Giardini della pioggia, vasche di laminazione e prati naturali. Sono le “infrastrutture verdi” che il Pums propone per migliorare la qualità dell’aria, combattere le isole di calore e, non ultimo, rendere più belli gli spazi pubblici aumentando il benessere dei cittadini. Le vasche di laminazione, previste, per esempio, nel progetto di rigenerazione dell’area ex Amcm, nella forma delle “pocket wetlands”, insieme ai giardini della pioggia e ai prati, contribuiscono a ridurre i picchi nell’apporto delle acque piovane agli impianti fognari e favoriscono la permeabilità naturale del terreno e l’abbattimento dell’inquinamento idrico grazie alle proprietà naturali delle piante. Per queste infrastrutture si prevede di utilizzare essenze che massimizzino le funzionalità e non richiedano manutenzioni particolari. Le infrastrutture verdi, combinate con le alberature e il verde “classico” dovranno essere previste in ogni intervento urbano con una quota non inferiore al 10 per cento dell’area di intervento nel caso di nuove realizzazioni e non inferiore al 15 per cento nel caso di riqualificazioni.
Il piano per la mobilità contiene anche azioni per promuovere la cultura della sostenibilità e l’abitudine a muoversi con mezzi diversi dall’auto privata. Tra queste, “Bike to work”, il progetto per la mobilità sostenibile del Comune di Modena, promosso in partenariato con altri soggetti, che ha ottenuto oltre 600 mila euro di finanziamento nell’ambito del “Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro”, promosso dal ministero dell’Ambiente. Il progetto ha l’obiettivo di incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti sistematici casa-lavoro anche attraverso i “buoni mobilità” cioè incentivi diretti a chi sceglie di andare al lavoro in bici, e partirà entro l’anno. Circa 500 i partecipanti previsti, a cui se ne aggiungeranno altri 500 nel 2020, che potranno iscriversi attraverso una piattaforma online e riceveranno quindi un rimborso chilometrico in base ai chilometri effettivamente percorsi.
E nell’ambito della promozione di una cultura della sostenibilità rientra anche il piano per la diffusione delle colonnine di ricarica per la mobilità elettriche attraverso una progressiva copertura del territorio comunale con standard non inferiore a una colonnina di ricarica ogni duemila abitanti (quindi, almeno 100 punti di ricarica nel 2030), e una colonnina di ricarica pubblica disponibile entro un raggio di un chilometro al massimo nel territorio urbanizzato, con standard tecnologici omogenei e garanzia di interoperabilità a favore dell’utenza.
Le proposte per la sostenibilità riguardano anche la logistica urbana delle merci con la creazione di un modello di logistica dell’ultimo miglio che punta a diminuire in modo significativo il traffico dovuto, appunto, alla consegna delle merci soprattutto ai privati, data la crescita degli acquisti on line. Da qui le ipotesi di creare centri di distribuzione logistica di prossimità, attrezzati con aree di sosta e spazi adeguati, il potenziamento e la diffusione dei punti ritiro self service (pack station o locker), la previsione di un riconoscimento ambientale alle aziende che permetteranno ai propri dipendente di ricevere le consegne sul luogo di lavoro. Ma anche accordi con il gestore della raccolta rifiuti per associare alle consegne il recupero degli imballaggi dai destinatari, l’incentivazione a creare flotte di consegna “green oriented” e ad adottare la ciclologistica come modello di sviluppo generale ed esteso per la distribuzione urbana dei pacchi più piccoli.
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