Sono intervenuti consiglieri di diversi gruppi nel dibattito che ha preceduto la votazione della delibera sulle nuove Politiche giovanili dell’Amministrazione approvata dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 15 luglio.
Aprendo il dibattito per il Pd, Stefano Manicardi ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i giovani nelle scelte dell’Amministrazione “come fece già anni fa la Circoscrizione 4 con la Commissione giovani”. Scelte come queste, ha osservato, “danno slancio e attivismo perché si ragiona insieme sulla città di domani su diversi fronti, come, per esempio, quello urbanistico”. Irene Guadagnini ha precisato che la spinta a istituire politiche giovanili è efficace “quando questa categoria astratta viene calata nel concreto e nella quotidianità e, soprattutto, nel momento in cui questo sguardo rivolto alle giovani generazioni si allarga a tutti i settori dell’ente, in dialogo continuo e proficuo tra loro”. Federica Venturelli ha messo l’accento su diversi “temi a cui le Politiche giovanili danno risposte come il lavoro, il rafforzamento dell’Informagiovani, i centri di aggregazione giovanile, il servizio civile”. Sul diritto alla casa ha sollecitato “la promozione dell’emancipazione abitativa anche con progetti specifici come ‘Abitare sociale’ in via Forghieri e il sostegno alle giovani coppie”. Sul tema dell’autonomia abitativa è intervenuto anche Alberto Bignardi, secondo cui “il progetto ‘Antenne’ consentirà di incrementare e migliorare il livello di frequentazione dell’R-Nord, contribuendo anche a presidiarlo attivamente”. I giovani, ha aggiunto, “hanno bisogno di luoghi facili da raggiungere e l’R-Nord lo è. Inoltre, si interviene sul problema degli affitti”. Dopo aver rilevato che “le Politiche giovanili ambiscono a disegnare una città per i giovani”, Federica Di Padova ha detto che il documento rafforza il tema dell’accesso alle conoscenze: il Comune può mettere in campo misure per arricchire il bagaglio culturale dei giovani”, oltre a incentivarne l’emancipazione “intervenendo sui fronti del lavoro e dell’abitare”.
“Gruppi di lavoro tematici, incontri informali, questionari” sono alcuni degli strumenti proposti da Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) per coinvolgere i giovani “nelle politiche che li riguardano direttamente: è importante mettere al centro la partecipazione e i bisogni e i sogni dei ragazzi”. Dopo la fase del Covid “di cui i giovani fragili hanno subìto pesantemente gli effetti – ha osservato la consigliera – occorre concentrarsi sui temi della scuola, della socialità, della precarietà lavorativa”. Scarpa ha sollecitato anche “attenzione al tema dei diritti dei lavoratori della cultura”
“Lavoro, casa, spazi, trasgressione, cultura e istruzione sono alcuni dei punti chiave del documento, ma vorremmo puntare l’attenzione sul lavoro di qualità collegato alla transizione ecologica”, ha affermato Paola Aime (Europa Verde – Verdi). Per la consigliera il documento di indirizzi “rappresenta un processo, non solo un progetto, lascia fluidità in un confronto e in una sorta di patto con i giovani che ha necessità di ripartire con intenti e strumenti più moderni”.
“È interessante il metodo di lavoro che prevede il coinvolgimento dei giovani”, ha detto Enrica Manenti (Movimento 5 stelle), focalizzandosi su alcuni punti: “La prossimità degli spostamenti che aiuta a vivere la città; l’essenzialità delle abitazioni come risposta al problema degli alloggi; la polifunzionalità degli spazi pubblici; la contaminazioni tra culture, idee e generazioni; le competenze per ‘cucire’ le conoscenze e dare gli strumenti per muoversi nel mondo dell’informazione”. La consigliera ha poi suggerito di attivare “un accordo con Unimore per tenere aperte le biblioteche aperte di sera”.
Segnalando che “in commissione consiliare non è stato possibile avviare una riflessione sui contenuti”, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) si è dichiarata “delusa” da un documento “generico e poco chiaro nella definizione di obiettivi e iniziative”. La consigliera ha osservato che “si parla di giovani da 16 a 35 anni senza proporre specificità per le fasce di età: per esempio, i ragazzi da 16 a 19 anni richiedono un’attenzione particolare ed è indispensabile il coinvolgimento della famiglia, che rappresenta il grande assente da queste linee guida del Comune”. Rossini ha criticato la scelta di mettere a disposizione dei giovani che arrivano da fuori città gli alloggi all’R-Nord, “un luogo brutto e degradato”.
Anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha parlato di un “documento che manca di concretezza”. Precisando di sostenere il coinvolgimento dei giovani nella società, il consigliere ha suggerito “di creare spazi e condizioni, come il lavoro e l’abitazione, in cui i ragazzi possano apprendere autonomia e senso di responsabilità per diventare cittadini integrati ed esprimere le proprie potenzialità”. Bertoldi ha definito “strumentale” la scelta di far vivere i giovani nei quartieri problematici “per limitare il degrado”; inoltre ha spiegato che “il Comune tende a intercettare solo una parte dei giovani, quelli più attivi e impegnati, mentre ci si dovrebbe rivolgere a tutti, a partire da quelli che non hanno rapporti con le istituzioni, che sono la maggioranza”.
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