11/04/2019

“L’ANTIBARBARIE”, RAPPORTI DI VICINATO E CONFLITTO URBANO

Venerdì 12 aprile, alle 17.30, in Galleria Europa, l’incontro “Là fuori c’è il mio nemico”. E sabato 13 aprile “Hating”, piccolo laboratorio sull’odio quotidiano

Si intitola “Là fuori c’è il mio nemico” e indaga i rapporti di vicinato e il conflitto urbano l’incontro in programma venerdì 12 aprile, alle 17.30, in Galleria Europa, piazza Grande 17, nell’ambito del ciclo di incontri “L’Antibarbarie”.

A trattare il tema delle relazioni con le persone diverse da noi e dei sentimenti, compresa la paura, che possiamo provare, saranno Ilda Curti, già assessora alle Politiche di integrazione del Comune di Torino e presidente dell’associazione Innovazione urbana e rigenerazione, e lo psicologo Roberto Bertolino del centro Frantz Fanon di Torino.

Sabato 13 aprile, al Centro diurno Caritas in via dei Servi 18, è inoltre in programma il seminario “Hating – piccolo laboratorio sull’odio quotidiano”. Il laboratorio si svolgerà in piccoli gruppi che inizieranno l’attività in tre orari diversi: alle 15, alle 15.30 e alle 16. È preferibile iscriversi alla mail puntodaccordo@comune.modena.it

Con questa quarta edizione cresce la rete dei partner che promuovono “L’Antibarbarie”. Accanto agli storici promotori, Movimento Nonviolento e ufficio Politiche europee e Relazioni internazionali del Comune, ci sono quest’anno l’Università di Modena e Reggio Emilia, con il Centro interdipartimentale di ricerca su Discriminazioni e vulnerabilità, Coop sociale “Mediando” e Caritas diocesana.

“L’Antibarbarie” è la nonviolenza, con il suo bagaglio teorico e pratico fondato sul dialogo e sull’ascolto, cornice entro la quale costruire relazioni rispettose e giuste, nei diversi contesti sociali in cui si presentano criticità e conflittualità. È la strada maestra per realizzare incontro, inclusione, condivisione in una società attraversata da preoccupanti lacerazioni, da paure e sentimenti d'odio, frutto in larga misura di disinformazione e pregiudizi.

I conflitti sono componente naturale nelle relazioni, sia su scala micro, che macro. Imparare modalità e tecniche per gestirli con mezzi pacifici, è condizione per evitare la loro degenerazione in scontro insanabile, violenze o guerra. In questa “rivoluzione culturale” si colloca anche un radicale ripensamento della concezione dell’alterità e della diversità, non come minaccia, ma come risorsa. Buona informazione, conoscenza, incontro, dialogo, ascolto, educazione alla cittadinanza responsabile sono i rimedi che possono allontanare odio e intolleranza, in una società che sconfigge la paura e scopre la ricchezza delle diversità.

Azioni sul documento