Sono intervenuti consiglieri comunali di diversi gruppi nel dibattito che ha accompagnato i due ordini del giorno sulla proposta di legge per la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Nella seduta del Consiglio di giovedì 8 ottobre è stata approvata la mozione presentata dalla prima firmataria Federica Venturelli per il Pd (col voto a favore della maggioranza e del Movimento 5 stelle, contrari Lega Modena e Fratelli d’Italia-Popolo della Famiglia); respinto invece l’ordine del giorno proposto da Luigia Santoro e dal gruppo Lega Modena (con voto a favore dei proponenti, quello contrario dei gruppi di maggioranza e del M5s e l’astensione di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia)
Aprendo il dibattito per il Pd, Irene Guadagnini ha osservato che “la nostra città ha dimostrato, non da ultimo con il ‘Modena Pride’ dell’anno scorso, a cui hanno partecipato 20mila persone, di essere attenta, accogliente e rispettosa. Ma le discriminazioni e le violenze basate sull’orientamento sessuale stanno acquisendo uno spessore preoccupante e devono essere contrastate. È necessario invertire una rotta pericolosa per la società”. Vittorio Reggiani ha definito “necessaria” la legge, accusando l’abitudine discriminatoria di “etichettate le persone in base alle caratteristiche sessuali, di genere e di orientamento: finché questo fenomeno non terminerà, saranno necessari correttivi che aiutino a dare dignità alle persone colpite”. Inoltre, parlando dei dati delle denunce di violenze, li ha definiti “sottostimati, perché resta la paura di segnalare gli abusi”. Per Antonio Carpentieri non è la quantità di casi di discriminazione a dover giustificare o meno l’intervento del legislatore: “L’ordinamento giuridico del nostro Paese tutela tutte le persone – ha detto – ma ci sono alcuni cittadini che meritano un’attenzione ancora maggiore per via del fatto che scelgono di esprimersi in libertà, come previsto anche dalla Costituzione”. Chi lede questa specificità si comporta, secondo il consigliere, “in maniera ancora più grave”. Per Federica Venturelli, che ha ricordato la figura di Matthew Shepard a cui è intitolata la sede di Arcigay Modena, “negare il fenomeno dell’omofobia significa coltivarla”. A causa di questo atteggiamento “le persone lgbt restano ai margini e di sono oggetto di violenza”. Per questo motivo, secondo la consigliera “è ingiusto rassegnarci alle discriminazioni” ed è dalla politica che deve partire il buon esempio “per contrastare il fenomeno”.
Luigia Santoro (Lega Modena), esprimendo la condanna verso ogni abuso legato all’orientamento sessuale, ha detto che esistono già severe normative che puniscono le violenze: “Mentre la proposta Zan è una legge inutile – ha dichiarato – che introduce un reato d’opinione, quello di omo-transfobia, senza poi definirlo nelle fattispecie sanzionabili. Il rischio è di limitare l’espressione del pensiero in materia di sessualità, filiazione, adozione, procreazione assistita, genitorialità e identità sessuale e percezione di appartenenza al genere, violando il diritto di poter affermare ciò che si crede, nonché la libertà educativa”.
Secondo Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia), il tema delle due mozioni è “fuori tempo” perché dell’argomento si stanno occupando il Governo e la Regione. Entrando nel dettaglio, per la consigliera il disegno di legge “non aiuta le persone discriminate sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere; ha invece l’unica finalità di introdurre nell’ordinamento giuridico una distinzione fra il sesso biologico e la percezione che ognuno ha di sé. Se vogliamo risolvere il problema, meglio inserire una aggravante nelle leggi per punire chi lede le dignità delle persone”.
Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha sottolineato che la legge Zan “esprime civiltà e l’Italia ne ha bisogno”. Le discriminazioni legate all’orientamento sessuale o di genere “sono un problema tristemente diffuso e spesso chi subisce discriminazioni tende a non denunciare l’accaduto per non essere stigmatizzato. La politica ha il dovere di dare voce a quelle persone che quotidianamente vivono discriminazione, in un Paese in cui è ancora troppo difficile fare coming out, mentre per le coppie lgbt non c’è il riconoscimento di diritti e tutele”.
Paola Aime (Verdi) ha commentato l’ordine del giorno di Lega Modena, rilevando che “davanti a questi documenti non possiamo far altro che convincerci che in Italia occorre una legge apposita: il Paese necessita di essere accompagnato in un percorso di rispetto e di liberazione dalla paura e dalla discriminazione”. Non sono i numeri delle violenze a giustificare un intervento normativo, ha concluso Aime, “quanto piuttosto il clima della società che genera questi fenomeni inaccettabili”.
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