21/07/2018

LA TESTA DI MEDUSA DA MODENA ALLA CAMPAGNA DI VERSACE

Un particolare del Perseo di Aureli che si trova nel cortile di Palazzo Comunale nelle pubblicità della casa di moda

Un pezzetto del patrimonio artistico di Modena è stato preso a testimonial da una delle case di moda italiane più famose nel mondo. Versace, infatti, ha scelto il particolare di un'opera modenese per la propria campagna pubblicitaria su riviste a stampa e su internet della linea di accessori primavera - estate.

Si tratta del dettaglio della testa di Medusa, creatura mitologica legata al marchio Versace, scolpita nella bella statua del Perseo in stile neoclassico eseguita da Carlo Aureli (Roma 1843 – 1923), oggi nel cortile di Palazzo Comunale di Modena con ingresso da via Scudari.

Per l’uso pubblicitario dell’immagine della Medusa modenese sono stati pagati al Comune 4 mila euro per la concessione temporanea dei diritti fino al 31 agosto.

Il Perseo dello scultore romano presenta i consueti attributi che connotano la figura dell'eroe. Sul capo indossa l'elmo di Ade con cui si era reso invisibile per riuscire nell'impresa, nella mano destra impugna con fermezza la spada falcata, usata per decapitare la Gorgone Medusa, e nella sinistra stringe, per un ciuffo di capelli, la testa mozzata del mostro, che lui solleva più in alto della spalla con un gesto pieno di fierezza. Ed è proprio con questo dettaglio che la casa di moda Versace ha deciso di connotare una campagna pubblicitaria mondiale che circolerà per tutta l'estate.

Nell'opera dell'Aureli è chiaro il riferimento al Perseo trionfante scolpito dal maestro Antonio Canova tra il 1797 e il 1801. L'opera nel 1802 aveva preso il posto all'interno dei Musei Vaticani dell‘Apollo del Belvedere che era stato portato a Parigi dai francesi. Canova riconobbe subito al giovane artista Aureli grandi potenzialità e per questo mostrò nei suoi confronti grande benevolenza.

Come nel Perseo del Canova, anche l'Aureli decide di raffigurare l'eroe nel momento in cui compie un gesto che l‘eroe non avrebbe mai compiuto, ovvero girare la testa verso la Medusa, che l’avrebbe fatto diventare all'istante di pietra.

L'opera in marmo, restaurata nel 2006, è nel cortile di Palazzo Comunale dal 1952, anno in cui il sindaco Alfeo Corassori ottenne dal marchese Egidio Campori l'autorizzazione a prelevare dal palazzo della nobile famiglia la statua del Perseo, miracolosamente scampata ai bombardamenti del giugno 1944.

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