02/11/2021

“SENZA CHIEDERE PERMESSO” PER CONCILIARE VITA E LAVORO

Giovedì 4 novembre, dalle 10.30, al Laboratorio aperto, la presentazione della 2ª edizione del bando per sostenere il lavoro femminile. Nel 2020 finanziati 9 progetti

Conciliare i tempi di vita e di lavoro e favorire la presenza paritaria delle donne nella vita economica oltre a promuovere un legame virtuoso tra welfare, produttività aziendale e benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. È l’obiettivo del bando “Senza chiedere permesso”, il progetto del Comune di Modena per sostenere misure innovative di welfare aziendale e di supporto al lavoro professionale femminile che, per il secondo anno consecutivo, mette a disposizione di aziende, associazioni e libere professioniste un fondo di 40 mila euro.

La seconda edizione di “Senza chiedere permesso” sarà presentata giovedì 4 novembre, al Laboratorio aperto dell’ex Aem (in via Buon Pastore 43) con un seminario che inizierà alle 10.30 e si concluderà a fine mattina. Per partecipare, nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid 19, è necessario registrarsi via mail (info@senzachiederepermesso.it) e presentare il Green pass all’ingresso.

L’incontro sarà aperto da Grazia Baracchi, assessora alle Pari opportunità del Comune di Modena e da Barbara Lori, assessora alle Pari opportunità della Regione Emilia Romagna che approfondirà le strategie e i progetti di rete per rafforzare e migliorare l’occupazione e l’imprenditorialità femminile. Dopo la presentazione dei contenuti del bando, a cura di Barbara Pinelli dell’Ufficio Pari opportunità del Comune, è previsto l’intervento di Francesca Panzarin, fondatrice di Womenomics.it, sul lavoro delle donne come il più importante motore dello sviluppo economico.

Il seminario sarà anche l’occasione per ascoltare le testimonianze delle vincitrici della prima edizione del bando che si è svolta nel 2020 e che ha premiato nove progetti innovativi a sostegno del lavoro femminile (sui 12 presentati). Nella linea di intervento dedicata alle aziende sono stati quattro i progetti che hanno ricevuto un contributo, accomunati dall’attenzione dedicata allo smart working ma declinati sulle esigenze specifiche: in particolare, Sixtema Spa aveva previsto anche un progetto di supporto alle famiglie attraverso permessi dedicati e l’introduzione di benefit flessibili; Hansa Temp ha dedicato una persona all’organizzazione di servizi per il personale e ha riorganizzato il settore commerciale in modo più funzionale alla formazione; la cooperativa La Lumaca ha studiato un nuovo piano di welfare aziendale; la società Pergolesi sport ha previsto un miglior accesso a permessi e flessibilità oraria e percorsi di aggiornamento.

Nella linea di intervento dedicata alle libere professioniste e alle microimprese hanno ricevuto il finanziamento quattro progetti: tre proposti dalla commercialista Silvia Medici, dall’avvocata Lucia Beneventi e dalla microimpresa Serendipity per acquistare la strumentazione necessaria a spostare una parte del lavoro a casa, in modo da prendersi cura della famiglia, e uno da Lega Coop per azioni di formazione sullo smart working da erogare alle piccole aziende associate.

Nella linea di intervento dedicata ad associazioni e organizzazioni è stato finanziato il progetto proposto dall’associazione Aut Aut per lo sviluppo dell’applicazione “Agenda Aut Aut” per rispondere ai bisogni specifici dei genitori che lavorano mettendo in fila gli impegni sociosanitari del figlio, creando una galleria di flash card (immagini necessarie alle persone autistiche per agire in modo autonomo) e una banca del tempo tra famiglie e volontari.

“Senza chiedere permesso” è stato elaborato dall’assessorato alle Pari opportunità, dopo una condivisione con le associazioni di categoria, la Cpo, i sindacati e Unimore, partendo dalla constatazione che molte aziende faticano ad applicare gli istituti di conciliazione che già esistono, e che tutto il mondo libero-professionale di fatto ne è escluso e con il convincimento che, invece, un maggior benessere di lavoratrici e lavoratori aumenta la produttività e si trasforma in una migliore performance dell’azienda.

Partner del progetto, insieme al Comune, sono il Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio, il Centro di ricerca su discriminazione e vulnerabilità di Unimore, Cgil-Cisl e Uil, Cna Modena, Ewmd (European women’s management development international network), Lapam Confartigianato donne imprese, Confcommercio Modena, Confesercenti Modena, Centro documentazione donna, Formodena, Commissione pari opportunità del Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali).

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