08/05/2021

“POTENZIARE LE USCA ANCHE PER IL POST-COVID”, OK A ODG

La mozione presentata da Trianni (Sinistra per Modena) invita, inoltre, ad aumentare i tamponi anti-Coronavirus e a sviluppare la campagna vaccinale. Il dibattito in aula

Dare ulteriore impulso alla medicina territoriale, mantenendo attive le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) anche quando la pandemia sarà terminata, e incentivare l’integrazione delle stesse Usca con medici ospedalieri e operatori dei servizi sociali. È l’invito che rivolge al Comune l’ordine del giorno presentato da Sinistra per Modena a prima firma di Federico Trianni e approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 6 maggio, col voto a favore anche degli altri gruppi di maggioranza (Pd, Verdi e Modena civica) e di Movimento 5 stelle, Lega Modena e Forza Italia; astensione per Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia. La mozione, che sollecita l’Ente a farsi portavoce con Ausl, Regione e Governo anche per un potenziamento della sanità pubblica “utile nella risposta al Coronavirus, ma pure in prospettiva”, è stata approvata dopo essere stata emendata su proposta di Giovanni Bertoldi (Lega Modena). In particolare, riconoscendo l’importanza di determinare “la diffusione delle diverse varianti del virus tra le persone ‘positive’ ai tamponi molecolari”, l’emendamento (approvato all’unanimità) suggerisce di “incrementare le capacità di effettuare azioni di sequenziamento genico”.

Presentando il documento in aula, il consigliere Trianni ha innanzi tutto citato “le insufficienze strutturali dimostrate dal Sistema sanitario nazionale” in conseguenza del Covid e le misure “di carattere temporaneo” attivate dal governo per gestire l’emergenza, tra cui appunto le Usca, che hanno l’obiettivo di consentire al medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l’attività ordinaria. Inoltre, sottolineando il ruolo dei tamponi come elemento della strategia di contrasto al Covid, la mozione rileva anche “le difficoltà incontrate dalla sanità a Modena, così come in altri territori, nel processare un numero adeguato di test per la tempestiva diagnostica clinica e il tracciamento dei contatti”.

Alla luce di queste premesse, l’ordine del giorno chiede ulteriori azioni anti-contagio, come il potenziamento delle Usca, “non in sostituzione dei medici di medicina generale ma complementari e coordinate con le altre figure sanitarie”, lo sviluppo della campagna vaccinale e l’incremento dei tamponi effettuati sul territorio, compresi i “test antigenici rapidi in aree sensibili come scuole e comunità lavorative a rischio”, col duplice obiettivo di monitorare l’immunizzazione e, nell’era post-Covid che verrà, “di prevenire le malattie infettive in generale”. Inoltre, la mozione raccomanda di adeguare l’organico degli operatori e la dotazione di risorse informatiche della sanità pubblica.

Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Antonio Baldini ha evidenziato il ruolo dei tamponi e quello delle Usca, “che svolgono un compito fondamentale, da potenziare, per evitare che si intasino gli ospedali”, ma più in generale ha esortato nuovi interventi da parte del Governo affermando: “È inaccettabile che, a distanza di oltre un anno, siano attive misure ancora più restrittive e che il Paese si ritrovi ancora in emergenza sanitaria”.

Per il Pd, Ferdinando Tripi si è detto d’accordo sul rafforzamento delle Usca anche al di là dell’emergenza Covid “nell’ottica di una medicina territoriale preventiva in accordo con la medicina di base”. E ha posto la questione della “copertura” assicurata dai vaccini: “Se sarà necessario ripeterli, occorrerà un sistema che non che gravi sulle altre attività sanitarie non legate al Coronavirus”. Tommaso Fasano ha concordato sul concetto di “sanità più vicina ai cittadini”, che preveda il mantenimento delle Usca. Inoltre, “è giusta la scelta di potenziare anche le strutture sanitarie intermedie, come indicato peraltro dalla Conferenza territoriale socio-sanitaria”. Ha anche ricordato che “l’Amministrazione comunale ha investito su Casa della salute, Sert, Hospice”. Il prossimo passo potrà essere “l’ospedale di comunità”.

Condividendo le finalità della mozione e riconoscendo che “le Usca sono state fondamentali nell’azione di contrasto al Covid”, Paola Aime (Verdi) ha detto che occorre “definire i rapporti delle Unità con i medici di medicina generale, in particolare sul fronte della cura domiciliare”. Il compito di raggiungere i pazienti a casa deve ritornare, infatti, “in capo ai medici di base per non creare una medicina di famiglia ‘parallela’, con doppi costi”. La consigliera ha auspicato poi “nuove assunzioni di medici di base” da parte della Regione.

Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha osservato che “la lotta alla pandemia si basa sulla tempestività”, con riferimento all’emendamento presentato. Dopo aver ricordato che “in Italia la mortalità degli ammalati di Coronavirus è tra le più elevate” e auspicando “che si migliorino le performance”, ha messo l’accento sul sequenziamento genico che “permette di capire come circola il Covid e la presenza di varianti, consentendoci di rispondere di conseguenza, utilizzando laboratori e personale adeguati”. Dell’esigenza di potenziare il comparto della sanità ha parlato pure Barbara Moretti, che ha definito le Usca “supporto validissimo, al fianco dei medici di medicina generale”, aggiungendo che si è quindi verificata “una buona integrazione tra servizi ospedalieri, sanitari e sociali”. La consigliera ha tuttavia sottolineato “la mancata uniformità del protocollo terapeutico tra aziende sanitarie: in una situazione così seria, occorre poter disporre di tutti i presidi terapeutici, senza preconcetti ideologici”.

Infine, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), annunciando il voto a favore alla mozione “preferendola nella versione emendata”, ha ricordato che anche un suo ordine del giorno presentato nella seduta del 25 febbraio, e respinto nell’occasione dall’Assemblea, “si dedicava proprio al tema dei test anti-Covid nelle scuole”.

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