13/07/2018

VIA AL NUOVO PIANO DI ZONA SOCIALE SANITARIO 2018-2020

Azioni e servizi per un valore che sfiora i 106 milioni di euro per il solo 2018. Obiettivi principali le misure di contrasto all’esclusione, alla fragilità, alla povertà

Lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà attraverso gli strumenti, tra gli altri del reddito di solidarietà, dell’abitare sociale, del sostegno alla non autosufficienza; integrazione di interventi e servizi per il benessere della popolazione che vedono il Distretto come principale attore e nodo strategico; sviluppo di strumenti di prossimità per l’assistenza sanitaria e sociale territoriale come le Case della salute e, in prospettiva, l’Ospedale di comunità. Sono queste le tre principali linee di indirizzo alla base del nuovo Piano di zona per il benessere e la salute 2018-2020 che è stato approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 12 luglio con il voto a favore della maggioranza (Pd e Art.1-Mdp-Per me Modena) e l’astensione di M5s, FI, Energie per l’Italia, Lega nord.

I contenuti del nuovo Piano di zona, che sostituisce quello del 2008, sono stati presentati questa mattina, venerdì 13 luglio, in Municipio, con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti l’assessora al Welfare, Coesione sociale e Sanità Giuliana Urbelli e il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Massimo Annicchiarico.

Il Piano di zona 2018-2020 che declina in ambito distrettuale le scelte strategiche contenute nel Piano sociale e sanitario regionale, è il principale strumento di programmazione dei servizi sociali e sanitari a tutela della salute e del benessere dei cittadini, con particolare attenzione al sostegno della non autosufficienza, ai bisogni dei minori e delle loro famiglie, al contrasto della povertà economica ed educativa, delle diverse forme di dipendenza, mettendo in campo interventi per un valore complessivo che, per il solo 2018, sfiora i 106 milioni di euro (suddivisi tra risorse comunali e dell’Ausl, fondi regionali e nazionali, compartecipazione degli utenti).

Il nuovo Piano prende il posto del precedente, pensato e scritto nel 2008, quando ancora la crisi economica e sociale non aveva dispiegato i propri effetti, si confronta quindi con la crisi, grazie al lavoro di questi anni che ne ha delineato le chiavi di lettura e, soprattutto, definisce organicamente alcuni strumenti per affrontarla. Partendo da una fotografia del territorio, basata su dati statistici ed epidemiologici,

il piano individua le scelte strategiche con l’obiettivo di affrontare i nuovi e più complessi bisogni di salute dei cittadini, affrontando i problemi attraverso il rafforzamento dei percorsi socio sanitari, valorizzando la corresponsabilità degli utenti sempre più esperti e la co-progettazione dei servizi con gli attori territoriali.

Al Distretto socio sanitario, che coincide con il territorio del Comune,

Al governo locale e al Distretto socio-sanitario viene affidato il ruolo di costruzione e regolazione dei servizi per garantire l’equità nell’accesso e la qualità dei servizi.

Gli obiettivi strategici sono quindi declinati in 39 schede operative sviluppate attraverso un percorso partecipativo condotto dai professionisti dei Servizi sociali e dell’Ausl che ha coinvolto operatori, associazioni, imprese, organizzazioni sindacali e cittadini con l’obiettivo di delineare proposte così come critiche costruttive per un welfare pubblico di comunità. Gli interventi sono strutturati nell’ottica di una presa in carico della popolazione fragile con progetti personalizzati attraverso lo strumento dell’Unità di valutazione multidisciplinare (Uvm), superando il concetto di target (come minori, anziano, disabili).

Le principali azioni previste dal Piano riguardano la casa come fattore di inclusione sociale e quindi l’offerta di soluzioni abitative, come gli alloggi di agenzia casa o quelli rivolti a target particolari anche nella logica del Dopo di Noi, interventi economici di inclusione attiva a favore di oltre 1700 nuclei in condizioni di disagio economico o sociale; rafforzamento rete Neuropsichiatrica per l’infanzia e il sostegno ai Disturbi Specifici Apprendimento e sostegno psicologico nelle scuole, il rafforzamento delle reti territoriali tra sanità e welfare, con lo sviluppo del Puass, del canale dimissioni protette e presa in carico al domicilio attraverso i servizi come Amodo, le nuove Cra, nuovi posti accreditati, la regolamentazione delle Case famiglia, lo sviluppo della rete di cure palliative (e nuovo hospice) e in generale strutture degenza intermedie a gestione “non solo medica”, o meglio a gestione infermieristica con mantenimento della presa in carico da parte dei medici di medicina generale.

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