17/03/2018

REGOLAMENTO CASE FAMIGLIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Prima del voto unanime, i gruppi consiliari hanno messo in evidenza la funzione delle regole e dei controlli per garantire agli utenti la qualità del servizio

Sì unanime del Consiglio comunale di Modena al Regolamento per il funzionamento delle Case famiglia, presentato in aula giovedì 15 marzo dall’assessora al Welfare Giuliana Urbelli, che integra le indicazioni normative regionali e nazionali con l’obiettivo di tutelare gli anziani e le persone lievemente non autosufficienti. Le Case famiglia, attività di iniziativa privata, costituiscono un’offerta parallela al sistema degli accreditamenti e dei convenzionamenti pubblici per una categoria di bisogni di assistenza leggera rispetto ai quali il ruolo del pubblico è quello di controllo e di stimolo della crescita di qualità dei servizi offerti. Contestualmente è stato approvato, sempre all’unanimità, anche un ordine del giorno presentato dal Pd e illustrato da Marco Forghieri che invita l’Amministrazione a proporre al Consiglio un piano complessivo delle forme di sostegno e cooperazione pubblico-privato in un’ottica di diversificazione, appropriatezza e integrazione dei servizi a bassa intensità nella rete complessiva dei servizi per la popolazione anziana e non autosufficiente.

Aprendo il dibattito per il Pd, Giulia Morini ha osservato che, non solo a Modena e in Italia, sono in aumento bisogni “a cui la rete consolidata dei servizi fatica a dare una risposta. Esperienze di welfare come le case famiglia che danno una risposta anche in termini di affettività, relazioni e accoglienza sono la migliore prevenzione alle ospedalizzazioni o ai ricoveri in struttura precoci. Bene fa quindi l’Amministrazione – ha concluso – a ordinare e disciplinare la materia perché nella chiarezza possono proliferare le collaborazioni”. Nel presentare l’ordine del giorno, Marco Forghieri ha osservato che, “poiché siamo i primi ad approvare un regolamento per un servizio che è intermedio tra cura domiciliare e ospedalizzazione, dobbiamo anche dotarci di tutti gli strumenti necessari per capire come favorirne al meglio il funzionamento”. Tommaso Fasano ha messo in evidenza che, con il Regolamento, l’Amministrazione “individua e prova a normare un terreno di possibile difficoltà in un’ottica di collaborazione, rispondendo ai bisogni delle famiglie e allo stesso tempo tutelando il lavoro degli operatori” mentre Caterina Liotti ha posto l’attenzione su quanto sia importante per le famiglie che si trovano nella necessità di un servizio come questo “sapere che l’Amministrazione ha una funzione di controllo e può certificare il servizio, prestando attenzione alla qualità della vita delle persone alle quali si rivolge”.

Per Luca Fantoni, M5s, il Regolamento è utile per le strutture, “che possono migliorare la qualità del servizio”, e per il Comune, “che migliora così l’offerta generale in ambito sociale”. È necessario però per il consigliere garantire la qualità dei controlli “che sono importanti quanto l’erogazione del servizio stesso”.

Anche per Marco Cugusi, ArtUno-Mdp-Per me Modena, occorre “prestare altissima attenzione affinché le Case famiglia funzionino nel migliore dei modi. La popolazione invecchia, le esigenze cambiano e strutture come queste ci consentono di dare risposte più flessibili riservando la massima cura e attenzione a una fascia fragile della popolazione”.

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