03/05/2018

MADONNINA, “CHIEDEREMO AL LIQUIDATORE SICUREZZA PER LA ZONA”

L’assessora Vandelli ha risposto in Consiglio all’interrogazione di Rabboni (M5s) sulla situazione dell’area in stato di abbandono in via Emilia ovest 621

“Terremo monitorata la situazione e continueremo a chiedere al liquidatore di fare quanto possibile e necessario per mantenere la zona pulita e in sicurezza, come abbiamo già fatto. Il Comune non può infatti intervenire in altro modo nella vicenda dell’area di via Emilia ovest 621 di proprietà di una società messa in liquidazione”.

Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 3 maggio rispondendo all’interrogazione del M5s, illustrata dal capogruppo Marco Rabboni e trasformata in interpellanza, sulla situazione di degrado alla Madonnina.

Il consigliere ha riportato le notizie di cronaca sulla messa in liquidazione volontaria della Cesa Costruzioni spa, attuale proprietaria del terreno in stato di abbandono di via Emilia Ovest 621 su cui era previsto l’insediamento di un nuovo Conad, e ha chiesto di conoscere lo stato di fatto della situazione, “chiarendo se la messa in liquidità della Cesa Costruzioni spa possa arrivare effettivamente a far decadere l’intervento da parte del Conad”. Rabboni ha poi chiesto “nel caso così non fosse, quali sono i tempi previsti perché la situazione si possa sbloccare, e nell’ipotesi invece che l’intervento venga soppresso, cosa pensa di fare l’Amministrazione per far cessare la condizione di degrado dell’area in oggetto”.

Vandelli ha spiegato che “la messa in liquidazione della società proprietaria dell’area è avvenuta prima che venisse effettuata la cessione della proprietà a Conad. Ciò – ha affermato – ha evidenti effetti sulla riqualificazione in quanto si sono interrotte le operazioni commerciali in corso e ora sarà il liquidatore a mettere in atto quelle che riterrà opportune. Non conosciamo gli accordi tra i privati – ha proseguito – e quindi quanto il pre-contratto tra Cesa Costruzioni e Conad fosse stringente e il valore dello stesso, ma potenzialmente il liquidatore potrebbe intercettare un altro operatore che offre di più. Se il liquidatore dovesse cioè ritenere più vantaggioso per i creditori altri rispetto a quanto previsto, anche assumendo eventuali penali, potrebbe non definire il rapporto con Conad”. L’assessora ha delineato l’iter che interesserà l’area: “Dopo che viene nominato – ha detto – il liquidatore deve fare il quadro economico e proporre un piano di ristrutturazione del debito. Tali adempimenti richiedono diversi mesi di tempo, circa un anno, e se il piano previsto non otterrà l’ok, si procederà sulla base delle norme, con tempi ancora più lunghi”.

Vandelli ha quindi ricordato che l’Amministrazione ha sostenuto il progetto di riqualificazione dell'area “attraverso l’approvazione da parte del Consiglio comunale, lo scorso ottobre, di una delibera che ha dato il via libera alla realizzazione di un fabbricato a uso commerciale per l’insediamento di una medio-piccola struttura di vendita alimentare a marchio Conad e delle relative infrastrutture per l’urbanizzazione dell’insediamento. Il provvedimento, reso possibile grazie allo Sblocca Modena, non è però stato sufficiente a fronte di quanto avvenuto, anche se il liquidatore ha chiesto la proroga di 120 giorni per il ritiro del titolo del permesso di costruire. Lo strumento dello Sblocca Modena – ha aggiunto – rimane comunque a disposizione del liquidatore e di chi diverrà proprietario dell’area. Se sarà Conad il progetto potrà essere ripreso, se saranno altri, potrà essere rivisto sulla base delle esigenze”. L’assessora ha mostrato attenzione, oltre che sulla situazione dell’area, anche rispetto al “piano di sviluppo di Conad, che significa investimenti e maggiore occupazione. Un’attività presente nella zona da decenni – ha concluso – e che non ha possibilità, nella sede di via Amundsen, di offrire alla clientela un servizio adeguato”.

Sul tema è intervenuto Marco Chincarini ( chiedendo informazioni: “Credevo che nel momento in cui il Consiglio viene chiamato a votare un permesso di costruire in deroga il progetto fosse già pronto e in stadio avanzato. Quindi l’acquisizione avviene successivamente?”, ha chiesto. “Ho capito che il Comune adesso non può fare niente ma, anche per votare con maggior consapevolezza le prossime delibere, mi chiedo se viene fatto un controllo preventivo”.

Carmelo De Lillo del Pd ha precisato che “la domanda di permesso di costruire l'ha fatta la proprietà dell'area, non Conad. E quello che l'Amministrazione deve approvare in questi casi è il rispetto delle normative urbanistiche nel progetto. Sugli accordi tra privati non può entrare. Di questi episodi il nostro territorio è disseminato e solo alcuni arrivano in Consiglio. È importante, quindi, sapere e capire che le varie situazioni siano attenzionate e oggetto di puntuale verifica. Quella di via Emilia ovest – ha concluso – in particolare lo è parecchio: se non all’interno della proprietà privata sicuramente nella zona circostante, vicino alle scuole”.

Nella replica, anche il consigliere Rabboni si è detto sorpreso del fatto che “al momento del passaggio in Consiglio gli accordi tra privati siano ancora in stadio non avanzato. Sulla zona di via Emilia ovest chiedo venga fatto un frequente monitoraggio: è importante mantenere alta l'attenzione, viste anche le sollecitazioni giunte dai cittadini su degrado e insicurezza”. Il consigliere ha quindi chiesto di cercare di controllare frequentemente le recinzioni spesso divelte e di monitorare le aree di bivacco”.

In conclusione di dibattito, l’assessora Vandelli ha precisato che “con gli attuali strumenti l’Amministrazione non può chiedere una fattibilità economico-finanziaria delle operazioni su cui si chiede autorizzazione; gli unici elementi su cui si può intervenire riguardano la titolarità dell’area, la verifica dei requisiti igienico-sanitari e la conformità dell’intervento urbanistico. La nuova legge urbanistica – ha precisato – cambia la situazione introducendo un accordo operativo e tra gli elementi fondamentali ci sarà anche la capacità economico e finanziaria del soggetto. Questo per evitare di effettuare inutilmente un’attività istruttoria e di penalizzare il territorio interessato dall’intervento. E sarà il nuovo strumento urbanistico comunale che andrà a individuare l’asticella su quali soggetti ammettere o meno”. L’assessora ha infine ribadito che “l’area di via Emilia ovest, non avendo una soluzione rapida, continuerà a essere attenzionata e sarà oggetto di attività della Municipale”.

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