L’impianto di termovalorizzazione di Modena è già allineato alle nuove prescrizioni sull’utilizzo delle migliori tecniche disponibili decise dall’Unione europea con l’obiettivo di ridurre le emissioni derivanti dall’incenerimento e di migliorare l’efficienza energetica. Lo ha spiegato l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi rispondendo in Consiglio comunale, nella seduta di mercoledì 13 maggio, all’interrogazione proposta dal consigliere del Pd Alberto Cirelli.
L’interrogazione faceva riferimento alla Decisione di esecuzione n. 2010 del 12 novembre 2019 della Commissione europea che impone, appunto, l’adozione delle “migliori tecniche disponibili”, le cosiddette Bat (Best available techniques), negli impianti di incenerimento rifiuti per ridurre le emissioni inquinanti e migliorare le prestazioni energetiche e ambientali e, di conseguenza, anche il riesame, da parte delle Regioni, delle Autorizzazioni integrate ambientali entro quattro anni. Il consigliere, quindi, ha chiesto a che punto fosse il processo di adeguamento.
L’assessora Filippi ha dettagliato la risposta sulla base delle informazioni fornite da Herambiente, gestore dell’impianto di via Cavazza 45, mettendo in evidenza gli ambiti nei quali il termovalorizzatore è, di fatto, già conforme alle indicazioni della Commissione europea rientrando pienamente nei livelli di emissioni associati all’utilizzo delle Bat.
La conformità è verificata per tutti e tre gli ambiti previsti: tecnologie, performance di esercizio (ambientali ed energetiche) e sistemi di monitoraggio. Rientrano, quindi, nei requisiti previsti per le tecnologie i sistemi di stoccaggio rifiuti, combustione, recupero energetico, depurazione fumi; i sistemi di controllo di processo e quelli di controllo delle emissioni. Per quanto riguarda le performance ambientali, è rispettato il range dei livelli di emissione entro il quale l’impianto deve rimanere per ciascuna emissione (in aria e in acqua) in condizioni di normale esercizio. Uno degli obiettivi di applicazione delle Bat è incrementare l’efficienza energetica degli impianti che viene misurata attraverso l’indice di efficienza elettrica lorda che, nel caso dell’impianto di via Cavazza, rientra pienamente nei livelli previsti. Anche i sistemi di misura emissioni previsti dalla Commissione sono già in funzione: in particolare, sono attivi il sistema di campionamento a lungo termine delle diossine policlorurate e dei furani e lo strumento di misura in continuo del mercurio nelle emissioni. Entrambi i sistemi sono installati e in funzione nell’impianto di Modena fin dalla sua attivazione. L’Autorizzazione integrata ambientale in vigore definisce le modalità di utilizzo e le periodicità di controllo, oltre ai limiti da rispettare. Già operativo anche il piano di gestione odori e quello di gestione rumore.
“In sintesi, l’impianto di termovalorizzazione di Modena – ha concluso l’assessora –
rispetta già, nei fatti, le nuove prescrizioni sulle migliori tecniche disponibili e non è, quindi, necessario mettere in atto miglioramenti sostanziali”.
L’Autorizzazione integrata ambientale vigente, che contiene prescrizioni già allineate e, talvolta, più restrittive rispetto a quanto previsto dalla Decisione, sarà comunque sottoposta a riesame.
I dati sulle emissioni del termovalorizzatore di Modena, come di tutti gli impianti del gruppo Herambiente, sono disponibili on line sul sito dell’azienda (www.herambiente.it). I principali parametri delle emissioni sono analizzati ogni 60 secondi, trasmessi ad Arpa e pubblicati aggiornati ogni mezz’ora.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Andrea Giordani (M5s) ha detto che sarà necessario verificare i dati delle emissioni, delle acque reflue e del rendimento elettrico, partendo però dal presupposto che “l’inceneritore va spento appena possibile”. Il consigliere ha ricordato anche che a Modena il dato della raccolta differenziata è inferiore a quanto previsto dalla stessa legge regionale ed è necessario, quindi, continuare a sostenerla, anche perché “non è vero che il Covid-19 la rende più pericolosa”. Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) l’inceneritore “emette aria rovente e inquinanti come svariate arterie stradali. Se limitassimo l’apporto dei rifiuti a quelli prodotti in provincia, l’utilizzo sarebbe dimezzato e si ridurrebbero le emissioni. Mi domando perché non si faccia”.
Nella replica, il consigliere Cirelli ha affermato che “con tutti i suoi limiti, questa tecnologia è quella che consente il miglior risultato possibile per consentire un equilibrio nello smaltimento dei rifiuti”.
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