Riattivazione immediata del programma di riqualificazione del Parco delle Mura a Modena con incentivi economici ai titolari delle concessioni dei tre chioschi le cui strutture sono state dissequestrate consentendo loro di completare gli interventi. Sono i principali contenuti della delibera approvata oggi, giovedì 1 marzo, dalla Giunta comunale, su proposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dando mandato agli uffici tecnici di indicare, dopo un confronto partecipato con i gestori per valutare le loro esigenze, nuovi termini per inizio e ultimazione lavori e di stipulare con la massima tempestività la concessione amministrativa del suolo pubblico per la costruzione e attivazione di ogni chiosco.
La delibera prevede nel dettaglio le cifre degli incentivi economici una tantum erogabili contestualmente alla data di stipula della concessione e previa verifica dei requisiti: 30 mila euro al chiosco Bobotti (Mem srl), 27 mila e 500 euro al chiosco Bar Elio (signor Paolini), 25 mila euro al chiosco ex Tosco già di Sogeba srl (ora impresa individuale Galli Andrea, dopo la cessione).
Le cifre tengono conto, come già evidenziato in occasione dell’emendamento al bilancio approvato dal Consiglio comunale che ha consentito di costituire il fondo per gli incentivi, dell’aggravio dei costi subito dagli attuatori degli interventi con il sequestro dei cantieri in un contesto economico di pesante recessione e del fatto che alla scadenza delle concessioni i chioschi, con le relative pertinenze, diventeranno di piena ed esclusiva proprietà del Comune.
Per gli stessi motivi, dovendo assicurare la sostenibilità del programma, inoltre, si precisa che alla scadenza dei primi 15 anni della concessione si conferma sin d’ora il rinnovo.
Nel provvedimento si sottolinea che con la “paralisi” subita dal programma di riqualificazione del Parco delle Mura, “oggi è ancora più acuta l’esigenza di arginare il degrado dei luoghi, ristabilire la sicurezza urbana e fornire un minimo di servizi per garantire l’incontro e il passeggio”.
L’avvio dei lavori di costruzione delle strutture dovrà essere preannunciato dai gestori alla Soprintendenza con un anticipo di almeno dieci giorni e, una volta ultimati i nuovi chioschi, non dovrà più essere consentita l’attività dei vecchi che, se ancora esistenti e fatti salvi eventuali vincoli della Soprintendenza, dovranno essere demoliti, anche d’ufficio, per il “riordino e riqualificazione del Parco”.
Lo scenario quindi rimane quello delineato nelle scorse settimane in Consiglio comunale dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli: il completamento delle tre strutture potrà dotare il parco di servizi e presidi per la sicurezza; la quarta struttura dissequestrata non viene più presa in considerazione (l’intervento non era nemmeno partito) e con l’apertura delle prime tre dovranno essere demolite tutte le altre e, quindi, ripristinata la permeabilità dei suoli. A seguire, nella fase successiva, verrà definito il progetto complessivo per le altre strutture, fino a un massimo di cinque in tutto il parco.
Le tre strutture realizzabili nella prima fase saranno caratterizzate, come ha spiegato l’assessora Vandelli, da perimetrazioni leggere, molta trasparenza e vetro, colori naturali del verde e del rame/bronzo. Le strutture saranno in gran parte apribili così da diventare parte dell’area estiva riducendo l’occupazione complessiva, in linea con quanto previsto dalle autorizzazioni della Soprintendenza e dalle indicazioni che si desumono dalla sentenza del Tribunale.
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