Oltre 400 famiglie fragili in più. Tra il 2019 e il 2022, anche a causa dell’emergenza Covid, il numero delle famiglie modenesi in difficoltà, che hanno ottenuto contributi economici dal Comune per il pagamento di spese relativi all’alloggio (affitti, utenze e spese condominiali), a integrazione del reddito o per l’acquisto di beni alimentari, è cresciuto passando da 1.191 a 1.617. In piena emergenza Covid, nel 2020, erano state 4.105 e 3.163 lo scorso anno.
Quest’anno sono stati erogati contributi per tre milioni e 302 mila euro, nel 2021 la cifra è stata di cinque milioni e 195 mila euro, nel 2020 erano stati raggiunti i quattro milioni e 898 mila euro; nel 2019 i contributi erano stati due milioni e 502 mila euro.
I dati sono stati forniti dal vice sindaco Gianpietro Cavazza rispondendo all’interrogazione sul “caro bollette” e contestualizzati in una riflessione sulla povertà che è aumentata anche a causa di una situazione di emergenza (pandemia prima, conseguenze della guerra in Ucraina ora) “che non si era mai vista dal Dopoguerra a oggi”.
Per Cavazza l’impatto dell’aumento dei costi energetici è “decisamente più sensibile sui nuclei familiari a basso reddito o a reddito fisso” in un contesto dove l’incidenza della povertà è aumentata dal 2008in particolare su famiglie con figli minori, lavoratori a termine, donne, immigrati. “Tale quadro – spiega Cavazza - è ancor più problematico se si considera la rilevante crescita del tasso di inflazione che si concentra su generi alimentari ed energia che hanno un peso rilevante nel paniere delle famiglie italiane”.
La crescita della povertà registrata dal 2008, con un’accelerazione durante la fase pandemica, porta a ritenere che oggi in regione il 9,6 per cento della popolazione sia nella fascia di rischio, circa 426 mila persone che non raggiungono la soglia economica dei 10.519 euro annui. La stima regionale è di quasi 2 punti percentuali inferiore a quella riferita al complesso delle regioni del Nord – Est (11,5 per cento) dove il rischio povertà ha subito un aumento significativo negli ultimi tre anni.
Dati aggiornati sul territorio provinciale e comunale non sono disponibili, ma può essere significativo valutare i redditi individuali dei 138.080 contribuenti modenesi. Nel 2020 uno su cinque (il 20,5 per cento) aveva un reddito inferiore ai 10 mila euro ed era una quota tendenzialmente stabile. Tra i 10 e i 15 mila euro era collocato il 10,9 per cento ed era tendenzialmente in calo, così come era in calo il 31,6 per cento dei contribuenti della fascia 15-26 mila euro. In aumento, invece, il 28,7 per cento della fascia tra 26 e 55 mila euro, così come l’8,4 per cento oltre i 55 mila euro.
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