Attuare, nei limiti delle competenze dell’ente locale, tutte le iniziative utili affinché vengano garantiti i diritti, le libertà fondamentali e l’incolumità fisica di Julian Assange. È l’invito contenuto nell’ordine del giorno di sostegno al giornalista australiano che nel 2006 ha fondato il sito wikileaks approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 27 ottobre. Presentato da Pd e Modena civica, e illustrato dalla prima firmataria Federica Di Padova, il documento ha ottenuto il voto a favore anche di Sinistra per Modena, Movimento 5 stelle, Lega Modena (esclusa la consigliera Santoro che si è astenuta); contrari Forza Italia e Fratelli d’Italia, astenuta Modena sociale.
Nella stessa seduta, l’Assemblea ha respinto l’ordine del giorno presentato da Beatrice De Maio (Modena sociale) che invitava l’amministrazione a chiedere al Governo italiano di riconoscere ad Assange “lo status di prigioniero politico, unendosi alle varie organizzazioni umanitarie per chiederne la liberazione”. La mozione ha ottenuto il voto a favore anche del M5s; contrari Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la consigliera Santoro (Lega Modena). Astenuti Lega Modena, Modena civica e Sinistra per Modena.
Julian Assange, come ricordato negli ordini del giorno, è attualmente detenuto nel carcere di Belmarsh, in Inghilterra, in regime di isolamento, in condizioni di salute precarie, ed è sotto indagine negli Stati Uniti, per la pubblicazione di documenti segreti del governo americano, a causa della quale rischia l’estradizione (approvata dal governo inglese a giugno) e una lunga condanna.
Dopo aver affermato che Assange “ha diffuso documenti nei quali si evidenza la vera natura delle cosiddette guerre per la democrazia condotte dagli Usa”, Beatrice De Maio ha affermato che, spesso, il Consiglio si occupa “della non libertà di stampa nei Paesi etichettati come totalitari, ma Assange è processato per aver fatto il suo lavoro di giornalista proprio da quell’Occidente che vuole dare lezioni di libertà al resto del mondo”.
Per il Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha esordito ricordando che il 5 settembre scorso l’Ordine dei giornalisti italiano ha conferito ad Assange la tessera ad honorem per aver difeso il diritto di cronaca, la libertà di informazione e l’incolumità dei whistblower. Ha dichiarato, quindi, il voto a favore a entrambi gli ordini del giorno poiché entrambi condividono il fatto che Assange “è vittima di una grave ingiustizia e rischia la vita”.
Intervenendo nel dibattito per il Pd, Federica Di Padova ha sottolineato la delicatezza di una questione che riguarda il “difficile equilibrio che nelle democrazie liberali esiste tra la libertà di informazione e la tutela della sicurezza nazionale”, chiedendo “di uscire da una logica ideologica”, mentre Marco Forghieri ha affermato di ritenere “eccessiva la condanna della richiesta di estradizione” che rappresenta una sorta di intromissione “nel sistema giudiziario della Gran Bretagna e degli Stati Uniti”.
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