Le cinque interrogazioni presentate sul progetto di ampliamento dello stabilimento di Conad nord-ovest hanno generato un dibattito nella seduta di lunedì 7 febbraio.
Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) in attesa di avere il quadro definitivo dell’intervento, “finora mai discusso in Consiglio”, ha valutato positivamente “l’opportunità di rigenerazione del comparto Civ e Civ”, chiedendo, però, “massima trasparenza e massimo coinvolgimento per approfondire le preoccupazioni generate dal progetto, a partire dall’impatto volumetrico e dall’aumento del traffico pesante”.
Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha affermato che “è evidente come il progetto attuale crei problemi sia per la qualità dell’aria - bene quindi la centralina che però deve rimanere più di un mese - sia per la viabilità”. Rispetto a quest’ultima, il consigliere ha espresso perplessità sul fatto “che si riesca a raggiungere l’obiettivo di togliere traffico dall’area residenziale. Allo stato attuale – ha aggiunto – non vedo l’interesse pubblico in questo progetto, ma una situazione pericolosa sulla quale vigilare”. Andrea Giordani ha osservato che a fronte dell’obiettivo di rigenerare un’area già costruita “non si sono previste, come al solito, opere compensative a vantaggio dell’intero rione: il volume dei camion sarà difficile da gestire e poi c’è la questione del verde. Anche se è vero che gli alberi abbattuti verranno ripiantumati, non sarà la stessa cosa, come non lo sarà avere l’area cani da un’altra parte”.
Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha detto di “avere l’impressione che si tenti di nascondere scelte politiche dietro questioni tecniche. All’Amministrazione e a noi, come Consiglio – ha aggiunto – spetta di rendere il polo meno impattante possibile, anche se ciò significa dispiacere alla grande cooperazione, anche perché la logistica equivale a inquinamento e noi abbiamo già l’inceneritore. Dobbiamo fare nostre le istanze dei cittadini della Sacca”.
Alberto Bignardi (Pd) ha sottolineato il valore dell’interlocuzione in atto con i cittadini: “È un processo di ascolto delle istanze dei residenti ancora in atto – ha affermato – con l’obiettivo di migliorare un progetto che punta alla rigenerazione di un’area abbandonata da tempo”. Il progetto di rigenerazione dell’ex Civ e Civ, ha affermato Diego Lenzini, “offre opportunità che vanno valorizzate e presenta criticità che dobbiamo affrontare nell’ambito di un lavoro di ascolto e miglioramento delle proposte che è ancora in corso”. Per il consigliere è necessario anche valutare quale potrebbe essere l’alternativa alla variante, “Conad, infatti, potrebbe decidere di portare tutto su via Finzi, che sarebbe peggio”.
Aprendo le repliche, Marco Forghieri (Pd) ha detto che discutere le interrogazioni “è stato un passo avanti, fatto nella sede opportuna che, prima o poi, sarà chiamata a votare”. Il consigliere ha ribadito, quindi, la natura privata del progetto per evidenziare che “il Comune non ha il potere di decidere su ogni cosa. Il nostro compito è accorciare le distanze tra chi presenta il progetto e chi ritiene che sia da rivedere”.
Secondo Paola Aime (Europa verde-Verdi) dalla risposta emerge “l’immagine di un’Amministrazione che dispone solo di armi spuntate. Ci sono norme sovracomunali che espropriano la politica locale del suo potere di avere una visione globale e di portare avanti politiche complessive per la città. Spesso si può procedere solo per piccoli aggiustamenti e la partecipazione, anche se c’è la volontà di valorizzarla, esce con voce flebile”.
Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha replicato che il progetto, “uno degli interventi più impattanti sulla città, sarà difficilmente assorbibile da quell’area: non credo che ci sia una sola famiglia che non sia allarmata”. Per il consigliere, “il confronto avrebbe dovuto iniziare molto prima del deposito del progetto perché è questo che le persone che non sono tecnici intendono per partecipazione, non presentare osservazioni a un progetto dovendo pagare un tecnico per farlo”.
Barbara Moretti (Lega Modena) si è detta perplessa “per il richiamo all’autonomia del privato: il Comune può dirci come dobbiamo fare una scala interna, non credo che non possa dare indicazioni per un’area così vasta”. Moretti ha ringraziato il comitato “che da mesi si batte per ridurre l’impatto sulla vivibilità del quartiere: sia l’Amministrazione che il privato devono valutare le osservazioni e le proposte dei cittadini”. La consigliera ha chiesto anche se il progetto è compatibile con i vincoli del nuovo Pug.
Nell’intervento che ha concluso il dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che l’Amministrazione, “come è suo compito, sta lavorando per tenere insieme il progetto con la tutela del quartiere che è a destinazione mista, residenziale e produttiva. Ma anche per connettere ciò che avviene in quell’area con quanto si sta facendo nell’area Prolatte, con l’obiettivo di migliorare permeabilità, pedonalità e ciclabilità e di togliere gli autoarticolati che oggi attraversano il quartiere”. L’assessora si è soffermata anche sulle dotazioni ambientali “che vanno migliorate: da qui la decisione di spostare l’area cani, anche per allontanarla dalla tangenziale, in modo da realizzare in quell’area un bosco. Voglio che si facciano le migliori scelte possibili – ha concluso – e ringrazio i cittadini e il comitato che hanno dato un contributo di grande qualità e di grande partecipazione civica”.
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