“L’istruzione è al centro della strategia di ripartenza della città, così come lo è nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e tutte le scuole modenesi riprendono l’attività in presenza con l’obiettivo di proseguire così, in sicurezza. E che la Dad rimanga solo un’integrazione dell’attività didattica”. È insieme l’augurio e l’impegno dell’Amministrazione comunale modenese per il nuovo anno scolastico che, dopo l’avvio a inizio mese di asili e scuole d’infanzia, si apre per tutti lunedì 13 settembre, quando in città rientreranno in classe quasi 30mila studenti (8.200 alunni delle primarie, 5.300 delle medie e 16mila delle scuole superiori). Lo stesso giorno, allo squillo della prima campanella, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, insieme all’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, si recheranno in visita alla scuola primaria De Amicis di viale Caduti in Guerra, dove l’amministrazione comunale sta conducendo un importante intervento di ristrutturazione e consolidamento.
Sindaco e assessora, accompagnati dalla dirigente dell’Istituto comprensivo 8 Anastasia Cantile, saluteranno alunni, insegnanti e personale del plesso e, con loro, simbolicamente tutto il mondo della scuola modenese che “riparte, con gioia e responsabilità, specialmente grazie ai vaccini, dopo due anni difficilissimi”, come scrive il sindaco in un messaggio aperto in cui rivolge in particolare agli studenti un doppio ringraziamento: “Perché da fine febbraio 2020, quando è cambiato il mondo, voi giovani siete stati i più colpiti dalla pandemia; le restrizioni per contenere i contagi e proteggere i vostri genitori e nonni, vi hanno tolto la vita scolastica, sociale, comunitaria, gli amici, lo sport. E un secondo ringraziamento, per la generosità e responsabilità dimostrata nell’aderire alla campagna di vaccinazione, contribuendo a riportarci tutti alla normalità. Il mio augurio – conclude - è che le emozioni di oggi siano nuova benzina per un anno in cui dovremo tutti insieme superare le sfide, e in cui possiate studiare, imparare, e crescere, perché la scuola è anche il luogo in cui si diventa le donne e gli uomini di domani”.
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