A 16 anni dall’assassinio del professor Marco Biagi e in vista delle iniziative in programma lunedì 19 e martedì 20 marzo organizzate dall’Università di Modena e Reggio Emilia, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli interviene per ricordare la figura dello studioso ucciso dai terroristi.
Lunedì 19 marzo saranno passati 16 anni dal giorno in cui venne ucciso il professor Marco Biagi. In questi stessi giorni, ricordiamo il sequestro di Aldo Moro in via Fani, che 40 anni fa tenne col fiato sospeso il Paese per poi concludersi tragicamente a inizio maggio.
Il primo pensiero va alle loro famiglie, alla moglie e ai figli di Marco Biagi, ai figli di Aldo Moro, ai parenti della sua scorta, brutalmente trucidati dalle Brigate Rosse.
Siamo vicini al loro dolore, e ricordiamo con commozione chi ha perso la vita per mano di chi è stato incapace di rispondere alle idee con altre idee, scegliendo invece la scorciatoia della violenza e del terrorismo.
Aldo Moro stava avviando una stagione nuovissima per la Repubblica Italiana, Marco Biagi era tra i promotori di una riforma del mercato del lavoro.
In entrambi i casi sono state colpite persone che - con ruoli diversi - volevano riformare il Paese.
Marco Biagi, docente del nostro ateneo, voleva una legislazione che desse lavoro e tutele, colmando lacune esistenti: la disoccupazione porta disperazione e indebolisce la stessa struttura democratica di un Paese, perché l’iniquità e le disparità sociali sono fondamentali per la tenuta sociale e civile.
In questo senso, continueremo a ricordarlo, per il tanto che ha saputo dare agli studenti della nostra Università.
Come Amministrazione comunale, vogliamo continuare a valorizzare il suo impegno e incessantemente porre in essere politiche che riducano la disoccupazione e portino a più lavoro qualificato: per noi è un impegno fondamentale, e chiediamo al nuovo Parlamento di lavorare per l’occupazione (la disoccupazione a Modena si è ridotta da oltre il 9% a meno del 6%) e per uno sviluppo sostenibile e di qualità.
C’è un ulteriore insegnamento che viene dall’uccisione del prof. Biagi, di Aldo Moro e dalla lunga e tragica stagione terroristica nel nostro Paese, ed è l’importanza del dialogo e del confronto.
Si possono avere idee divergenti e anche radicalmente differenti, si può pensare che alcune proposte siano inutili, sbagliate, controproducenti, ma non bisogna mai lasciare che prevalga la tentazione della scorciatoia violenta.
Il dialogo e il confronto, anche aspri e spigolosi, anche quando apparentemente sembrano non dare risultati, portano sempre frutti e sono il presupposto per una democrazia che sia davvero tale.
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