L’applicazione del nuovo Regolamento per l’accesso alle Case residenziali e ai Centri diurni riguarda 692 anziani ospiti nelle Cra e 132 nei posti accreditati dei Centri diurni. La revisione dei criteri di accesso in base alla valutazione della gravità assistenziale e di compartecipazione alle rette in base al valore Isee ha determinato aumenti per taluni e riduzioni per altri in un’ottica di equità. Dopo la prima fase di sperimentazione, sarà comunque possibile e opportuna un’analisi approfondita degli esiti dell’applicazione, che potrebbe indurre a modificare alcuni parametri, in particolare per quanto riguarda i Centri diurni.
È quanto ha affermato l’assessora al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli rispondendo in Consiglio comunale giovedì 1 febbraio all’interrogazione di Fabio Poggi, capogruppo del Partito democratico.
Ricordando che il nuovo Regolamento approvato dal Consiglio è entrato in vigore a giugno, il consigliere ha chiesto “che tipo di informazione è stata data alle famiglie degli utenti e a quelli in lista di attesa; quali le procedure adottate per utenti di Cra e Centri Diurni; quale la percentuale di aumento massimo della tariffa e quanti utenti ha coinvolto. Nello specifico per i Centri Diurni ha anche domandato quante famiglie hanno rinunciato o ridotto l'accesso; se la situazione che si è venuta a creare non comporta di fatto che chi ha più bisogno sia costretto a pagare di più; se è concreto il rischio che le famiglie saranno costrette a rinunciare; se sono previsti sistemi di monitoraggio ed azioni di aggiustamento”.
Dopo aver sottolineato la necessità di allinearsi alla normativa che prevede l’applicazione dell’Isee come strumento di valutazione della situazione economica dei nuclei che richiedono prestazioni sociali agevolate, l’assessora ha spiegato il “capillare percorso d’informazione ad utenti e famiglie effettuato attraverso incontri nelle strutture per spiegare le novità e il nuovo sistema tariffario, oltre che inviando lettere alle persone in lista d’attesa. Molti utenti hanno preferito non presentare l’Isee e assumersi l’intera quota, per gli altri un funzionario si è recato nelle strutture a seguire le procedure e offrire consulenza su appuntamento”.
Nelle Case residenze l’aumento massimo è stato di 0,5 euro al giorno, con Isee superiore a 30mila euro la tariffa è passata da 52 a 52,55 euro “con un incremento – ha sottolineato Urbelli – quale contributo di solidarietà per compensare i costi degli ospiti che non sono in grado di pagare. Prendendo ad esempio la Vignolese come struttura a campione, per il 30% degli utenti il Comune integra la retta anche oltre il 65%. Nella stessa struttura aumenti e riduzioni massime oscillano fino al 40%: in generale si verifica un riequilibrio tra riduzioni e aumenti e non avviene più che utenti con Isee molto diverse paghino la stessa quota”.
Per i Centri diurni, l’assessora ha spiegato che le rette sono molto differenti sulla base della frequenza (intera giornata, mattina o pomeriggio, con o senza pasto), mentre prima venivano richieste quote mensili forfettarie. Il servizio costa al Comune più di 60 euro al giorno per utente e le tariffe coprivano l’8%.
Per il 2018 la retta a carico degli utenti con Isee oltre 30mila euro che frequentano dalle 8.30 alle 18 sarà di 29 euro; di 21 euro per quelli con Isee inferiore, ma a parità di Isee chi frequenta mezza giornata paga 6 euro. Anche i Centri diurni registrano aumenti e riduzioni importanti in base all’Isee: con Isee 70mila euro, per esempio, la tariffa è passata da 17 ai 29 euro; con Isee quasi 5 mila euro da 13 a 7. Una famiglia ha rinunciato al servizio ritenendo più congruo un progetto a domicilio con assistente famigliare e altri tre utenti hanno ridotto la frequenza.
Nel complesso l’assessora valuta positivamente l’applicazione del Regolamento che ha introdotto “criteri di equità e di omogeneità della tariffe tra cittadini modenesi ed emiliano romagnoli. Di fatto - ha precisato - una prima considerazione riguardante i Centri diurni potrebbe indurre a modificare alcuni parametri per ottenere l’agevolazione comunale, ora non prevista con Isee oltre 30 mila euro. Sulle Cra il principio di non subordinare l’accesso alle condizioni economiche va nella direzione giusta. Decorso il primo semestre di applicazione, sarà comunque opportuna un’analisi approfondita”.
Per l’interrogante Fabio Poggi “è indubbia la complessità delle nuove procedure e la necessità di verificarne l’effettiva efficacia in rispondenza agli obiettivi che il Consiglio si è dato. Il fatto che già nel periodo di sperimentazione siano stati introdotti correttivi, conferma l’importanza di darsi strumenti di verifica”.
Poggi ha quindi fatto alcune considerazioni: “Nel momento in cui posizioniamo l’asticella, è penalizzato chi resta fuori di poco, quindi, nei tempi dovuti, la prima valutazione da approfondire sarà se l’asticella è collocata al posto giusto, così come la definizione delle tariffe anche in rapporto ai trasporti. Chiederci se la ridefinizione ha portato a una riduzione dell’accesso al servizio deve essere il nostro principale strumento di giudizio – ha concluso - quindi è importante tenere monitorata la situazione e verificare se ci siano da apportare dei correttivi”.
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