“Siamo pronti a un confronto stringente, di merito e rispettoso delle Istituzioni, ma - considerate le prese di posizione di queste ultime settimane - se da parte del Governo dovessero arrivare decisioni contrarie ai nostri propositi e misure in violazione dei diritti umani, ci opporremmo. I fenomeni migratori vanno governati, i flussi regolari riaperti, ma il Cpr non deve essere un carcere. E, nel frattempo, considerando che il rimpatrio di centinaia di migliaia di persone non sarà né semplice né breve, piuttosto impieghiamo i migranti in lavori di pubblica utilità”.
È quanto ha sostanzialmente detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli rispondendo giovedì 5 luglio in Consiglio comunale all’interrogazione sul l’apertura di un Cpr in città, illustrata da Antonio Carpentieri del Pd.
Il consigliere ha chiesto “quali saranno i tempi ed il percorso che porteranno alla riapertura della struttura in città; se ci sarà personale qualificato e formato; se le forze dell’ordine destinate alla struttura saranno distolte dall’organico previsto per il territorio o aggiunte ed espressamente dedicate ad essa; quale ruolo potrà e dovrà avere il Comune tenuto conto anche della Carta dei diritti e doveri dello straniero nel centro; se è fattibile un accordo con la Prefettura per permettere l’accesso di sindaco e consiglieri comunali alla struttura”.
Il sindaco dopo aver sottolineato di disporre solo di notizie informali, ha ricordato di avere prima scritto all’allora Ministro Minniti per sottolineare le condizioni imprescindibili discusse in Consiglio comunale per l’apertura del Cpr in città e per proporre la sottoscrizione di un protocollo fra Governo e Comune. Ha detto quindi che il Ministro uscente aveva fornito una risposta favorevole anche se interlocutoria in cui concordava su alcuni punti fondamentali e affermava che si stavano delineando “concrete ipotesi di rafforzamento della presenza di forze di polizia nonché di personale militare sul territorio, cui rimane subordinata l’attivazione stessa”. Insediato il nuovo Governo, il sindaco ha nuovamente scritto a Roma, ribadendo le posizioni del Comune e aggiungendo: “Non potremmo in alcun modo condividere soluzioni di pura e semplice detenzione e la violazione di fondamentali diritti umani. Alla luce dell’annuncio dell’invio di 30 militari di rinforzo – ha continuato Muzzarelli - abbiamo anche pubblicamente dichiarato la nostra ferma opposizione all’ipotesi che il Cpr sia in realtà un carcere. Non sfuggiamo al tema del governo dei processi migratori – ha osservato - ma riteniamo che la risposta non possa consistere nella criminalizzazione e nella reclusione dei migranti. Si tratta di fenomeni epocali contro i quali l’erezione di muri fisici e ideologici può illudere temporaneamente, ma non costituisce una soluzione. Siamo tutti d’accordo – ha proseguito - che il primo problema è rimuovere le cause belliche ed economiche che generano le migrazioni, con politiche internazionali, intese e aiuti, ma dovrebbe essere altrettanto ovvio che i flussi devono essere regolati, sia perché i movimenti delle popolazioni ci sarebbero comunque, sia per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e al calo demografico. Pertanto il superamento della Bossi-Fini è urgente, come resta urgente l’approvazione dello ‘ius soli’. Nel frattempo, riteniamo che la soluzione vada cercata nell’impiego dei migranti in lavori di pubblica utilità, in attesa delle verifiche di legge sulla loro condizione e della riapertura di flussi regolari”.
Il sindaco ha anche ricordato di avere già invitato a Modena il Ministro Salvini qualora fosse disponibile ad approfondire il tema del Cpr e a sottoscrivere un protocollo. Anche i sindacati della Pubblica Sicurezza Siulb e Silb incontrati in Municipio hanno ribadito che se a Modena dovrà nascere un Cpr, per essere funzionale e non distogliere forze, già numericamente sottodimensionate, al territorio, dovrà essere autonomo in termini di risorse e personale. Infine, ha ribadito che, nel caso, continueremo a chiedere di innalzare di rango la nostra questura
Chiesta la trasformazione in interpellanza Marco Cugusi di Art.1-Sdp-Per me Modena, ha spiegato l’origine di quello che definisce un “orrore giuridico”, cioè “la condizione di clandestinità trasformata da reato amministrativo in penale con la legge Bossi Fini” e i “discorsi fuorvianti da parte della Lega in materia di immigrazione che parlano alla pancia e fomentano l’odio”, per concludere su “l’inefficacia del Cpr, perché sono molte di più di 60 le persone in circolazione senza documenti e perché con molti paesi mancano accordi bilaterali che consentano di accogliere gli espulsi”.
Carpentieri, secondo il quale “bisognerebbe innanzitutto che da Roma chi ha ruoli istituzionali comunicasse a sindaci e prefetti la linea che intende seguire”, ha sottolineato che a Modena la Lega “è stata chiara dichiarandosi contraria all’apertura del Cpr prendendo atto gli attuali organici di polizia sono insufficienti. In questo quadro – ha aggiunto - aspettiamo risposte concrete, mi ritrovo in pieno in ciò che dice il sindaco se non c’è chiarezza sugli organici, su quante le persone potranno essere accolte e sulla possibilità di garantire il controllo democratico di quanto accade nella struttura da parte delle autorità locali e sul fatto che, se la città si fa carico di una struttura regionale, la questura di Modena deve assumere un ruolo diverso per il Ministero ed essere dotata di un organico adeguato”.
Concludendo, il sindaco si è detto d’accordo “nel tener ben presente l’esperienza passata del Cie modenese per evitare che si ripeta. Le forze che governano il paese devono farsi carico anche di questa responsabilità. Siamo istituzioni responsabili, ma vogliamo che la comunità modenese possa esprimere il proprio parere e qualora ci siano forzature, il Consiglio sarà chiamato ad intervenire”.
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