22/01/2022

“MODENA 0-6, LE VERIFICHE RIGUARDINO I SERVIZI ALLE FAMIGLIE”

Il Consiglio ha respinto una mozione del Movimento 5 stelle che chiedeva di effettuare un monitoraggio di tipo socio-economico sui nuclei per fare il punto sulle diseguaglianze

Concentrarsi sulle verifiche finalizzate ad accertare i bisogni delle famiglie sui servizi educativi, anche in relazione alle prestazioni erogate nell’ambito del Sistema Modena 0-6, anziché sulle situazioni degli stessi nuclei “che rappresentano informazioni non utili” per affrontare con efficacia il tema delle diseguaglianze, è la principale motivazione per cui il Consiglio comunale ha respinto, nella seduta di giovedì 20 gennaio, un ordine del giorno del Movimento 5 stelle. La mozione, presentata dalla consigliera Enrica Manenti, chiedeva infatti all’Amministrazione di realizzare “un’indagine sulla composizione socio-economica delle famiglie che usufruiscono di tutte le strutture scolastiche, pubbliche e convenzionate, delle scuole infanzia della città suddivise per tipologia” come strumento di valutazione, anche nell’ottica di sviluppare interventi migliorativi “per ridurre le diseguaglianze e garantire le pari opportunità per i bambini di Modena”.

L’ordine del giorno ha avuto il voto a favore dei firmatari e degli altri gruppi di opposizione (Lega Modena, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Forza Italia e Modena sociale); contrari Pd e Modena civica; astenuti Sinistra per Modena ed Europa verde – Verdi. E sono stati respinti anche tre emendamenti presentati da Elisa Rossini per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia che sottolineavano l’importanza di “garantire la libertà di scelta educativa dei genitori”, richiamandone i riferimenti normativi costituzionali ed europei, anche alla luce delle informazioni che emergerebbero dal monitoraggio richiesto dalla mozione; e il valore di un’offerta formativa ampia costituita “dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali, come ricordato dalla legge”.

Dopo aver ricostruito l’evoluzione del percorso che ha portato al Sistema Modena 0-6 e segnalato “i rischi di disparità sociale in un contesto ancora più critico dovuto alla pandemia”, la mozione si concentra sulla stratificazione sociale nelle scuole d’infanzia: “La presenza del fenomeno causerebbe una lesione alle pari opportunità di bambini delle fasce più fragili”, violando “diritti costituzionalmente protetti”. Inoltre, costituirebbe “un arretramento rispetto alla tradizione educativa-scolastica della nostra città”, ai danni “del principio di inclusione”. Il monitoraggio del sistema educativo, conclude il documento, potrebbe essere sviluppato coinvolgendo strutture di ricerca, non solo universitarie.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Barbara Moretti ha parlato di “monitoraggio prezioso, anche per adeguare i servizi”, e più in generale ha rilevato di necessità di “rimettere l’educazione e il welfare al centro delle priorità. Si è già risparmiato abbastanza e l’esternalizzazione dei servizi prevista da Modena 0-6 sta contribuendo a depotenziare un’eccellenza di Modena”. Giovanni Bertoldi ha sottolineato il valore dell’indagine sollecitata dalla mozione: “Aiuterebbe a capire – ha affermato – se questo Comune dà le stesse possibilità a tutte le famiglie, nel contesto delle pari opportunità da garantire a tutti i cittadini”. L’obiettivo è dunque quello di migliorare “l’uguaglianza educativa e formativa dell’infanzia nel senso più pieno”.

Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti ha ricordato che lo studio dovrebbe riguardare l’intero sistema 0-6 con l’obiettivo di “individuare eventuali disparità sociali e apportare miglioramenti”. Per la consigliera, inoltre, la Fondazione Cresci@mo necessita di “essere irrobustita sul fronte del personale: un buon servizio scolastico si vede anche dagli aspetti gestionali e organizzativi”. Parlando del monitoraggio, Giovanni Silingardi ha segnalato che “le verifiche del Comune non toccano il tema della lotta alle diseguaglianze, lo studio vuole analizzare l’impatto sul possibile divario sociale ed economico che si può creare”. E su Cresci@mo ha rilevato che “il passaggio di una funzione a un soggetto privato, sebbene controllato dal Comune oggi, in futuro chissà, è pur sempre una privatizzazione. Noi siamo contrari”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha precisato che gli emendamenti da lei presentati miravano a “garantire alle famiglie la libertà di scelta con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze”. E la partecipazione dei genitori nel Sistema Modena 0-6, ha aggiunto la consigliera, “dovrebbe essere sviluppata meglio, a partire appunto dalla possibilità di poter scegliere liberamente la scuola dei propri figli”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani, dopo aver ricordato che l’Amministrazione “già sviluppa monitoraggi continui”, ha sottolineato che il Sistema 0-6 è integrato in un coordinamento pedagogico “che permette appunto di verificare i servizi e di renderli più omogenei possibili, mantenendone le diversità e portandoli all’interno di un progetto volto proprio a evitare stratificazioni sociali, migliorando quindi l’inclusività. Così si ottiene un servizio plurale, democratico e partecipativo grazie al coinvolgimento delle famiglie”. Diego Lenzini ha sottolineato il valore di una forma di gestione dei servizi educativi “apprezzata anche all’estero, da dove vengono a studiare le nostre attività. È merito anche di Cresci@mo, che fa parte del sistema”. Inoltre, la Fondazione “non si può definire un soggetto privato visto che è al 100% del Comune, peraltro con la presenza di dirigenti pubblici e famiglie nella governance”. Anche Antonio Carpentieri ha fatto presente che il monitoraggio sul Sistema 0-6 “deve concentrarsi sulla qualità del servizio, non sulle situazioni socio-economiche delle famiglie, dati che costituiscono informazioni non rilevanti, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni dei nuclei le cui esigenze sono già al centro delle riflessioni”. Occorre infatti pensare, ha precisato, “a come migliorare la proposta, sia delle strutture comunali sia di quelle di Cresci@mo, invitando anche gli altri soggetti del sistema integrato a fare altrettanto”.

“La statizzazione degli istituti di cui parla la mozione non ci convince”, ha detto Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena). “Per rilanciare la qualità dei servizi per l’infanzia, infatti, l’iniziativa dovrebbe essere comunale”. Il progetto Modena 0-6, ha aggiunto il consigliere, “non è ancora decollato anche a causa di difficoltà organizzative e di poca valorizzazione degli operatori. Auspichiamo i report dall’Amministrazione sul progetto, dando voce a chi lavora nelle strutture”.

“Non trovo preoccupante il fatto che la mozione suggerisca al Comune di ricercare collaborazione per sviluppare un’indagine di questo tipo, che potrebbe dare riscontri utili anche alla luce degli effetti del Covid sulla società”, ha osservato Paola Aime (Europa verde – Verdi). La consigliera ha poi sottolineato “l’ambiguità del documento quando parla di ‘interventi migliorativi’ da effettuare sul Sistema 0-6”.

Nel dibattito è intervenuta anche l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi: “Troppo spesso il tema del progetto 0-6 viene confuso con la Fondazione Cresci@mo ma, in realtà, l’azione è molto più ampia e integrata con l’intero sistema formativo ed educativo della città”. L’assessora ha quindi ricordato l’attività del Tavolo di confronto “Modena Zerosei Costruire futuro” a cui partecipano tutte le componenti a diverso titolo interessate alle politiche educative: “È in corso il confronto sui bisogni dell’infanzia e delle famiglie”, ha precisato, anche con l’obiettivo di costruire piani per promuovere cultura, elaborare proposte innovative, ricerche e sperimentazioni, “riflettendo pure sui temi della gestione dei servizi alla luce dell’emergenza sanitaria”.

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