01/10/2020

MINORI STRANIERI / 2 – 32 RAGAZZI “RIAFFIDATI” AI FAMILIARI

Un progetto per ripristinare la legalità e consentire il ricongiungimento familiare. Se lo stato di abbandono non esiste può scattare la denuncia per truffa allo Stato

Si chiama “Minori stranieri non accompagnati e Legalità” il progetto del settore Politiche sociali che si pone l'obiettivo di incidere nella sfera protettiva del minore con una duplice finalità: educativa, per quanto riguarda il rispetto del principio di legalità, e protettiva dei legami affettivi del ragazzo nella misura in cui garantisce il ricongiungimento familiare.

Il progetto nasce da una prassi in cui si è riscontrata la presenza sul territorio nazionale di parenti di minori che, invece, erano stati qualificati come stranieri non accompagnati.

Il progetto, partito in via sperimentale circa due anni fa, è stato infine messo a punto e approvato da una delibera di giunta. Nel corso del biennio sono stati denunciati per il reato di truffa ai danni dello stato 32 minori stranieri non accompagnati. Nel 2019 sono stati 12 i procedimenti penali per i quali è stata delegata attività di indagine per il reato di truffa, quest’anno gli analoghi procedimenti sono già 20.

L'attività inizia con una segnalazione del Servizio Sociale alla Polizia locale per tutti i minori per i quali si presume ci sia sul territorio un parente o una persona con la quale il minore intrattiene una relazione di fiducia.

In questa fase, è fondamentale il rapporto quotidiano tra il minore e gli operatori della comunità di accoglienza, che consente di acquisire informazioni circa la presenza sul territorio di persone con cui il ragazzo ha un rapporto di fiducia, informazioni che possono portare ad individuare parenti o persone delegate dai genitori ad accudire il minore all'estero.

Acquisiti elementi di dubbio sull'effettiva condizione di abbandono, viene tempestivamente inviata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. La segnalazione ha due obiettivi: la valutazione da parte dell'Autorità Giudiziaria minorile circa l'adozione di provvedimenti (come il collocamento presso il parente e il conseguente trasferimento della tutela legale al parente) e la delega di indagine alla Polizia locale per valutare se sussiste l'ipotesi di truffa ai danni dello Stato a carico dei minorenni.

Dall’indagine possono anche emergere reati a carico di adulti, per esempio nei casi di abbandono di minore da parte dei genitori, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina da parte dell'accompagnatore del minore in Italia o di concorso in truffa ai danni dello Stato. L'attività della Polizia si concentra quindi principalmente su queste ipotesi di reato, mantenendo sempre il fine ultimo del ricongiungimento familiare del minore.

Il progetto promuove infatti la piena attuazione della Convenzione Onu che riconosce il diritto del minore di rintracciare i genitori o altri membri della famiglia e stabilisce l'obbligo dello Stato di cooperare con le organizzazioni competenti per ottenere le informazioni necessarie per il ricongiungimento familiare. Si tratta di un diritto per il minore e di un obbligo per le Autorità, ribadito anche nella normativa comunitaria.

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