Il nuovo Rue, il Regolamento urbanistico edilizio del Comune di Modena che ha tra i suoi obiettivi favorire i processi di rigenerazione urbana, migliorare la qualità delle costruzioni e i parametri ecologico-ambientali, sviluppare la mobilità sostenibile, è stato approvato in via definitiva dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 7 novembre.
Illustrato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, il documento, il cui aggiornamento rispetto al testo del 2003 è stato previsto nel percorso per la definizione del nuovo Piano urbanistico generale (Pug), era stato adottato in aprile dal precedente Consiglio comunale. Dopo la fase delle osservazioni (36 quelle presentate per, complessivamente, 103 diverse istanze) il nuovo Consiglio ha approvato, senza voti contrari, le controdeduzioni (69 le istanze accolte totalmente o parzialmente) con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena solidale) e l’astensione di tutti gli altri gruppi: Movimento 5 stelle, Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.
Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (capogruppo Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha sostenuto che “i consiglieri, ‘costretti’ a licenziare la delibera al termine della commissione del 29 ottobre, non hanno avuto abbastanza tempo per esaminare i contenuti nel merito e votare in modo consapevole perché i due giorni fino a un’eventuale commissione del 31 non avrebbero cambiato le cose. Questa è una modalità – ha aggiunto – che estromette il Consiglio e soprattutto le minoranze”.
Parlare di “obbligo di licenziare la delibera è una falsità”, ha replicato Vincenzo Walter Stella di Sinistra per Modena che ha poi osservato che il percorso per approvare le modifiche al Rue “è un esercizio democratico e di pianificazione del territorio molto apprezzabile”. Il consigliere ha quindi suggerito di porre particolare attenzione al tema della riqualificazione e ricomposizione tipologica “per non correre il rischio che vecchi immobili siano lasciati a deperire con effetti desolanti sia in campagna che in città”.
Diego Lenzini (Pd) ha ribadito che “ragionare insieme e arrivare a una conclusione, come abbiamo fatto in commissione, è diverso da essere obbligati e non si può nemmeno contestare il poco tempo: la delibera è stata adottata in aprile e si poteva studiare in tutta tranquillità”. Il consigliere ha quindi sottolineato che la modifica del Rue, “non scontata né obbligata”, è stata decisa per “avvicinare il più possibile il regolamento edilizio a quella che sarà la logica del nuovo Pug, anticipando i tempi, semplificando e facendo chiarezza”.
In dichiarazione di voto, il capogruppo della Lega Antonio Baldini ha dichiarato l’astensione poiché la delibera in discussione “ha per oggetto controdeduzioni a un documento adottato nella scorsa legislatura quando noi non eravamo presenti”.
Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti ha affermato che la delibera contiene molti elementi condivisibili, “come recupero, rigenerazione e tutela storica”, ma si fatica a capire “la direzione che si vuole prendere e qual è l’idea di città che si propone”.
Nella replica l’assessora Vandelli ha ricordato di “aver sempre accolto le richieste di ulteriori commissioni arrivate dai consiglieri: non si può non chiederle e poi dare a noi la colpa di non averle fatte. Gli atti della variante – ha proseguito – sono stati illustrati il 10 settembre, in una specifica commissione informativa, proprio perché sappiamo che l’urbanistica è una materia complessa e infatti siamo sempre disponibili, anche con gli uffici, a incontri anche diretti per spiegare e discutere”. I consiglieri, però, siano i primi a esercitare i propri diritti, ha concluso l’assessora.
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