Il Consiglio comunale di Modena ha approvato, nella seduta di giovedì 8 ottobre, due ordini del giorno sulla tecnologia 5G, proposti da Enrica Manenti per il Movimento 5 stelle e da Paola Aime per i Verdi, che invitano a informare i cittadini sulle caratteristiche della nuova tecnologia e a impegnarsi per mantenere invariati gli attuali limiti a cui sono soggette le emissioni elettromagnetiche degli impianti di telefonia mobile. L’ordine del giorno del M5s è stato approvato all’unanimità mentre quello dei Verdi ha ottenuto il voto a favore dei gruppi di maggioranza (oltre ai Verdi, Pd, Sinistra per Modena e Modena civica) e di Movimento 5 stelle, Lega Modena e Forza Italia (astenuta Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia).
Aprendo il dibattito per la Lega, Barbara Moretti ha detto che “prima di fare allarmismo sulle emissioni elettromagnetiche, occorre studiare la tipologia delle onde e del segnale”. In attesa di dati certi, “bisogna attuare tutte le misure possibile per limitare gli effetti sulla popolazione, in relazione alla presenza degli impianti sul territorio, per esempio davanti alle scuole. Non vorremmo trovarci nella stessa situazione dell’amianto, la cui pericolosità era nota ben prima degli smantellamenti”. Secondo Giovanni Bertoldi il principio di precauzione andrebbe applicato soprattutto all’utilizzo della frequenza a 27 GHz, “la meno conosciuta e sulla quale non abbiamo dati. I tempi della medicina sono lunghi e spesso non sono compatibili con la velocità dell’evoluzione tecnologica, quindi è giusto essere cauti e affidarsi alla ricerca, privilegiando quella pubblica e indipendente. Del resto – ha concluso – il 5G non crea cambiamenti così grandi e comunque niente che non si possa ottenere con la fibra”.
Per Sinistra per Modena, Federico Trianni ha affermato che “la salute dei cittadini, deve essere anteposta alle richieste delle compagnie telefoniche”. Citando anche la situazione sanitaria legata al Covid, il consigliere ha aggiunto che “per molti è un lusso aspettare i tempi della medicina: ma attendere che ci siano riscontri da parte della scienza è un atto di lungimiranza. Velocizzare l’implementazione di questo impianti senza le opportune regole potrebbe risultare molto pericoloso”. Anche per Vincenzo Walter Stella, la tutela della salute deve prevalere e l’Italia ha già definito un valore limite per le emissioni elettromagnetiche molto più basso di quello degli altri Paesi, “un valore che va mantenuto”. Per valutare possibili ripercussioni sulla salute “bisogna dare credito alle valutazioni degli esperti, applicando il principio di precauzione solo se emergeranno chiari indicatori di possibili danni alla salute”.
Katia Parisi (Modena civica) ha sottolineato che un territorio fortemente vocato all’innovazione come quello di Modena, non può restare ancorato alle vecchie tecnologie: “È importante, però, accompagnare le innovazioni con una grande attenzione alla salute pubblica, effettuando tutti gli approfondimenti possibili per scongiurare pregiudizi alla popolazione”. Sarebbe necessario, inoltre, sensibilizzare le persone anche “sui pericoli che derivano da un uso scorretto dei dispositivi mobili”.
Enrica Manenti (M5s) ha ribadito che l’ordine del giorno raccoglie “una preoccupazione diffusa e di carattere generale sui rischi per la salute connessi al 5G”. Le norme fissano un valore limite per le emissioni elettromagnetiche, “ma di fronte alle richieste di autorizzare nuove antenne, abbiamo il dovere di approfondire gli ultimi sviluppi della conoscenza scientifica. Ci preme – ha concluso – che i cittadini siano informati adeguatamente e che sia sostenuta la ricerca scientifica indipendente”.
Per Paola Aime (Verdi) la tecnologia 5G suscita allo stesso tempo “paura e desiderio: è una tecnologia nuova, veloce e che vorremmo avere ma, come amministratori, abbiamo l’obbligo di mettere al primo posto la salute. L’ordine del giorno – ha proseguito – chiede di improntare la nostra azione a un principio di precauzione ponendo grande attenzione alla salute dei cittadini e agendo di conseguenza”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) dopo aver ripreso il tema dell’attenzione alla sicurezza dei dati contenuta negli emendamenti proposti, e poi approvati dall’assemblea, si è dichiarata perplessa sull’invito espresso nell’ordine del giorno dei Verdi di inserire nei programmi scolastici lezioni sull’uso dei cellulari, “una legge che violerebbe la libertà di insegnamento. Meglio sarebbe coinvolgere direttamente gli insegnanti”. E ha espresso dubbi anche sulla richiesta di informare la popolazione in modo corretto, perché “chi stabilisce quando un’informazione è corretta?”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha attirato l’attenzione sul fatto che la tecnologia 5G giova non solo all’industria “ma anche al diritto alla connessione per tutti, come abbiamo sperimentato durante il lockdown”. Si è quindi augurato che il confronto con i cittadini “privilegi l’approfondimento e la discussione, restando aderenti alla realtà, senza limitarsi a enfatizzare i pro e i contro della tecnologia”.
Dopo aver chiarito che “se le antenne rispettano norme e limiti di emissione, i Comuni non hanno il potere di impedirne l’installazione”, Diego Lenzini ha affermato che “la salute dei cittadini è sempre al primo posto, ma nel valutare una nuova tecnologia ci vogliono equilibrio, visione ampia, perché il 5G non è solo veloce, permette di fare cose molto più importanti, e senso di responsabilità, per non creare situazioni o allarmi che poi nuocciono ai cittadini”. Per Alberto Cirelli, il 5G è “un’enorme rivoluzione e non deve essere idealizzato o demonizzato ma governato dalla politica senza ideologie e con grande equilibrio”, mettendo un’attenzione particolare “alla tutela della salute, alla tutela della privacy e alle potenzialità di innovazione che riguardano non solo l’automotive ma anche la movimentazione pubblica e la logistica”.
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