Ad aprire il dibattito dopo la risposta dell’assessora al Welfare Roberta Pinelli all’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, della consigliera Enrica Manenti (M5s) sulla situazione dei lavoratori della residenza per anziani Villa Margherita, è stato Giovanni Silingardi. Il capogruppo del Movimento 5 stelle ha affermato che di fronte a condizioni contrattuali che non tengono insieme dignità e lavoro ci si può limitare a dire cosa può o non può fare il Comune, oppure “alzarci in piedi e indignarci”. La lotta sindacale dei lavoratori di Villa Margherita, ha proseguito “ci ricorda che l’articolo 3 della Costituzione impone a chi gestisce la cosa pubblica, amministrazioni locali comprese, di rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza. Accettare contratti come questo e non prendere posizione significa non rispettare questo articolo”.
Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi sottolineando il grande impegno e la responsabilità del lavoro di assistenza alle persone anziane, ha affermato che un contratto “pirata” rischia di allontanare i lavoratori: “Nonostante l’agitazione sindacale, i dipendenti finora hanno assicurato le prestazioni ma se il contrasto dovesse intensificarsi la qualità dell’assistenza potrebbe risentirne. Il Comune, quindi, dovrebbe agire per promuovere un avvicinamento delle posizioni”.
Per Antonio Carpentieri (Pd), il Comune ha agito correttamente facendo quanto possibile nei limiti del suo ruolo, ma “il problema giuridico esiste e bisogna considerarlo, in modo da salvaguardare i diritti di tutte le categorie coinvolte”. Il consigliere ha ricordato che il titolare della struttura “si era preso impegni che non ha rispettato, come sottoporre l’accordo ai lavoratori. Anche se il contratto formalmente è legittimo, Comune e forze politiche devono agire per arrivare a un nuovo accordo che tuteli maggiormente i diritti”. Tommaso Fasano ha aggiunto che il Comune non ha solo verificato che le norme fossero rispettate, ha anche incontrato i sindacati e la proprietà, con il risultato che “oggi quel contratto è sospeso e si è ottenuta una maggiore attenzione da parte della Regione. Ma bisogna continuare a vigilare sugli sviluppi della vicenda”. Alberto Cirelli ha esordito ricordando che tutti i gruppi di opposizione intervenuti nel dibattito hanno votato contro gli indirizzi di governo dell’amministrazione nei quali la tutela del lavoro e dei lavoratori è uno dei temi principali. “Il lavoro è sacro, ma spostare la discussione in un ambito in cui non abbiamo strumenti se non quanto già votato, è prendere in giro e ho troppo rispetto per il lavoro per non dirlo”.
Per Paola Aime (Verdi) la rivendicazione porta all’attenzione di tutti “un disagio dei lavoratori che non è solo economico” nell’ambito di un modello di assistenza che in una società sempre più vecchia “non è più valido e andrebbe rivisto”, così come andrebbe rivisto tutto il sistema di affidamento ai privati sui quali bisognerebbe potenziare i controlli”.
Solidarietà ai lavoratori che hanno “il sacrosanto diritto di manifestare il loro dissenso” è stata espressa da Katia Parisi (Modena solidale) che, però, ha anche sottolineato come la soluzione alle criticità del contratto Anaste dipenda "dalla ripresa di un dialogo tra i sindacati e l’azienda”. I sindacati, ha affermato la consigliera “devono agire nell’interesse dei lavoratori, e non possono far saltare i tavoli di concertazione per una guerra ideologica, nella quale – ha proseguito – non possono trascinare le istituzioni”.
C’è “un vuoto normativo nel quale sono caduti i lavoratori che svolgono un compito faticoso di assistenza ai nostri anziani”, le ha replicato Elisa Rossini, capogruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia. Lavoratori, ha proseguito Rossini, “ai quali va la nostra solidarietà ma per i quali dobbiamo agire facendoci carico del loro problema e riconoscendo che il contratto Anaste li dequalifica”.
Secondo Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) nei contratti pubblici e anche negli accreditamenti “non si può transigere perché ne va della dignità di lavoratori”. Per la consigliera l’amministrazione “deve fare tutto il possibile per dare supporto ai lavoratori di Villa Margherita, che hanno ragione, e risolvere la questione mettendo sopra a tutto qualità del servizio e dignità del lavoro”.
In replica, Enrica Manenti ha ribattuto che “il documento di mandato è pieno di buoni principi ma la loro applicazione non convince”. La consigliera ha quindi apprezzato “gli sforzi dell’amministrazione”, e ha chiesto “un’attenzione molto alta sugli standard di accreditamento perché i contratti più utilizzati potrebbero anche essere quelli che, pur restando nelle norme, sfruttano meglio la gente”.
Azioni sul documento