Risale al 2011 la stipula della prima convenzione del Comune di Modena col Tribunale cittadino finalizzata a permettere lo svolgimento di lavoro di pubblica utilità presso l’Amministrazione. La legge prevede infatti che questa attività a favore della collettività, che dal punto di vista giuridico consiste in una sanzione penale inquadrata come condanna sostitutiva della pena, possa essere effettuata presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o enti e organizzazioni di assistenza sociale o volontariato. In tutti i casi, si tratta di istituzioni che hanno sottoscritto apposite convenzioni col Ministero della giustizia o con i presidenti dei Tribunali delegati, come accaduto appunto a Modena.
Il protocollo firmato dieci anni fa concedeva questa possibilità alle persone condannate per i reati previsti dagli articoli 186 e 187 del Codice della strada (guida sotto l’influenza dell’alcol e in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti); mentre la seconda intesa, siglata nel 2015, ha introdotto anche l’ipotesi dello svolgimento del lavoro di pubblica utilità come obbligo dell’imputato in stato di sospensione del processo e messa alla prova. Nelle scorse settimane entrambi i provvedimenti sono stati rinnovati per tre anni.
Oltre a rappresentare un’opportunità per le persone condannate, la duplice convenzione permette al Comune di poter contare su risorse professionali aggiuntive che vanno ad affiancare gli operatori dell’Ente; il “monte ore” disposto dal Tribunale per i cittadini che usufruiscono del beneficio giuridico, che in genere spazia da 40 a quasi 200 ore, consente infatti l’affidamento di compiti operativi, anche articolati, che si sviluppano nel tempo.
L’iter giudiziario nasce sempre dalle istanze degli avvocati difensori dei condannati; dopo un primo contatto con la Polizia locale, che si riserva una valutazione in merito, la richiesta viene formalizzata all’Autorità giudiziaria, che si esprime accogliendo o meno il progetto. Solo a questo punto può partire il percorso operativo tra il responsabile dell’ufficio del Comune nel quale la persona lavorerà e l’interessato, con l’obiettivo di definire orari e modalità, individuando inoltre un tutor di riferimento.
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