Il Comune di Modena applica già gli strumenti della co-progettazione e dell’accreditamento previsti dal Codice del terzo settore: la collaborazione con le organizzazioni del volontariato sociale è, da tempo, stretta e continua e si è rafforzata in questo periodo di emergenza sanitaria con la costituzione di una rete che ha svolto, e continua a svolgere, importanti azioni a sostegno dei cittadini in difficoltà.
Il punto sullo stato di applicazione del Codice del terzo settore è stato fatto dal vice sindaco e assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza che ha risposto all’interrogazione sul tema presentata dal capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi (e sottoscritta anche da Lega Modena e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), martedì 1 dicembre, in occasione del Consiglio comunale in modalità “question time”.
Nell’interrogazione, che evidenziava la “portata innovativa del Codice”, il consigliere Giacobazzi ha chiesto se la normativa è applicata nelle determinazioni, vecchie e nuove, e nei rapporti con gli enti del terzo settore; se siano stati organizzati momenti di studio e approfondimento sul tema per i dipendenti comunali e se sia stata presa in considerazione l’opportunità di momenti di formazione congiunta con gli enti stessi; se nell’attuale emergenza epidemiologica siano stati implementati i rapporti di collaborazione con gli enti del terzo settore.
Il Codice del terzo settore, che risale al 2017 e i cui strumenti attuativi stanno ancora entrando in vigore, come ha spiegato l’assessore Cavazza, è uno strumento funzionale all’obiettivo generale del nuovo welfare che è il benessere comunitario da raggiungere grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti competenti presenti sul territorio. In questo contesto il Comune si caratterizza sempre meno come gestore diretto delle attività e sempre più come amministratore e facilitatore di reti di relazioni. “Questo non significa che il Comune si ritira dalla gestione diretta ma che rafforza le funzioni di programmazione, coordinamento, controllo, valutazione e comunicazione, in una forma di amministrazione condivisa”.
Nella risposta, Cavazza si è soffermato anche sulla recente sentenza della Corte costituzionale, richiamata come riferimento anche nell’interrogazione, evidenziando che ha riconosciuto “in modo deciso, la piena legittimità della collaborazione tra la pubblica amministrazione e gli enti del terzo settore, ponendo in capo ai soggetti pubblici il compito di assicurare il coinvolgimento attivo degli enti del terzo settore, basato sulla convergenza degli obiettivi e sull’aggregazione di risorse pubbliche e private”.
Cavazza ha sottolineato che gli strumenti della co-progettazione, accreditamento e co-programmazione, previsti dal Codice, erano già applicati in virtù di norme precedenti, che il Codice ha avuto il pregio di unificare ampliando anche l’ambito applicativo dai soli servizi sociali a tutti i servizi di interesse generale definiti dal Codice stesso. Tra gli esempi di collaborazione tra amministrazione ed enti del terzo settore, l’assessore ha citato, in ambito sociale, gli interventi di aiuto alle famiglie con disabili, le attività di accompagnamento per ridurre conflittualità familiari e per gestire la tutela e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati. In ambito culturale l’attivazione dei punti di lettura del sistema bibliotecario cittadino o l’accoglienza e l’attività informativa ai singoli visitatori dei musei civici. “L’obiettivo dell’utilizzo di questi strumenti e della costruzione di una rete – ha specificato – è garantire ai cittadini il livello più alto possibile di servizi e assistenza, evitando contemporaneamente, sovrapposizioni, diseconomie e i limiti delle singole unità di offerta. Oltre a disporre di un sistema diffuso sul territorio, collegato e coordinato per la realizzazione di politiche e investimenti”.
Cavazza ha quindi confermato che i dirigenti e i funzionari del settore servizi sociali seguono periodicamente momenti di aggiornamento e formazione in materia di appalti e servizi e di rapporti tra enti locali e organismi del terzo settore.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, è intervenuta Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) affermando che “mettere al centro il terzo settore è rilevante sempre, ma lo è in particolare ora, con enti e associazioni che possono essere di supporto per attività di aiuto, aggiungendo ulteriori esperienze a quelle mirabolanti già messe in atto dal Comune”.
Nella replica, il consigliere Giacobazzi ha ribadito che l’intento dell’interrogazione era portare l’attenzione su un tema importante.
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