamo creare le condizioni perché Modena sia un laboratorio per il futuro e per una rigenerazione non solo dei luoghi ma anche, appunto, del lavoro”.

 

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