Tenere lo sguardo rivolto al futuro, continuando “a fare memoria dei valori che, dopo la Liberazione, portarono il Paese al referendum in cui la Repubblica vinse sulla Monarchia” e sapendo che la democrazia, come la libertà, “è un patrimonio che ci è stato consegnato e che dobbiamo difendere dai tanti pericoli che in questi anni lo insidiano, per trasmetterlo alle generazioni future”.
È l’invito con il quale il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha aperto il suo intervento nel corso della celebrazione per i 75 anni della Repubblica italiana che si è svolta in Consiglio comunale nella seduta di oggi, giovedì 3 giugno, nell’ambito del programma di appuntamenti organizzati dal Comitato comunale per la Storia e le Memorie del Novecento. Al momento celebrativo, introdotto dal presidente del Consiglio Fabio Poggi, è intervenuta la docente di Etica e Responsabilità sociale d’impresa a Unimore Ulpiana Kocollari sul tema “Cittadinanza e responsabilità”.
Aprendo gli interventi, il presidente Poggi ha ricordato la nascita della Repubblica (“dalla Resistenza, dai partiti che collaborarono per la sua costruzione, dalla volontà popolare”) per affermare che per un rinnovamento dei valori della Repubblica sono necessari “uno choc di giustizia e un nuovo, vero e profondo protagonismo dei cittadini: occorre mettere la giustizia al centro del pensiero di ognuno e dell’agire collettivo, civile e politico. E occorre un ritrovato protagonismo per arginare il populismo che pervade sempre di più la società e si nutre di promesse miracolistiche. Credo lo si possa fare – ha proseguito – declinando in modo più chiaro e fattivo il concetto di partecipazione, per una nuova Repubblica che nasca dalla cittadinanza e dalla responsabilità”.
Il sindaco Muzzarelli ha dedicato particolare attenzione al fatto che il 2 giugno 1946 “per la prima volta a livello nazionale andarono al voto anche le donne: una conquista storica per il nostro Paese, che voglio ricordare e sottolineare anche oggi perché le donne sono state tra le più colpite dagli effetti economici e sociali della pandemia. Sono state le donne, in molti casi, a farsi carico delle nuove necessità familiari, delle esigenze di garantire una presenza a casa con i figli in dad, di far fronte ai bisogni degli anziani, di riorganizzare la vita delle famiglie. E sono state spesso le donne le prime (e le più numerose) a perdere il lavoro, a vedere ridotte le opportunità occupazionali. È una delle tante diseguaglianze – ha proseguito – emerse durante la crisi provocata dal Covid che ora stiamo superando e lo stiamo facendo, come ha sottolineato il presidente Mattarella, nel segno dell'impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione. E il presidente ha sottolineato come, in questa fase, il bene comune sia più importante di ogni particolarismo. Vale per le nostre comunità, dove abbiamo riscoperto il valore della prossimità perché tutti dipendiamo da tutti. E vale per il nostro Paese e per l’Europa”.
Da cittadina neo italiana di origini albanese, ha esordito Ulpiana Kocollari, “so quanto siano fragili valori come l’uguaglianza e la solidarietà e quanto sono fortunata di poterli esplorare come membro di una comunità che mi ha accolta come donna e come studiosa che cerca di insegnare e praticare la responsabilità sociale in ambito economico”. La responsabilità civica e sociale, ha sottolineato, è particolarmente importante perché “il mercato libero ci dice che non siamo alle dipendenze di nessuno, ma poi ci rende schiavi nell’isolamento del consumismo. Ciò che rende davvero liberi, invece, è essere legati gli uni agli altri nell’aiuto e nell’impegno reciproco, nel fare del nostro meglio nei quartieri, nelle aziende, nel nostro paese. Questo legame ci mostra che siamo uguali in dignità e ci ricorda che i diritti portano, anzi sono, responsabilità”. La studiosa ha affermato ancora che la responsabilità sociale non riguarda solo le aziende, “ma è per chiunque voglia trovare il modo di incoraggiare le abitudini civiche che preferisce”, indicando come riferimento l’Agenda 2030 per un futuro sostenibile e incoraggiando ad avere dei valori “che siano prosociali”, a metterli in pratica “insieme ad altre persone nelle aziende e nelle comunità, seguendo il modello della buona cittadinanza”.
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