È affidata al Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities “DHMoRe” dell’Università di Modena e Reggio Emilia la digitalizzazione del patrimonio storico documentario del Comune di Modena. Saranno infatti i ricercatori e le ricercatrici del Centro a studiarlo prima della digitalizzazione per renderlo disponibile a studiosi e cittadini attraverso una specifica piattaforma. Tra i primi obiettivi, rendere fruibili online a tutti liberamente, la “Cronaca” di Giovan Battista Spaccini (scritta a cavallo dei secoli XVI e XVII e conservata all’Archivio Storico comunale a Palazzo dei Musei) e gli oltre 100 mila testi autografi dell’autografoteca di Giuseppe Campori.
Il provvedimento che sancisce la collaborazione tra Università e Comune è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta comunale su proposta dell'assessore a Cultura e Città Universitaria Andrea Bortolamasi. L'Accordo di collaborazione per la fruizione del patrimonio comunale sulla piattaforma digitale in concessione d’uso al Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities prevede una durata di tre anni, rinnovabili per altrettanti, senza oneri economici a carico dell’Amministrazione. “L'accordo - afferma l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi - rafforza lo sviluppo di Modena come centro di riferimento per le nuove tecnologie applicate al patrimonio storico-documentario. I processi di digitalizzazione sono e saranno sempre più centrali, e “DHMoRe” rappresenta un tassello importante della più complessiva strategia di Modena città universitaria, che vuole svilupparsi su assi definiti: ricerca, saperi, cultura, offrendo opportunità a ragazzi e ragazze di costruire da qui un percorso di vita e lavoro”.
All’assessore fa eco Elena Fumagalli, docente direttrice del Centro “DHMoRe”, che sottolinea come “l’accordo rappresenti un ulteriore riconoscimento del Centro per le Digital Humanities da parte degli istituti culturali cittadini. Una delle nostre missioni è proprio collaborare con le istituzioni locali per studiare e far conoscere, a più livelli, il ricchissimo patrimonio culturale modenese”.
In particolare, con l’accordo, il Comune concede a titolo gratuito al “DHMoRe” l’utilizzo di dati e metadati (immagini, scansioni, dati catalografici e altri funzionali alla fruizione in ambiente digitale) riguardanti il proprio patrimonio storico documentario che sarà disponibile, nel corso del prossimo anno in modalità open access, attraverso una piattaforma digitale la cui architettura è stata progettata a partire dal 2017 grazie a un bando di Fondazione di Modena. Ogni istituto culturale disporrà di un proprio “canale” che sarà integrato con gli altri per consentire agli utenti una fruizione integrata di tutto il patrimonio culturale sul territorio modenese.
Viva soddisfazione è stata espressa dal Magnifico Rettore Carlo Adolfo Porro: “Si tratta di un altro passo verso la valorizzazione di un patrimonio storico di rilevanza internazionale che, attraverso il lavoro di ricerca condotto da Unimore, potrà essere sempre più conosciuto”.
L’accordo Comune - Unimore consolida la collaborazione già sancita dall’ampio progetto quadro “Modena Città Universitaria” del 2017 e dal protocollo d’intesa per la diffusione delle Digital Humanities del 2018 che vede coinvolte anche le Gallerie Estensi, la Fondazione di Modena, l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, l’Archivio di Stato e la Fondazione Modena Arti Visive.
Comune di Modena e Unimore stanno nel frattempo lavorando al nuovo protocollo “Modena Città Universitaria”, che sara presentato nelle prossime settimane e rappresenterà uno degli assi su cui costruire lo sviluppo della città.
Azioni sul documento