“La legalità è un principio fondamentale sempre da perseguire, innanzitutto a garanzia di coloro che rispettano le regole. L’amministrazione comunale proseguirà quindi per dare attuazione alle ordinanze di sgombero dei due insediamenti abusivi in stradello Riva a Baggiovara. Inoltre, il Comune è al lavoro assieme alla Diocesi di Modena per trovare una soluzione per il superamento dell’insediamento in località San Matteo, che non è censitO come microarea e dove sono presenti numerosi minori.
È quanto in estrema sintesi ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 3 giugno, quando ha risposto a tre interrogazioni sul tema microaree nomadi, due delle quali presentate da Piergiulio Giacobazzi capogruppo di Forza Italia. Rispetto a Baggiovara, Giacobazzi chiedeva informazioni sull’area in questione, sulle persone che vi stazionano, su eventuali segnalazioni e controlli effettuati, su come l’amministrazione “intenda procedere e con quali tempistiche”. In merito al “campo nomadi non autorizzato in località San Matteo” il consigliere domandava, “in base a quali presupposti l’area continua ad essere utilizzata per lo stanziamento di persone”, oltre che informazioni su occupanti, misure giudiziarie a loro carico, presenza di minori e condizioni igienico sanitarie e ambientali in cui vivono, su frequenza scolastica e infine sull’attività di Polizia locale e Servizi sociali. La terza interrogazione, illustrata dal capogruppo di Lega Modena Stefano Prampolini, si concentrava sui “controlli di Polizia locale sugli insediamenti temporanei di nomadi” e domandava in merito a eventuali difformità riscontrate e provvedimenti assunti dall’amministrazione, morosità nel pagamento dell’affitto, utenze disattivate, interventi programmati dalla Polizia locale.
Confermata l’irregolarità dei due insediamenti presenti in stradello Riva, a Baggiovara, su un terreno agricolo privato dove i proprietari hanno effettuato opere edilizie abusive, il sindaco Muzzarelli ha confermato i numerosi controlli effettuati nell’area da Polizia locale e altri settori dell’amministrazione fino all’ordinanza di sgombero, giunta in seguito a una mozione approvata ad unanimità dal Quartiere 4 e a numerose segnalazioni dei cittadini. L’ordinanza di sgombero notificata a fine aprile è conseguente all’inottemperanza agli ordini di demolizione, già notificati in ai proprietari, cui erano seguiti ricorsi, confermata dai sopralluoghi di febbraio. I privati si sono quindi opposti e hanno presentato diversi ricorsi illustrati nel dettaglio in aula dal sindaco che ha precisato come è evidente che di questa complessa situazione giuridica il Comune, come Ente Pubblico, deve tenere obbligatoriamente conto, agendo in totale trasparenza e rispetto delle leggi, ma fermo restando nel proposito di ripristinare la legalità.
L’area lungo la Canaletto in località San Matteo è invece di proprietà del Comune, classificata come ad alta vocazione agricola di interesse ambientale, ed è stata attivata a fine 2014 in seguito a un provvedimento di arresti domiciliari. Attualmente vi sono quattro nuclei per un totale di 13 persone di cui 9 minori tutti oggetti di provvedimenti del Tribunale per i minorenni. Da diversi anni i Servizi Sociali si recano periodicamente nell’area; seguono la situazione dei nuclei ed in particolare dei minori; viene garantita la fornitura di generi alimentari, il necessario per il riscaldamento delle roulottes e l'assistenza medica. Inoltre, fino a un anno fa i minori frequentavano la scuola, inseriti in contesti comunitari; ora si stanno organizzando interventi educativi di sostegno all'acquisizione di competenze propedeutiche al graduale reinserimento scolastico. Inoltre, nell'ultimo anno si è cercato di costruire una rete di sostegno con rappresentanti della Diocesi e volontari che, quasi settimanalmente, vanno sul posto per sollecitare e coinvolgere adulti e minori a comportamenti responsabili e corretti, anche se “ci sono forti criticità nel portare avanti progetti a sostegno di processi evolutivi”. Muzzarelli ha quindi sottolineato che “l’area è complessa, con alcune criticità che si sono evolute rispetto all’inizio, mentre altre restano e impongono diversi tipi di controllo, anche da parte della Polizia locale (nel 2019-2020 sono stati 159 in zona e a fine maggio insieme a Polfer si è coordinata un’ampia azione di pulizia), mentre si lavora con la Diocesi di Modena, per arrivare al superamento complessivo della situazione”.
Sono invece una ventina le microaree censite come tali e gestite dal Settore Politiche Sociali, tutte di proprietà pubblica tranne una privata in stradello Bonaghino. A queste si aggiunge l’area sosta adibita a spettacolo viaggiante a fianco de I Portali, seguita dal Settore Attività Economiche.
Nelle microaree è previsto non un canone di affitto, ma una serie di obblighi, patti e convenzioni a cui gli occupanti devono adempiere, come previsto da una delibera di Giunta e dal Regolamento approvato dal Consiglio comunale. Complessivamente vi vivono 79 famiglie, tutte di origine sinti (sono cittadini italiani residenti a Modena) con circa 270 componenti di cui 94 minori che frequentano la scuola, sono seguiti dal pediatra e fanno regolarmente le vaccinazioni. Dal 2012 le utenze relative all’energia elettrica (energia necessaria al raffrescamento e riscaldamento delle case mobili), sono intestate direttamente ai residenti nelle microaree e l’Amministrazione comunale (che non ha notizia della disattivazione di utenze per morosità) è al lavoro per creare un percorso analogo anche per le utenze dell’acqua con valutazioni complicate dall’emergenza Covid.
Infine, per quanto riguarda l’attività della Polizia locale (esclusi quindi gli interventi delle Forze dell’ordine) sono stati 181 gli interventi specifici nel periodo 2014-2020, quando gli interventi per insediamenti non regolari sono stati complessivamente 1682 in città. Sono stati inoltre eseguiti 5 sgomberi di appartamenti (nessuno di microarea) ed effettuati insieme alla Polizia di Stato 6 servizi coordinati presso diverse microaree. Nel corso dei controlli vengono sempre regolarmente identificate le persone presenti nonché controllati i veicoli. Per quanto, infine, riguarda Arpae, risulta un solo sopralluogo nel 2019, a seguito di segnalazioni da parte di cittadini, in strada Fossamonda Nord, per verificare sversamenti sul terreno dell’area sosta occupata da nomadi: individuata la fuoriuscita di reflui domestici da una casetta prefabbricata, il problema è stato risolto.
In replica il consigliere Giacobazzi ha sottolineato “la situazione anomala rispetto al sistema dei campi di Baggiovara e di San Matteo”. Su quest’ultimo, in particolare, ha rilevato che “rimane un centro di attività criminali”, osservando che, “se a seguito dell’ultima operazione delle forze di polizia, i residenti sono stati arrestati e tradotti in carcere, è venuta meno l’elezione a domicilio per misure alternative al carcere e potrebbe, quindi, essere il momento opportuno per mettere mano a una soluzione definitiva per quel campo.
Stefano Prampolini ha affermato che, nonostante la questione dei nomadi sia difficilissima da affrontare per tutti i Comuni, “c’è una tolleranza diffusa verso certe situazioni e, anche a Modena, si aspettano sempre le pressioni dei cittadini prima di intervenire. Bisogna cambiare mentalità: favorire chi tra loro si vuole integrare e ha deciso di far parte della società e agire invece in modo pesante con chi non vuole, a tutela di tutti gli altri cittadini”.
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