“Un’incomprensione tra l’addetta ai controlli in ingresso e l’utente che non doveva andare come visitatrice al reparto di oculistica, bensì al Pronto soccorso oculistico, collocato presso lo stesso reparto, per essere curata”. A spiegare il malinteso è la stessa Azienda ospedaliera di Modena che ha anche comunicato “di aver presentato le scuse alla signora, precisando che si è trattato di un caso unico e singolo, determinato da un evidente malinteso che ha determinato certamente un disagio, ma non ha avuto alcuna conseguenza dal punto di vista clinico. La paziente, infatti, poco dopo ha potuto accedere al Pronto soccorso da altro accesso senza difficoltà”.
Le spiegazioni già fornite dall’Azienda ospedaliera Universitaria sul fatto avvenuto il 5 settembre al Policlinico sono state riportate dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli al Consiglio comunale, giovedì 30 settembre, per rispondere a un’interrogazione sull’episodio illustrata da Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia. Il consigliere, ritenendo che “l’accesso al Pronto Soccorso, proprio per il carattere di urgenza ed inderogabilità delle cure ivi prestate, non rientri o non debba rientrare tra quelli che richiedano il Green Pass, aveva chiesto all’Amministrazione comunale se fosse al corrente dell’episodio e se sia prassi chiedere il Green Pass per l’accesso al Pronto Soccorso.
Il sindaco ha ribadito che per poter accedere alle cure del Pronto Soccorso, generale o specialistico che sia, non è necessario il green pass, che è invece indispensabile per i visitatori e caregiver che intendano entrare in ospedale, come è chiaramente espresso anche nella cartellonistica esposta ai punti di accesso. Di queste disposizioni, come specifica l’AOU, è informato il personale addetto alla verifica dei requisiti di accesso al nosocomio. “Dalla ricostruzione dei fatti fornita da tutti gli interessati, compresa l’utente, era subito emerso che, pur verificandosi uno spiacevole malinteso, nell’arco di mezzora è stata svolta la visita e le successive istruzioni di cura alla persona. Il malinteso ha determinato certamente un disagio per la paziente, ma (e questo credo che sia la cosa più importante) non ha avuto alcuna conseguenza dal punto di vista clinico”.
Intervenendo sul tema, Barbara Moretti di Lega Modena ha ricordato l’esistenza di un “diritto costituzionale alla salute”. Per la consigliera “era inequivocabile, vedendo la ragazza, capire dove era diretta e che necessitava di una visita per una corretta diagnosi. Per fortuna il problema non è risultato grave ma, se fosse stato un glaucoma o altro, avrebbe potuto portare a conseguenze pesanti. Riconosciamo l’impegno a gestire la situazione, ma nei check point ci deve essere un’informazione capillare e nel caso specifico non c’erano margini per fraintendimenti”.
Antonio Carpentieri del Pd ha ribadito che “il paziente che accede a ogni tipo di pronto soccorso non deve necessariamente essere in possesso di green pass. Il punto politico è chiaro e condiviso, ma gli errori si fanno e questo è stato evidentemente un errore. Il chiarimento e l’interessamento immediato dell’azienda ospedaliera ci sono stati e, per fortuna, l’episodio non ha avuto grosse conseguenze. Vigileremo – ha concluso il capogruppo – sull’aspetto più generale che quanto accaduto non si ripeta”.
Nella replica, Piergiulio Giacobazzi ha sottolineato che “la ragazza stava male e quel giorno si è trovata una porta chiusa. Il Policlinico ha fornito varie spiegazioni, ma è più facile farlo con una valutazione del caso già eseguita; il caso diventa politico e viene portato in Consiglio per evitare che si ripeta”. Il consigliere ha precisato di aver parlato più volte con gli operatori del Pronto soccorso “che lamentano costanti aggressioni e accessi con richieste irragionevoli: spesso le risposte non cortesi sono il risultato di questa pressione”. Al tempo stesso ha sottolineato che quotidianamente ci sono anche persone che tengono impegnati operatori e ambulanze per situazioni ingiustificabili.
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