L’ampliamento dello stabilimento dell’Imal srl in via Carriera a San Damaso, in variante agli strumenti urbanistici comunali, è stato approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 4 giugno. La delibera illustrata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha ottenuto il voto a favore di Pd, Art.1-Mdp-Per me Modena, Fi, Idea-PeL e CambiaModena, e quello contrario del M5s.
Aprendo il dibattito, Adolfo Morandi, FI, ha affermato che “imprese come questa, proiettata sul futuro e sull’innovazione tecnologica, che collabora con l’università e genera indotto, andrebbero moltiplicate perché generano sviluppo sociale. Bisognerebbe stare attenti – ha proseguito – a dire che il terreno agricolo non deve essere toccato, davanti a progetti belli come questo, infatti, se anche l’area che da agricola diventa industriale fosse più ampia la domanda di ampliamento dovrebbe essere comunque accolta”.
Per il M5s, Luca Fantoni ha motivato il voto negativo contestando il consumo “di suolo vergine che viene compensato solo attraverso la diminuzione della capacità edificatoria in aree limitrofe che però non tornano agricole. Quindi – ha affermato – neanche in questo caso si configura il saldo zero che l’Amministrazione ha tanto millantato. Procede invece con varianti e rattoppi quando sarebbe necessario ragionare sulla qualità del territorio nei prossimi anni e attuare un percorso forte e saldo che possa rafforzarlo dando una visione strategica del futuro”.
Simona Arletti, Pd, ha ribadito che “a prima vista perdiamo territorio agricolo, in realtà diamo la possibilità a un’impresa di ampliare l’azienda, creando lavoro, puntando sull’innovazione e generando così una positiva ricaduta sociale sul territorio”. La consigliera ha evidenziato l’attenzione da parte di Imal alla sostenibilità del progetto e alla collaborazione con gli istituti di formazione: “Non è stato possibile rigenerare un contenitore esistente – ha concluso – e quindi l’ampliamento era l’unica soluzione, ma con queste caratteristiche l’azienda dà un esempio molto positivo”. Diego Lenzini ha replicato al M5s che “la sola conseguenza possibile di un no all’ampliamento di questa azienda che sta crescendo è che decida di costruire da un’altra parte, con enormi costi logistici ed economici, o di andarsene da Modena. Quindi penso – ha detto rivolgendosi ai consiglieri M5s – che abbiate deciso di votare contro nella consapevolezza che tutti noi avremmo votato a favore e che la delibera sarebbe passata ugualmente”.
Dopo aver ricordato che l’Imal è tra le aziende più avanzate a livello mondiale per tecnologia e anche dal punto di vista ecologico, Vincenzo Walter Stella, Art.1-Mdp-Per me Modena, ha sostenuto che “il beneficio dell’ampliamento di un’attività di eccellenza supera il costo dell’utilizzo di terreno agricolo e quindi non solo la delibera va sostenuta ma dobbiamo auspicare che altre aziende simili facciano lo stesso”. Paolo Trande ha richiamato il rapporto costi/benefici, “che il vice premier Di Maio ha annunciato come criterio di valutazione dell’impatto delle grandi opere: utilizzando questo metro non c’è altra possibilità che dire sì a una proposta come questa che fa progredire un’azienda dal punto di vista produttivo, con assunzioni e lavoro di qualità, e un’attenzione alla sostenibilità ambientale che la porterà a diventare autonoma dal punto di vista energetico”.
Per Luigia Santoro, Idea-PeL, “il saldo zero va considerato con buon senso, se no non avremmo mai realizzato niente di nuovo. Bene se è possibile recuperare edifici esistenti invece di costruirne di nuovi, ma non dobbiamo fermarci davanti al saldo zero per un ampliamento realizzato con investimenti privati che arricchisce tutta la comunità modenese”.
Una delibera “a cui è oggettivamente impensabile votare contro” per Antonio Montanini, CambiaModena: “Parliamo di un’impresa che fa tecnologia per fare truciolari e che ha qui la gran parte della sua produzione generando quindi un’impressionante quantità di indotto. È un’azienda da salvaguardare e non ci può essere discussione su questo punto”.
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