Il Consiglio comunale di Modena ha approvato il rinnovo per altri tre anni dei patti di sindacato sottoscritti nel 2015 per garantire il controllo strategico pubblico di Hera spa “bloccando” il 38 per cento delle azioni di proprietà degli enti locali con un vincolo di intrasferibilità, una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale proprio nel 2015.
Il provvedimento, come ha sottolineato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli presentando la delibera, ha come obiettivi il consolidamento del controllo pubblico dell’azienda, continuando a garantire il ruolo di Modena negli assetti societari e un apporto significativo agli equilibri di bilancio dei Comuni. Per il sindaco, inoltre, la società rappresenta un solido riferimento per il territorio sia in termini di servizi sia per ciò che riguarda investimenti e occupazione.
La delibera relativa ai due patti parasociali (sia quello tra tutti i soci pubblici sia quello relativo ai soci pubblici dell’area modenese) è stata approvata con il voto della maggioranza (Pd e Art.1-Mdp-Per me Modena), l’astensione di FI e CambiaModena e il voto contrario del M5s.
Al patto generale fanno riferimento 117 enti locali (tra i quali anche le città di Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena, Trieste, Padova e Udine) che al momento detengono circa il 49,5 per cento delle azioni (comprese quelle non bloccate), mentre il patto di secondo livello, relativo all’area modenese, consente a 21 soggetti, tra Comuni e Unioni di Comuni, di mantenere una presenza organizzata e continuare a esprimere, tra l’altro, due rappresentanti nel cda dell’azienda. Il gruppo Azionisti Modena possiede una quota di circa 8,5 per cento di Hera spa con oltre 126 milioni di azioni, 93 milioni delle quali bloccate e non trasferibili.
Tra le novità del patto di secondo livello introdotte con il rinnovo c’è una diversa distribuzione della quota di azioni bloccate: per consentire ad alcuni Comuni la possibilità di avere azioni trasferibili (Castelfranco, Sassuolo, Formigine, Maranello, Fiorano e Palagano, infatti, ormai erano a zero) o aumentare la propria quota (è il caso di Pavullo e Serra), il Comune di Modena bloccherà oltre 3 milioni e 600 mila azioni in più arrivando a circa 72 milioni sui 97 milioni posseduti. “Rimane comunque un buon margine se nel triennio ci fosse la necessità di vendere azioni – ha spiegato il sindaco – ma è un’eventualità che al momento non è prevista. Diversi Comuni, invece, questa necessità potrebbero averla e quindi si è valutato di svincolare dal blocco una quota delle loro azioni per renderle trasferibili. Grazie al blocco aggiuntivo del Comune di Modena, però, il peso del sistema modenese nel patto di sindacato generale rimane inalterato”.
Il patto di secondo livello rimanda a quello generale per la disciplina delle azioni bloccate e per il trasferimento delle altre, con l’impegno degli azionisti modenesi a definire preventivamente e congiuntamente, in sede di assemblea di sindacato, il quantitativo di azioni da trasferire e di attenersi alle modalità di vendita indicate dal comitato del patto di primo livello. Una delle novità introdotte con il rinnovo dei patti è l’incremento delle soglie dei quantitativi di azioni oltre le quali il comitato assume funzioni di coordinamento per la vendita: tre milioni di azioni nel corso del singolo anno solare, con riferimento a un socio; dieci milioni di azioni, come numero complessivo delle azioni da porre in vendita da parte di tutti i soci contraenti.
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