È stato svelato al pubblico, nell’ambito del Festivalfilosofia sul tema “persona”, il volto ricostruito in 3d della mummia della collezione egizia dei Musei civici di Modena. Le analisi precedenti - condotte nel progetto scientifico della mostra “Storie d’Egitto. La riscoperta della raccolta egiziana del Museo Civico di Modena” - avevano rivelato che si tratta di un bambino deceduto precocemente all’età di tre anni, che morì forse a causa di un’infezione, di una malattia autoimmune o di un evento traumatico. Il cranio evidenziava come la mascella fosse più sporgente della mandibola determinando una proiezione verso l’esterno degli incisivi superiori. Fu sottoposto a un processo di imbalsamazione tradizionale comprendente la rimozione degli organi interni e l’asportazione del cervello per via transnasale.
Nel corso dell’iniziativa “Faccia a faccia con la mummia” di venerdì 13 settembre ai Musei civici di Modena ne è stata presentata una ricostruzione del volto, che si mostra attraverso un’immagine che recupera la dimensione della persona grazie alle avanzate tecnologie digitali del designer 3D brasiliano Cicero Moraes, noto per altre celebri ricostruzioni facciali. Il progetto, curato da Cristiana Zanasi, si è avvalso della direzione scientifica del paleopatologo Francesco Galassi, dell’antropologa Elena Varotto e di Daniela Picchi, responsabile della sezione egizia del Museo Civico di Bologna, che ha curato e coordinato l’intero progetto di diagnostica e manutenzione conservativa della raccolta.
All’inizio del progetto di ricerca la star della raccolta era un piccolo corpo mummificato con il corpo avvolto nelle bende; progressivamente, grazie alle più moderne tecnologie abbiamo imparato a conoscere questo fanciullo egiziano, vissuto in età romana, nel I-II secolo d.C., morto all’età di circa tre anni.
I risultati di Tac, Rx, analisi antropologiche e paleopatologiche sono stati trasmessi a Cicero Moraes che ha digitalizzato il cranio 3D, inserito i marcatori di profondità dei tessuti molli, disegnato il viso, modellato i muscoli e infine ottenuto i capelli e gli abiti con la pittura digitale.
Per questi ultimi Cicero Moraes si è avvalso di confronti iconografici con i celebri ritratti del Fayum, di età romana, che erano dipinti con un notevole realismo su tavole lignee inserite nei bendaggi delle mummie oppure direttamente sul sudario, in corrispondenza del capo, emulando l’uso delle maschere funerarie di età faraonica.
Ora quel volto di bambino, che, fissato idealmente su una di queste tavole, ci osserva serio da un grande schermo, sintetizza e riassume in sé tutte le vicende che lo hanno condotto fino qui: la breve vita e la morte in Egitto durante l’età romana, l’arrivo a Modena, nelle raccolte ducali, almeno dal 1662, l’acquisizione del Museo Civico negli anni ’70 dell’800, la riscoperta nel 2019.
La mostra “Storie d’Egitto. La riscoperta della raccolta egiziana del Museo Civico di Modena” è allestita al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena fino al 7 giugno 2020.
La mostra è visitabile gratuitamente nei giorni di Festivalfilosofia sabato 14 settembre dalle 9 alle 24 e domenica 15 settembre dalle 9 alle 21. Dopo il Festival si può visitare, sempre gratuitamente, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (lunedì non festivi chiuso).
Informazioni online sul sito web (www.museicivici.modena.it).
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