L’educazione stradale al tempo del Coronavirus diventa per i bambini l’occasione per ricordare i comportamenti pericolosi, vietati dalle disposizioni o, viceversa, da seguire proprio per evitare il contagio.
Ed è così che dentro al cerchio rosso che contraddistingue i segnali di divieto Christian mette il virus letale, Matteo disegna i bambini al parco e un compagno le mani che toccano naso e bocca; ma finiscono nei divieti anche il darsi la mano e l’andare a passeggio. Mentre i cartelli blu che danno via libera si riempiono di mascherine, guanti e gel igienizzanti, mani che si lavano e raccomandazioni al rispetto delle distanze di sicurezza ma soprattutto sul rimanere a casa.
Interrotte, per effetto delle disposizioni anti Covid 19, le attività di educazione stradale che ogni anno vengono svolte nelle scuole con bambini e ragazzi delle primarie e secondarie (10 mila gli studenti raggiunti lo scorso anno con 832 ore di lezione in classe svolte dagli operatori della municipale), la Polizia locale ha pensato come coinvolgere comunque docenti e studenti in nuove iniziative, anche per non disperdere il prezioso rapporto di collaborazione costruito negli anni.
Marzia Balestrino e i colleghi che normalmente svolgono le attività in classe hanno quindi interpellato gli insegnanti delle classi quarte e quinte elementari che hanno aderito al progetto di educazione stradale, praticamente tutte le primarie, e quelli della prima classe delle secondarie San Carlo e Cavour proponendo una prima iniziativa sul tema delle regole da rispettare in questo periodo.
La risposta non si è fatta attendere e al Comando di via Galilei stanno arrivando numerosi, via WhatsApp e per posta elettronica, gli elaborati dei ragazzi che vengono anche condivisi sulla pagina Facebook della Polizia locale.
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