Un centinaio di pagine, più decine di documenti allegati, per rispondere punto a punto ai rilievi contenuti nella relazione che gli ispettori del ministero delle Finanze (Mef) hanno presentato nelle scorse settimane al Comune di Modena, in seguito all’ispezione amministrativo-contabile che si è svolta tra maggio e giugno del 2017. Sono le caratteristiche del documento inviato giovedì 2 agosto dal Comune al ministero con le controdeduzioni a tutti i 16 rilievi degli ispettori con le quali si ribadisce la correttezza degli atti analizzati e il pieno rispetto delle norme, dei contratti e dei vincoli sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Nella stessa relazione degli ispettori, comunque, erano una trentina le attestazioni specifiche dell’avvenuto rispetto da parte del Comune dei principali vincoli nella gestione di un ente pubblico, così come dei principi generali che regolano l’attività di un ente locale: dal patto di stabilità alla riduzione costante della spesa di personale (calata del 16,2 per cento dal 2011 al 2016, mentre il personale è diminuito di 350 unità), fino al rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente e ai rendiconti finanziari.
Nel replicare ai 16 rilievi degli ispettori, il Comune non si limita a citare i riferimenti normativi o regolamentari alla base delle proprie decisioni, ma fa ampio ricorso alla più recente giurisprudenza su casi identici o analoghi già passati al vaglio della giustizia amministrativa. E così sono numerosi sui vari temi i riferimenti a sentenze del Tar o del Consiglio di Stato, ma anche della Cassazione e della Corte costituzionale andando a integrare l’analisi delle fonti sviluppata dagli ispettori.
Pur ribadendo la correttezza della propria azione, comunque, per il Comune “gli esiti della visita ispettiva da parte del Mef vengono valutati anche come indicazioni e suggerimenti, consistenti in nuovi spunti di riflessione, finalizzati a migliorare ulteriormente la qualità e la correttezza dei propri atti, in un clima di collaborazione tra istituzioni”.
Il documento con le controdeduzioni inviato al Mef è stato consegnato anche ai sindacati e ai capigruppo in Consiglio comunale che a suo tempo erano stati informati dei contenuti dei rilievi degli ispettori.
Due dei 16 punti riguardano le società controllate (atti di indirizzo e programmazione e procedure di reclutamento del personale), altri quattro sono relativi agli incarichi dirigenziali a tempo determinato, all’autorizzazione all’esercizio di attività lavorative extraistituzionali del personale, al conferimento di incarichi di collaborazione professionale e di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa. Sempre in relazione al personale ci sono rilievi sulla costituzione del fondo per la produttività (incremento delle risorse variabili) sull’istituzione e il conferimento di posizioni organizzative, sull’attribuzione dell'indennità stadio per la Polizia municipale e sull’erogazione di alcune forme di incentivo: quello tecnico previsto dal decreto legislativo 163/2006, il compenso per l'avvocatura interna, il compenso Ici, l’incremento del risorse del fondo dirigenti, l’indennità di Vice segretario, l'indennità di risultato nel contratto del Direttore generale e i diritti di rogito
Una delle questioni principali è quella relativa all’incremento del fondo per la produttività a favore dei dipendenti per un valore di circa 2,5 milioni tra il 2012 e il 2017 sul quale il Comune ribadisce di aver operato nel rispetto della normativa: gli ispettori contestano che gli incrementi non erano in linea con le indicazioni dell’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni), mentre il Comune replica che queste sono state perfettamente rispettate nella sostanza pur se non formalizzate nel dettaglio, cosa che è stato possibile fare ora con effetto retroattivo e sanante, così come è previsto dal contratto nazionale e riconosciuto da un parere dell’Aran e da una specifica deliberazione della Corte dei Conti.
Anche rispetto alla modalità di assegnazione degli incarichi dirigenziali a tempo determinato il Comune cita una deliberazione della Corte dei Conti, oltre a un serie di riferimenti normativi e giurisprudenziali fino a una sentenza della Corte Costituzionale, a sostegno della correttezza della propria posizione: la selezione, pur aperta, non deve avere le caratteristiche di un concorso pubblico ma consiste in una valutazione dei profili professionali che mantiene i connotati della scelta fiduciaria. Altro caso esemplare è quello dell’indennità stadio attribuita alla Polizia municipale che non costituisce, come sostengono gli ispettori del Mef, una nuova indennità bensì rappresenta un incentivo di produttività legato a servizi aggiuntivi realizzati su richiesta delle Forze dell’ordine.
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