Sul parco della Resistenza è stato avviato un approfondimento tecnico per studiare una riqualificazione complessiva che sia coerente con l’impianto originale del progetto di “parco-campagna”. Lo ha annunciato l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi nel corso della seduta del Consiglio comunale di giovedì 27 gennaio, in risposta all’interrogazione proposta da Camilla Scarpa (Sinistra per Modena), spiegando che lo studio si sviluppa nella cornice del Piano del verde, il nuovo strumento di pianificazione e gestione che, insieme al nuovo Piano urbanistico generale, ha tra i suoi obiettivi il rafforzamento del sistema ecologico esistente, lo sviluppo della biodiversità attraverso interventi mirati sia nelle aree verdi già esistenti sia in quelle di nuova realizzazione, la messa a dimora di nuovi alberi e l’efficientamento della gestione, anche attraverso il coinvolgimento di cittadini attivi, associazioni e scuole.
Come ha specificato l’assessora, l’opportunità di recuperare l’impianto originale del parco campagna dedicato alla Resistenza, realizzato nel 1996 nel Quartiere 3 e caratterizzato da una ricostruzione del paesaggio agrario della pianura modenese degli anni ’30 e ’40 del Novecento, è stata condivisa con il Gruppo modenese scienze naturali che, in collaborazione con altre organizzazioni ambientaliste, a dicembre 2019 ha presentato una petizione per realizzare una bioarea in una parte del parco. Il documento era al centro dell’interrogazione presentata dalla consigliera Scarpa che chiedeva, appunto, quale risposta fosse stata data e quali interventi siano previsti per il parco.
“Nonostante i rallentamenti dovuti alla pandemia – ha detto Filippi – i contatti tra l’associazione e l’assessorato non si sono mai interrotti e si sono sviluppati sia con in incontri pubblici sia con riunioni con i tecnici in assessorato, arrivando a condividere, appunto, l’idea del recupero dell’impianto originale ma nell’ambito di una riqualificazione complessiva con l’obiettivo di sviluppare la ricostruzione storica agraria, a fini didattici, e di attuare interventi per favorire la biodiversità vegetale e animale, con particolare attenzione alla popolazione di impollinatori selvatici, di uccelli e di anfibi, oltre che di redigere un nuovo piano di gestione”.
Lo schema complessivo di riqualificazione, ha aggiunto l’assessora, è stato confezionato per poter selezionare un professionista che si occupi della redazione di un progetto, articolato in più fasi, “che preveda fin dal primo momento, il coinvolgimento dell’associazione proponente che incontreremo per condividere nel dettaglio lo schema ipotizzato”.
Aprendo il dibattito dopo la trasformazione in interpellanza, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha suggerito per il parco, oltre a uno sviluppo sul fronte della biodiversità, “un’azione di rimboschimento”. In questo modo gli spazi verdi “sarebbero ancora più fruibili dai cittadini, che potrebbero così passeggiare tra le piante, e il parco assumerebbe ulteriore valore grazie alla vicinanza al centro storico. C’è necessità di polmoni verdi”.
In replica, la consigliera Scarpa ha auspicato “un’accelerazione degli interventi nel parco”: è positivo che il Comune “abbia accolto le proposte arrivate dal territorio, nell’ottica delle sinergie con la comunità sulla cura del verde, ma la petizione dei cittadini risale a oltre due anni fa, quindi occorre uno sprint”. Il parco, ha aggiunto, può diventare “un’eccellenza anche come luogo caratterizzato da funzioni ambientale e di scoperta della natura con la presenza di percorsi didattici”.
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