“Sognalib(e)ro”, che si conclude giovedì 20 febbraio con la serata finale al Teatro dei Segni di Modena fra premiazioni, letture e teatro, è un concorso letterario a premi: uno, più il premio BPER Banca, a un autore votato dai gruppi di lettura in carcere; l'altro, sul tema “Ho fatto un sogno”, a elaborati dei detenuti selezionati da una giuria. Questa, presieduta da Bruno Ventavoli di TuttoLibri - La Stampa, direttore e ideatore del premio, è composta da Marco Dambrosio “Makkox” (fumettista, disegnatore, vignettista e autore televisivo), e dagli scrittori Paolo Di Paolo (anche collaboratore di Repubblica e L’Espresso e conduttore della trasmissione radio "La lingue batte" su Rai Radio 3) e Barbara Baraldi (modenese di Mirandola autrice di polizieschi e fantasy, e sceneggiatrice del fumetto Dylan Dog). I due scrittori hanno affidato a un loro pensiero la stima del valore del progetto / premio.
“La vita è sogno, si dice, e non sempre è vero. Ma di sicuro – dice Di Paolo - la scrittura si lega indissolubilmente al sogno: come visione, azzardo, slancio, invenzione e reinvenzione di sé. Come ansia di libertà. Per questa ragione, leggere i racconti e i testi poetici del concorso è stato entrare nello spazio aperto dei sogni - ovvero dei desideri - di chi vive attualmente in uno spazio chiuso. È illuminante e talvolta doloroso. Sorprendono la forza espressiva, la tensione conoscitiva a e la scommessa su sé stessi che questi autori compiono scrivendo - e sognando”.
“Voltaire – dice Barbara Baraldi - scrisse che un uomo è libero nel momento in cui desidera di esserlo. Ebbene, c'è molta libertà negli scritti per Sognalib(e)ro. E sogni, che strabordano dal foglio che contiene le parole, che prendono il volo e arrivano a chi legge senza filtri, senza finzioni, con disarmante verità. La libertà è un sogno continuo, che graffia sotto la pelle, che grida nel dormiveglia o scalcia durante le notti insonni passate in carcere. Perché ‘sognare non costa nulla’, così come immaginare come sarebbe la propria vita se non fosse contenuta dalle sbarre, se si potesse tornare indietro, a prima degli errori, se... Sognare il cielo, l'animale del cuore, la persona che aspetta fuori, dallo sguardo tatuato nella mente. Sognare di costruire una barchetta con gli stuzzicadenti e lasciarla poi libera di salpare, la risata dei figli e un mare che non si vede da troppo tempo. Sogni che diventano racconti veri come la vita. Racconti che tagliano, ricuciono, fanno venire il groppo in gola e riflettere. Riflettere su qualcosa che a volte si dà per scontato. Ma scontato non è: la libertà”.
“Sognalib(e)ro” è promosso dal Comune di Modena con Direzione generale del Ministero della Giustizia - Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giunti editore, e con il sostegno di BPER Banca.
La serata del 20 febbraio, inizio 20.30, è a ingresso libero fino a esaurimento posti.
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