05/06/2018

SANT’AGOSTINO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO SULLA VARIANTE

Diversi consiglieri sono intervenuti prima dell’approvazione della delibera

Sono diversi i consiglieri intervenuti nella seduta di lunedì 4 giugno durante il dibattito che ha preceduto l’approvazione della variante urbanistica al Piano strutturale comunale (Psc) e al Regolamento urbanistico edilizio (Rue) dell’Accordo di programma relativo alla riqualificazione urbana del complesso dell’ex ospedale Sant’Agostino (a favore maggioranza, contro M5s, astenuti FI e Idea Popolo e libertà).

Marco Bortolotti del M5s ha evidenziato che “questo procedimento vuole accelerare i passi che fino a oggi sono stati interrotti perché le cose non erano state fatte seguendo i modi corretti. Non era meglio fare un percorso maggiormente partecipativo?”, ha chiesto. “Se lo avessero fatto in precedenza ora saremmo già a goderci il Sant’Agostino. Sfruttare e investire tempo molte volte serve per guadagnarne”. Mario Bussetti ha sottolineato: “Ci viene chiesto se politicamente ci piace questo progetto che però, nella parte che approviamo, è una cornice, una cassetta degli attrezzi. Che giudizio si può dare senza sapere che quadro ci può andare dentro? Se il progetto edilizio subirà modifiche dentro i parametri di questa cornice nessuno ci verrà a chiedere il parere, mentre se le modifiche ne usciranno, il passaggio di oggi diventerà inutile. In nome di una presunta maggiore velocità del procedimento – ha aggiunto – come Consiglio comunale oggi non siamo nelle condizioni di esercitare a pieno il nostro controllo e questo va contro l’interesse dei cittadini”.

Per Adolfo Morandi di FI “la delibera fissa un percorso di variante e mette in evidenza i limiti massimi di ristrutturazione sul polo Sant’Agostino-Estense. È un primo passo per procedere al recupero di un pezzo di città importante ed è evidente che tutto è propedeutico a un percorso ben preciso di riqualificazione: in qualche misura – ha aggiunto – la variante già pone le basi per l’utilizzo dell’una e dell’altra struttura con dei progetti. Come cittadino e come amministratore non posso che essere favorevole al recupero più rapido possibile di una struttura in abbandono”.

Per il Pd, Diego Lenzini ha precisato che “il tempo passato non è da imputare a problemi relativi al progetto edilizio: sono stati fatti notevoli passi avanti e si è svolto un percorso molto partecipato. Quello di oggi – ha proseguito – è un passaggio fondamentale in quanto si va a definire il contorno entro cui verrà disegnata la fase due della Conferenza dei servizi. Con la procedura semplificata non abbiamo saltato passaggi di merito, ma abbiamo evitato passaggi superflui e se dovessero emergere considerazioni differenti significative torneremo in Consiglio”. Il capogruppo Fabio Poggi ha affermato: “Mi pare di sognare, perché finalmente siamo arrivati qui e perché continuo a sentire cose che mi fanno pensare che sto sognando. Oggi possiamo dire – ha continuato – che un sogno si è concretizzato, anche se con un po’ più di tempo, e i due elementi positivi di questo percorso sono stati la partecipazione, cui non abbiamo rinunciato con la procedura semplificata, e il parere unanime positivo della Conferenza dei servizi”. Il consigliere ha poi aggiunto: “Respingo con forza a nome del Consiglio le minacce arrivate nei giorni scorsi attraverso la stampa ai consiglieri rispetto all’approvazione della variante. Mi sembra – ha concluso – che si stia perdendo la consapevolezza del merito e che vengano utilizzati strumenti impropri”.

Per Art.1 – Mdp – Per me Modena, Marco Chincarini ha commentato: “Questa variante dice cosa abbiamo deciso rispetto all’edificio e pone vincoli che dovranno essere rispettati dal progetto. Se questo si discosterà molto allora si ripasserà in Consiglio. Dobbiamo dare tutti quanti insieme un bel messaggio alla città – ha aggiunto – andare avanti e sbloccare la situazione. Saremo senz’altro attenti osservatori e l’osservazione passerà anche attraverso il progetto di gestione. Personalmente a ora non mi ha convinto e ci dovremo rimettere sopra la testa per pensare l’uso dell’edificio. Ci saranno altri passaggi”. Il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato che “quattro anni fa avevamo una prospettiva diversa rispetto a quella poi realizzata: le modifiche al progetto sono state fortemente influenzate da opinioni e suggerimenti arrivati dalle tante realtà della città: abbiamo lavorato tutti perché le si ascoltasse. Ora abbiamo la necessità di procedere – ha proseguito – e penso non ci siano motivi di preoccupazione perché ci saranno ancora controllori, enti terzi che potranno valutare questo progetto. Avremo inoltre modo di tornare sul progetto culturale, inevitabilmente condizionato dagli aspetti urbanistici, ma con margini per adattarlo, modularlo e potenziarne alcune criticità”.

In chiusura di dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che “il Consiglio comunale ha nelle sue mani la definizione del progetto del Sant’Agostino: quello dell’approvazione della variante – ha detto – è un momento importante perché definire la cornice e la cassetta degli attrezzi significa dare una visione, dire che è possibile il restauro ma non la demolizione e ricostruzione, definire quali volumi possono essere aumentati. Con gli accordi di programma – ha continuato Vandelli – non si semplificano solo i tempi ma si comprendono meglio i processi di trasformazione che avvengono in città: abbiamo avuto l’occasione di vedere le impostazioni dei progetti e domani li vedremo finiti. La procedura portata in Aula, quindi – ha aggiunto ancora – non è casuale, ma serve a rendere effettiva la variante: quello che viene presentato è quello che verrà attuato, mentre, con la procedura tradizionale, non essendoci un progetto, se si inserisce ad esempio un aumento volumetrico, poi può essere declinato in modi diversi”.

Azioni sul documento