Per il trasferimento dello stabilimento dall’attuale sede di via Zarlati, Fonderie cooperative non ha ancora presentato il progetto atteso dal Comune di Modena per avviare le procedure urbanistiche per la realizzazione del nuovo impianto a Navicello, ma nei giorni scorsi l’azienda ha inviato una lettera nella quale sembra ipotizzare la rinuncia a costruire una nuova fonderia e annuncia di stare lavorando, invece, a una diversa prospettiva.
Per approfondire questo nuovo orientamento, accolto con preoccupazione dal Comune per il rischio di privare la città “di un’importante azienda della filiera del manifatturiero, con la perdita di occupazione e di importanti saperi”, si è svolto oggi, giovedì 9 agosto, un primo incontro con la proprietà che ha rassicurato l’Amministrazione comunale sia sugli aspetti occupazionali, con il mantenimento degli attuali livelli grazie alla realizzazione di servizi innovativi, sia su quelli economici e ambientali. La nuova iniziativa, infatti, non avrebbe le fasi più impattanti del processo industriale, ma grazie alle sinergie con stabilimenti di altri territori continuerebbe a garantire la continuità della produzione per le aziende modenesi.
Questi aspetti della nuova proposta dovranno essere ulteriormente approfonditi e formalizzati con la presentazione di una specifica relazione entro il 30 settembre, come richiesto in una lettera del Comune sottoscritta dagli assessori Andrea Bosi (Lavoro), Alessandra Filippi (Ambiente) e Anna Maria Vandelli (Urbanistica). Un apposito appuntamento informativo è previsto anche con il Quartiere, i sindacati, i comitati e le associazioni ambientaliste.
La relazione richiesta sul nuovo progetto aziendale servirà per valutare i fabbisogni della nuova soluzione, anche rispetto alla collocazione. Sulla base di quei contenuti, infatti, si potrà decidere se confermare Navicello o se, cambiando la natura dell’intervento, individuare un altro sito che presenti un miglior rapporto tra costi e benefici ambientali e territoriali.
Gli aspetti che devono essere approfonditi riguardano la descrizione dell’attività della nuova azienda, lo schema funzionale, gli elementi edilizi e urbanistici e quindi la superficie fondiaria necessaria, le caratteristiche dell’edificio e degli impianti, così come le esigenze in termini di forniture gas, elettricità e acqua, oltre naturalmente all’elenco degli atti autorizzativi necessari, come Aia o Via, rispetto alle attività che si intendono svolgere.
Nella lettera, comunque, il Comune conferma gli impegni sanciti con il Protocollo approvato dal Consiglio comunale lo scorso dicembre.
Nello specifico, si ricorda l’avvio nel quartiere Madonnina di una fase di sperimentazione per ridurre le emissioni odorigene, che deve essere comunque portata a termine; la realizzazione di una fonderia di nuova generazione che non utilizzi combustibili fossili ma energia elettrica, con la conservazione dell’attuale livello occupazionale, su di un’area che il Comune si è impegnato ad acquisire per cederla a prezzo convenzionato; la chiusura dello stabilimento di via Zarlati nel gennaio 2022; la bonifica e la valorizzazione dell’area; l’attività di accompagnamento per l’accesso alle risorse messe a disposizione dalle diverse istituzioni (Regione, Stato, Unione europea) per il sostegno ai processi di innovazione delle imprese.
Nella lettera si ricorda anche il lavoro sviluppato in questi mesi con gli approfondimenti tecnici, che avrebbero dovuto essere completati sulla base del progetto del nuovo stabilimento. E che ora, con la soluzione che viene prospettata, dovranno essere aggiornati in base alle nuove esigenze.
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