Il Comune di Modena dà il via libera alla sperimentazione di servizi di sharing di monopattini a propulsione prevalentemente elettrica a flusso libero (free-floating), cioè con la possibilità di restituire il monopattino in punti diversi da quello di prelievo.
Lo ha deciso la Giunta comunale che nei giorni scorsi ha approvato la delibera che definisce quali elementi dovranno essere rispettati per procedere all’attivazione dei servizi di sharing per un periodo sperimentale di 12 mesi e che dispone la pubblicazione, nei prossimi giorni, dell’avviso pubblico ‘aperto’ per raccogliere le manifestazioni di interesse ad attivare i servizi. Con l’ok alla delibera è stato inoltre approvato il documento di inquadramento normativo per la circolazione dei monopattini elettrici, aggiornato a maggio 2020, una sorta di ‘vademecum’ per gli utilizzatori di questi mezzi (in sharing o in proprietà), che riunisce in un unico testo le regole che ne governano l’uso.
“L’Amministrazione – afferma l’assessora all’Ambiente e Mobilità sostenibile Alessandra Filippi – attraverso il Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums 2030) adottato lo scorso anno e che a breve tornerà in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva, intende portare avanti un intenso programma di promozione della mobilità sostenibile, che include tra l’altro i servizi di utilizzo condiviso di mezzi, come appunto lo sharing dei monopattini elettrici. La normativa dei mesi scorsi relativa a questi mezzi – aggiunge – era confusa e non permetteva un corretto avvio dei servizi; solo con il decreto Milleproroghe di febbraio è stato chiarito in modo preciso come considerare questi mezzi. L’attivazione della sperimentazione in questo momento storico, inoltre, subito dopo il lockdown, è particolarmente significativa: va a rispondere alla necessità di sostenere gli spostamenti ‘sostenibili’ dei cittadini nel momento della ripartenza, cui corrisponde anche una minor capacità dei mezzi pubblici di accogliere utenti”.
L’avviso pubblico, di fatto, è volto a selezionare gli operatori pubblici e privati che intendano istituire servizi di sharing di monopattini in modalità free-floating per un periodo di sperimentazione di un anno. Il numero massimo di licenze attivabili è pari a 20 e ciascun operatore potrà mettere a disposizione un numero minimo di 40 monopattini incrementabili nel tempo fino a un massimo di 200, per un numero complessivo massimo di 4.000 veicoli.
Gli operatori ammessi a effettuare il servizio dovranno presentare adeguata polizza assicurativa, con massimali di copertura pari almeno a 5 milioni per la Rtc, inclusa la copertura dei danni alle strutture e dei danni subiti dagli utilizzatori del servizio. La sosta e chiusura della corsa dei mezzi potrà avvenire in tutte le aree pubbliche del territorio comunale, nel rispetto della segnaletica e delle norme vigenti, ad esclusione di Piazza Grande, Calle dei Campionesi, via Lanfranco e Corso Duomo, facenti parte del sito Unesco. Non sono previste limitazioni alla circolazione dei veicoli di servizio di sharing sul territorio comunale, fatte salve le norme nazionali che regolano la circolazione dei monopattini.
L’avviso pubblico definisce inoltre quali requisiti gli operatori devono possedere, che caratteristiche dovranno avere i mezzi e il servizio in free-floating, e come dovranno essere le coperture assicurative, la manutenzione e cura della flotta e l’informazione all’utenza. In particolare, i mezzi dovranno essere provvisti di dispositivi di illuminazione e di un sistema di georeferenziazione in grado di delimitare l’area di attivazione e chiusura dell’utilizzo del mezzo. L’operatore dovrà garantire un servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria della flotta, assicurare un servizio di pronto intervento e controllo dei monopattini e predisporre un sistema di notifica all’utente di un eventuale mancato rispetto delle norme.
La sperimentazione dello sharing di monopattini elettrici consentirà all’Amministrazione comunale di raccogliere elementi conoscitivi per individuare i corretti parametri per impostare il servizio negli anni successivi.
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