Il Comune di Modena ha affidato all’associazione di volontariato Porta Aperta la gestione di un emporio sociale, denominato “Portobello”, mettendo a disposizione un capannone in via Divisione Acqui 81, che rappresenta un punto di riferimento per le famiglie fragili che necessitano di beni di prima sussistenza, oltre a costituire un luogo di incontro, di cura e di scambio per i cittadini e il mondo del volontariato. La convenzione, che ha durata biennale a partire dallo scorso 1 agosto, prevede un finanziamento da parte dell’Amministrazione di complessivi 40mila euro, erogati come rimborso a parziale copertura delle spese che Porta Aperta sosterrà per la gestione della struttura.
L’emporio sociale, inaugurato nel 2013, nel corso degli anni ha visto la collaborazione di molteplici associazioni di volontariato e di più di 50 partner tra aziende e organizzazioni, in rete con l’Amministrazione locale, permettendo così di sostenere migliaia di nuclei familiari, specialmente quelli con figli minori, a cui sono stati distribuiti prodotti alimentari e per l’igiene personale grazie alle donazioni delle aziende, di singoli cittadini e all’impegno dei quasi 200 volontari (un terzo dei quali sono anche beneficiari) che ruotano intorno alla struttura. Portobello, infatti, non è solo un luogo, rispettoso della dignità delle persone, per la raccolta e la distribuzione di beni di prima necessità, con un valore medio dei beni distribuiti ogni anno di circa 600mila euro, ma anche un punto di integrazione con altre realtà per costruire relazioni e offrire strumenti alle famiglie, un centro attraverso cui sviluppare un partenariato diffuso con una molteplicità di soggetti della società civile, appartenenti ai mondi istituzionale, profit e terzo settore e uno spazio in cui combattere lo spreco ed educare al consumo sostenibile e al riuso.
A seguito della conclusione della convenzione stipulata nel 2019 con Porta Aperta, che ha gestito la struttura negli anni subentrando nel 2017 all’associazione Servizi per il volontariato Modena, il Comune ha quindi avviato un nuovo avviso pubblico, che ha visto appunto Porta Aperta aggiudicarsi il servizio per un periodo di due anni, rinnovabili.
Porta Aperta dovrà continuare a sviluppare le attività caratterizzanti della struttura: sostenere i cittadini in difficoltà indicati dai Servizi sociali, mantenere un magazzino in cui ottimizzare la gestione dei beni alimentari disponibili e per la gestione dei prodotti, anche in collegamento con altri empori della provincia e della regione, e attivare servizi come uno spazio di ascolto, curato da Progetto insieme, per cercare di lavorare alle radici del problema, dove le persone possono trovare aiuto per la gestione del bilancio familiare (dalla scelta dei fornitori più economici delle utenze domestiche alla soluzione di problemi legati al lavoro e al sovra-indebitamento) e uno sportello di orientamento all’impiego.
L’accesso all’Emporio da parte delle famiglie avverrà sempre a cura dei Servizi sociali attraverso l’invio dei nominativi da parte dei Poli territoriali, nel rispetto dei criteri stabiliti negli ultimi anni dall’Amministrazione, da concordare col gestore tenuto conto pure dell’evoluzione dei bisogni dei cittadini. La struttura di via Divisione Acqui è concessa a titolo a gratuito, ma l’associazione si dovrà occupare della manutenzione ordinaria e delle utenze. Il finanziamento previsto, che consiste in 20mila euro annui, potrà servire inoltre a coprire le spese per l’acquisto di quei generi alimentari ritenuti essenziali – pasta, olio, uova – che non dovessero affluire in quantità sufficiente dalle donazioni.
Azioni sul documento