13/04/2018

SICUREZZA E CPR, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei gruppi consiliari prima dell’approvazione dei due ordini del giorno a sostegno delle condizioni sottoposte dal sindaco al ministro Minniti

Sostengono la posizione espressa dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli sulle cinque condizioni poste al ministro Minniti per accogliere la scelta del Governo di realizzare a Modena il Centro di permanenza e Rimpatrio (Cpr), i due ordini del giorno presentati rispettivamente da Pd e Art.1–Mdp–Per me Modena e approvati dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 12 aprile.

Il documento del Pd, presentato da Antonio Carpentieri, ha ricevuto il voto a favore oltre che del Pd anche di CambiaModena, FI ed Energie per l’Italia l’astensione di Art.1 – Mdp – Per me Modena e il voto contrario del Movimento 5 stelle. Sull’ordine del giorno è stato respinto un emendamento presentato da Giuseppe Pellacani, per Energie per l’Italia e FI, che chiedeva di sostituire la possibilità di un controllo da parte delle istituzioni locali, “impossibile tecnicamente”, con una possibilità di vista da parte delle delegazioni consiliari.

La mozione presentata da Marco Malferrari per Art.1 – Mdp – Per me Modena che, pur sostenendo la posizione espressa dal sindaco, dichiarava “contrarietà all’apertura del Cpr a Modena”, ha ottenuto il voto a favore del gruppo proponente, contrario di FI ed Energie per l’Italia e l’astensione di Pd, CambiaModena e M5s. anche in questo caso è stato respinto un emendamento, presentato da Marco Bortolotti per il M5s che chiedeva rimanere fermi sulla contrarietà al Cie eliminando dal dispositivo la possibilità di accettarlo a Modena.

Commentando l’ordine del giorno presentato da Art.1-Mdp-Per me Modena, il capogruppo di Forza Italia Andrea Galli ha affermato che “è l’opposto di quello che una comunità dovrebbe votare. Trecentomila migranti in due anni – ha proseguito – più alcune migliaia di altri entrati fortunosamente e non identificati, sono un problema che evidentemente non volete risolvere. Voi ritenete il Cpr inutile e velleitario, noi invece pensiamo che sia utile, non risolutivo, ma un tassello di un piano organico della sicurezza”. Galli ha quindi definito “condivisibile” l’ordine del giorno del Pd, anche se, ha sottolineato “continuate a chiudere le stalle quando i buoi sono scappati da tempo”. Adolfo Morandi ha ricordato che “le persone inserite nei Cpr sono già raggiunte da provvedimenti di espulsione e devono essere rimpatriate. Pur essendo un numero rilevante non sono la totalità di quelli che arrivano e dei richiedenti asilo che invece vengono assistiti a spese dello stato. Ci saranno difficoltà – ha sottolineato – ma da qualche parte bisogna pur cominciare a prendere provvedimenti seri contro chi è già stato espulso e cominciare a fare pulizia di una situazione che i cittadini italiani non sopportano più”.

Mario Bussetti, M5s, ha messo in evidenza che da sempre il movimento è contrario sia ai Cie che ai Cpr. “Condividiamo quindi il giudizio negativo espresso dall’odg di Art.1-Mdp-Per me Modena, ma siamo contrari senza lasciare porte aperte e tanto meno li ammettiamo come strumento nella strategia sull’immigrazione come fa il Pd”. Marco Bortolotti si è concentrato sul tema della sicurezza, “a cui teniamo molto”, per sottolineare il problema degli organici delle forze dell’ordine: “Il turn over intenso nella Polizia municipale fa perdere personale già formato e quindi esperienza e competenza e anche la Polizia di Stato ha molti punti deboli in questo momento”. Il consigliere ha poi sollecitato “passi più audaci” nel coinvolgimento delle rappresentanze statali nell’ambito del Patto per la sicurezza.

Per Art.1-Mdp-Per me Modena, Marco Cugusi ha definito quello della sicurezza “un problema che non si può affrontare per raccattare consenso elettorale. Un consenso – ha affermato – che noi non vogliamo barattare con la difesa dei diritti umani. Per questo siamo contrari ai Cpr, ma se il governo, come è sua competenza, li farà, sosteniamo la posizione del sindaco”. Per il consigliere sono due i motivi principali per il no ai Cpr: “l’orrore giuridico” della legge che istituisce il reato di clandestinità, e il fatto che “saranno comunque inefficaci rispetto al numero di profughi e richiedenti asilo a cui sarà negato il permesso di soggiorno”. Anche Paolo Trande ha sottolineato “la sfida di coniugare la difesa inflessibile dei diritti umani con la razionalità richiesta per gestire fenomeni complessi come quelli della migrazione”. Per il consigliere le leggi, che “pure vanno applicate”, si possono giudicare e “i Cpr sono contrari ai nostri principi, velleitari e aumentano le preoccupazioni dei cittadini sul fronte della sicurezza. Però siamo amministratori, e quindi proviamo a tenere assieme principi e gestione pratica”. E Marco Malferrari ha ricordato che “la parte fondamentale dell’ordine del giorno proposto è la necessità di garantire la sicurezza e aumentare le Forze di polizia e l’azione di intelligence per combattere le organizzazioni criminali”. In completo disaccordo con i Cie e i Cpr anche Francesco Rocco per il quale non funzionavano neanche quando “c’erano rapporti bilaterali tra le nazioni. È come mettere la polvere sotto il tappeto”.  

La legge Bossi-Fini “non ci piace” ha detto Antonio Carpentieri, Pd, ma se uno Stato “stabilisce delle regole per restare in Italia poi deve darsi gli strumenti per farle rispettare. Noi – ha proseguito – critichiamo l’esperienza negativa dei Cie, ma nei Cpr molti elementi sono cambiati a partire dalla durata massima della permanenza ridotta a 45 giorni”. Il consigliere ha anche messo l’accento sulla carta dei diritti e doveri dello straniero approvata con decreto nel 2014: “Ha valore di legge per chi avrà la responsabilità di dirigere i Cpr e dovrà quindi rispettare tutti i diritti dei migranti. Dovremo accettare i Cpr, se verranno, ma possiamo dettare i vincoli perché almeno avvenga nelle migliori condizioni possibili”. Intervenendo a commento della proposta di emendamento di FI ed Energie per l’Italia, Fabio Poggi ha ribadito che, come chiesto dal sindaco nella lettera al ministro, “la possibilità di controllo da parte delle istituzioni locali, non solo dei consiglieri, deve essere concordata e regolata attraverso un protocollo. Per questo non riteniamo di ridurla a mera possibilità di visita delle delegazioni consiliari. Per garantire alla comunità locale il massimo della trasparenza e della sicurezza, crediamo che tutte le istituzioni locali possano assumere ruolo di controllo dei Cpr”.

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