Il Comune di Modena, sulla base degli ultimi provvedimenti del Governo, vede ridursi drasticamente la propria capacità di assumere personale rispetto ai programmi definiti sulla base delle regole precedenti: dalle 93 assunzioni previste per il 2020 si passa a nove, che diventano addirittura zero nel 2021. Inoltre, paradossalmente, l’essere stato riconosciuto come “ente virtuoso”, in base al rapporto tra spesa di personale ed entrate correnti, determina un danno aggiuntivo. Se il Comune, infatti, non fosse “virtuoso”, con queste stesse regole, che considerano diversi parametri demografici e finanziari, avrebbe una potenzialità di assunzioni ben dieci volte superiore a quella attuale.
Per questo motivo, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Gualtieri (Economia), Luciana Lamorgese (Interno) e Fabiana Dadone (Pubblica amministrazione) per chiedere di modificare il provvedimento individuando “una soluzione che ci consenta di continuare a garantire servizi di qualità ai nostri cittadini”.
Il decreto del 17 marzo 2020 sulla copertura del “turn over” legata alla sostenibilità finanziaria, e la relativa circolare ministeriale di giugno che conferma le previsioni peggiori per il Comune di Modena, infatti, non tengono conto del livello di qualità e quantità dei servizi offerti dai Comuni, delle loro modalità di gestione e dell’amministrazione delle risorse umane ed economiche dei diversi enti. La situazione che si viene a creare, quindi, spiega Muzzarelli a Conte “è ancora più iniqua se si considera il livello dei servizi che il Comune di Modena fornisce alla cittadinanza ed il grande valore che ha da sempre attribuito ai servizi educativi, scolatici e sociali, ancora in gran parte gestiti con personale dipendente. Le nuove disposizioni – aggiunge il sindaco - mettono in seria difficoltà la nostra capacità di continuare a garantire un livello eccellente di tali servizi con personale a tempo indeterminato, proprio in un momento in cui la situazione del nostro Paese, ed anche della nostra città, richiederebbe una elevata capacità del settore pubblico di rispondere alla domanda dei cittadini e delle famiglie”.
La soluzione di minima che propone Modena al Governo, con una modifica del decreto (togliendo semplicemente un inciso che fa riferimento a uno specifico limite introdotto con il provvedimento) consentirebbe al Comune e altri enti locali nelle stesse situazioni di utilizzare, nel periodo transitorio 2020-2024, le residue capacità assunzionali antecedenti al 2020 così da arrivare intorno a 30 unità di personale.
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