L’interrogazione di Marco Malferrari (Art.1 Mdp/Per me Modena) sulle Fonderie Cooperative di Modena è stata trasformata in interpellanza da Andrea Galli di Forza Italia che ha parlato di “colpa gravissima dell’amministrazione: dobbiamo festeggiare l’aver sventato il rischio di perdere posti di lavoro – ha affermato - ma non va dimenticata la responsabilità di chi ha permesso che venisse costruito un quartiere residenziale di fianco ad un’azienda che già allora era impattante. Questo fu un errore dell’amministrazione comunale che dovrebbe fare un mea culpa”.
Non si è detto d’accordo Carmelo De Lillo del Pd per il quale è invece il momento di “celebrare: il tema oggi è l’aspetto occupazionale ed è il momento di riconoscere che questi sono stati mesi di lavoro impegnativi per l’amministrazione comunale, di cui la conferenza stampa di stamattina di Moretti è anche il riconoscimento”.
Marco Chincarini (Art.1 Mdp/Per me Modena) ha detto di voler piuttosto “prendere atto che oggi in quel territorio le case ci sono e la risposta approvata dal Consiglio comunale è un ottima risposta”. Il consigliere ha quindi rivolto un appello a tutti a “essere uniti nell’impegno volto a favorire il delicatissimo percorso di delocalizzazione che coinvolge i cittadini, i lavoratori e le loro famiglie”.
Mentre Giuseppe Pellacani di Energie per l'Italia (in una prima versione del comunicato avevamo scritto per errore Forza Italia) ha ribadito: “Abbiamo trovato la soluzione migliore possibile, ma occorreva pensarci prima di costruire un insediamento urbano in quella zona. Si prospetta oggi una soluzione che si poteva ipotizzare già in passato: questo deve essere un monito a pensare alle scelte con maggiore lungimiranza”.
Anche per Elisabetta Scardozzi del M5s “sono stati fatti errori nel passato” e ora “è tutto il Consiglio comunale che si sta muovendo per la tutela del territorio e dei cittadini che per primi si sono sollevati. Il richiamo è quindi a impegnarci tutti nel controllare e tutelare la città, i lavoratori e i cittadini”.
Mentre secondo Marco Forghieri del Pd “pianificazione urbanistica e lavoro sono aspetti da tenere ben separati e quando è stato progettato il comparto difficilmente ci poteva essere una tale sensibilità ambientale. Dal punto di vista occupazionale è giusto festeggiare, ma anche considerare gli aspetti ricordati da Moretti sulle difficoltà a lavorare in presenza di prescrizioni che non servono e i controlli avvengono tutti i giorni”. Diego Lenzini (Pd) ha invitato a considerare le trasformazioni avvenute negli anni: “Se già allora si fosse tenuto conto di questi aspetti si sarebbe costruire fuori dall’anello delle tangenziali e non avremmo realizzato un intero pezzo di città”, ha detto ponendo anche l’attenzione “sul rischio che ora non si voglia la Fonderia da nessuna parte: ci vuole responsabilità e coerenza nell’affrontare la questione del dove spostarla”.
Per Luca Fantoni del M5s “negli anni sono state fatte scelte non più attuali. Per evitare ancora di fare scelte non lungimiranti, occorre trovare una posizione che non sia di impatto sulla cittadinanza e che abbia un futuro”.
Infine, Malferrari si è detto soddisfatto della risposta dell’assessore e ha parlato di un “aggiornamento confortante, perché l’amministrazione deve mettere a disposizione tutte le risorse possibili affinché venga attuato quanto stabilito dal Consiglio. È giusto fare il possibile perché la soluzione individuata abbia un lungo respiro” ha aggiunto, ricordando che negli anni ’50, quando nacque, la Fonderia era una delle risposte alla cittadinanza che aveva bisogno di lavorare con una dotazione infrastrutturale valida e di avviare un’imprenditorialità diffusa che è stata l’ossatura della nostra economia; poi sono cambiate le esigenze e c’è stato il tentativo di riqualificare quell’area un pezzo alla volta”.
Concludendo l’assessore Andrea Bosi si è detto sorpreso della piega presa dal dibattito, mentre l’interrogazione era incentrata sulla tutela dei posti di lavoro. “L’amministrazione ci ha messo la faccia – ha detto - ha ascoltato le istanze dei residenti della zona e dei rappresentanti sindacali dei lavoratori e ha provato a fare sintesi mettendo insieme le ragioni di tutti. La firma del Protocollo è un passo decisivo, non l’ultimo. Il percorso è ancora lungo e ora si chiede all’azienda di investire parecchio”.
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