01/07/2021

MINORI DIMESSI / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione del consigliere Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia)

L’interrogazione sulla dimissione di due minori dai servizi educativi, proposta da Antonio Baldini (Fratelli d'Italia-Popolo della famiglia) è stata trasformata in interpellanza su richiesta del consigliere Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che, pur definendo “discutibile” il comportamento dei genitori dei minori, ha affermato che “le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. Non si possono discriminare i bambini e non dobbiamo dimenticare che l’istruzione è un diritto previsto dalla Costituzione”. Citando la proposta dell’assessore regionale alla Scuola di escludere la Dad per i ragazzi vaccinati, ha detto che “il vaccino non è obbligatorio e non sono i bambini che decidono se farlo, quindi non è possibile escluderli da scuola”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) “il Comune ha fatto una scelta che costituisce un precedente grave rispetto al patto di corresponsabilità educativa. C’è un atteggiamento punitivo nei confronti di questi genitori, di cui non condivido l’atteggiamento negazionista, che ricade sui bambini, estromessi da scuola per una condotta dei genitori. Il diritto allo studio dei bambini viene prima di tutto e non può decadere per la condotta illecita dei genitori”. Non c’era, ha proseguito la consigliera, “l’evidenza che potessero portare l’epidemia a scuola. Ma il patto di corresponsabilità è stato interpretato come se la missione educativa fosse nei confronti dei genitori, e questo è un problema enorme. Le famiglie fragili vanno aiutate, non espulse”. 

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha rimarcato la gravità di quanto accaduto: “Chi vive in una comunità – ha detto – deve rispettarla. L’Amministrazione ha fatto bene a tenere aperto il dialogo con questi genitori, che hanno messo a repentaglio l’accesso dei figli al servizio e la sicurezza sanitaria delle altre famiglie. Ma il Comune – ha proseguito – ha il dovere di tutelare non solo il diritto di accesso al servizio ma anche il diritto alla salute dei bambini coinvolti e del resto della scuola, in pratica la comunità intera. Ha scelto di farlo ed è una scelta a favore delle famiglie che condividiamo”. “È chi si chiama fuori dal patto di corresponsabilità e non rispetta le condizioni per frequentare la scuola che viola il diritto dei bambini”, ha aggiunto Vittorio Reggiani: “In questo caso, sospendere i bambini non è una lesione perché, dal punto di vista del principio, siamo nella stessa situazione di bambini bocciati perché i genitori non li hanno portati a scuola. Non si tratta, quindi, di una scelta punitiva ma di una scelta legittima che applica il patto di corresponsabilità”. 

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha sospeso il giudizio: “I genitori non hanno rispettato le regole ma, d’altra parte, il diritto all’istruzione è sacrosanto. Prendiamo atto di tutti gli sforzi fatti dal Comune ma non siamo sicuri di quanto il provvedimento che è stato preso sia proporzionato all’accaduto. Il patto di corresponsabilità è importante ma ribadiamo che le colpe dei genitori non possono ricadere in toto sui figli”. Federico Trianni ha ricordato che “è vero che esiste un diritto costituzionale all’istruzione ma è costituzionale anche il diritto alla salute. Non sono contento per l’estromissione dei bambini – ha aggiunto – ma in questo caso è stata fatta la scelta migliore per tutelare la salute”. Il consigliere ha suggerito, inoltre, di prevedere “un piano organizzativo da utilizzare quando si dovrà valutare, l’anno prossimo, la questione dei bambini vaccinati: non tutti nelle classi avranno ricevuto la somministrazione”.

Paola Aime (Verdi) ha affermato che “questi genitori hanno messo in atto, in maniera provocatoria, comportamenti non accettabili socialmente. I genitori devono tutelare i figli, ma questi bambini non sono stati tutelati dai loro genitori che hanno agito contravvenendo ai decreti dello Stato. C’era, inoltre, un dovere di tutela della collettività che doveva essere applicato”.

In replica il consigliere Baldini si è detto “non soddisfatto della risposta” e ha precisato che “dagli atti risulta che l’unica ragione alla base del provvedimento è il fatto che il padre dei bambini in un’occasione è stato individuato al parco Amendola senza mascherina”. La misura appare dunque “forzata, si è voluto sanzionare le opinioni, più che le condotte. Spero che l’Amministrazione torni sui propri passi”.

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